Santuario di S. Maria del Glorioso – San Severino Marche (MC)

Le foto, sono antecedenti al sisma del 2016, per la fruizione chiedere al Comune.

Cenni Storici

La costruzione del tempio suburbano di S. Maria del Glorioso, al pari di quello della Madonna de’ Lumi edificato nel corso del ‘500, avvenne a seguito del miracoloso evento della lacrimazione della Vergine, verificatosi nel venerdì santo del 1519 in prossimità di una cappella a custodia di una venerata Pietà in terracotta dipinta. Su progetto dell’architetto-scultore Rocco da Vicenza, l’esecuzione dell’opera venne affidata al sanseverinate M° Antonio di Pierjacopo, appena sei mesi dopo il miracolo e portata a compimento già nel 1522, pur apportando modifiche al disegno originario del transetto. Il complesso, formato dalla chiesa a tre navate e dal convento con chiostro porticato, venne retto dai frati Domenicani fino al 1860, divenne importante meta di pellegrinaggio per tutto il XVI, XVII e XVIII sec., la Madonna venne solennemente incoronata il 15 settembre 1731.

Descrizione architettonica

All’esterno la volumetria solenne e monumentale del santuario è restituita da un severo apparecchio murario in mattoni giallo paglierino, caratterizzato da regolari file di buche pontaie, ornato superiormente lungo il fronte sud ed ovest da un cornicione di gronda in mattoni, tipico sporto dell’edilizia locale, poggiato su di una zoccolatura sporgente delimitata da una cornice a toro anch’essa in cotto. La muraglia è interrotta da poche aperture, lungo il fronte sud da un portale centinato in pietra a bugne e da un filare di cinque monofore al livello del sottotetto, lungo il lato est da due finestre. Si erge sopra la mole laterizia una cupola ottagona rivestita in lamiera di rame ed impostata su un bianco cornicione calcareo, accanto è posto il campanile a vela a due archi. Il disegno compositivo della facciata d’ingresso ad ovest presenta al centro il portale trabeato in pietra calcarea, sormontato da timpano sorretto da peducci a voluta, ed il sovrastante rosone in asse, cui si affiancano simmetricamente in posizione inferiore altri due oculi; completano l’ornamento tre monofore strombate e trilobate nel fondo, situate sopra i tre occhi. Pregevoli gli ornamenti del portale maggiore eseguiti su disegno dell’arch. Rocco. Sul lato nord della chiesa si sviluppava il chiostro del convento, ne restano due lati a cinque e sei arcate a tutto sesto, su pilastri ottagonali, poggiati sul tipico muretto di perimetrazione esterna dei portici claustrali; di pregevole fattura le crociere delle campate caratterizzate dalle tipiche unghie agli spigoli, al centro del giardino il pozzo a base ottagonale in mattoni. Nel progetto della spazialità interna l’architetto dedicò particolare cura nel custodire la sacra immagine in terracotta, la pose al centro dell’area presbiteriale entro un tabernacolo su quattro colonne, in seguito chiuso su tre lati, a costituire il sacello della Madonna. La pianta a tre navate, di cui le laterali coperte da volte a crociera in mattoni e la centrale da una lunga volta a botte, rappresenta lo spazio basilicale longitudinale ritmato dalle cinque campate laterali, che confluisce nell’area presbiteriale rialzata, al cui centro è posta la descritta tribuna del simulacro, illuminata dall’alto dallo spazio verticale della cupola, eretta su tamburo a pianta ottagona irregolare impostata sui quattro arconi dei pilastri centrali. Nello sfondo chiude la fuga prospettica delle tre navate l’abside semicircolare centrale, coperto da una volta a catino modellata a somiglianza di una grande valva di conchiglia e le due cappelle laterali coperte a crociera. Otto colonne in pietra gessina su alti plinti impreziosite dai motivi scultorei dei capitelli dividono lo spazio delle tre navate e ne scandiscono il ritmo processionale fino al transetto, costituiscono il sostegno delle arcate d’imposta delle volte e definiscono insieme alle cornici della trabeazione, alle semicolonne addossate sui muri, ai peducci, alle lesene, il modellato plastico in pietra “gessina” delle membrature architettoniche. Scolpiti a bassorilievo nelle specchiature dei plinti vi sono gli scudi araldici delle famiglie che contribuirono ai fondi per la costruzione del santuario. I numerosi affreschi che adornano gli altari a tabernacolo delle nove cappelle, ricavate a nicchia entro lo spessore dei muri longitudinali, sono anch’essi frutto di arte popolare e votiva, ex voto rappresentanti la Madonna con bambino, Gesù Cristo e vari Santi, ben sei affreschi rappresentano la Madonna del Soccorso e diciannove tavolette votive.

