Santuario della Madre Consolatrice degli Afflitti o Maestà dei “Cenciarelli” – Perugia

La chiesa è su un ampio curvone della strada che da Ponte Rio sale a Perugia.

 

Cenni Storici

La chiesa, costruita nel 1765, poco sotto la porta del Bulagaio dove passava l’antica via regale settentrionale; oggi la strada è intensamente percorsa dai veicoli che salgono da Ponte Felcino verso piazza Fortebraccio più nota come