Opere

Entrando dalla porta maggiore si ammirano nel primo altare a destra Gesù a cena con Marta e Maria, datato 1537; nel secondo altare le figure frammentarie della Madonna con Bambino e Santi; sopra la porta laterale Ascensione di Cristo con gli Apostoli Pietro e Paolo, S.Severino e S.Caterina, di grande interesse il panorama della città nel modellino sostenuto dal patrono, datato 1572; nel terzo altare della famiglia Alovisi, il Battesimo di Gesù nel giordano con S.Giovanni Battista; nel quarto altare eretto da Tommaso Talpa la Madonna del Rosario di Giuseppe Vanniccioli da Cingoli, inizio sec. XVII; nel prossimo altare, a cornu Epistolae, affreschi votivi del Cristo Risorto, Madonna del Soccorso, San Donnino; nella cappella il Crocifisso ligneo del sec. XVIII; entro la tribuna il miracoloso simulacro della Pietà, sopra statua del Cristo risorto del XVII sec. Nell’abside sono collocate tre tele del XVII-XVIII sec. raffiguranti la prima la Natività con la visita dei pastori, la seconda i Santi Vincenzo Ferreri, S.Giovanni Nepomuceno, S.Modesta Vergine e S.Francesco di Paola, la terza S.Domenico e la chiesa che combatte l’eresia. A lato sinistro dell’altare maggiore vi è la cappella Franchi decorata con episodi della Samaritana da Luca di Costantino da Ancona nel 1551, alle pareti laterali tracce di affreschi degli Evangelisti; a cornu Evangelii l’organo del XVIII sec. a sette registri ad opera di Feliciano Fedeli del 1737, sotto la cantoria frammento di affresco della Madonna del Soccorso; nel quinto altare a sinistra S.Domenico ed episodi della sua vita nelle piccole tele laterali ad opera del sanseverinate Paolo Marini del sec. XVII; nel quarto altare a sinistra Miracolo di S.Isidoro, in alto Ascensione di Gesù, attorno i dodici Apostoli di Giulio Lazzarelli del XVII sec.; nel terzo altare, eretto dalla famiglia dei Gentili di Rovellone poi della Confraternita di Sant’Antonio, si vede la tela del S.Antonio Abate di Giovanni Ortensio Bertucci da Urbino, ai lati frammenti di affreschi raffiguranti un Santo Vescovo e S.Sebastiano, in alto l’Eterno Padre; nel secondo altare a sinistra detto di S.Caterina da Siena si vede un Crocifisso del XVI sec.; nel primo altare la Natività attribuita a Giangentile di Lorenzo D’alessandro, metà XVI sec. Accanto alla porta d’ingresso il sarcofago dipinto con immagine del defunto, putti e personaggi allegorici, XVI sec. Accanto alla porta ancora un affresco votivo raffigurante la Madonna del Soccorso.
arch. Debora Bravi

Bibliografia
M. SARACCO, Il complesso conventuale di Santa Maria del Glorioso, Firenze, 1993.

 

Mappa

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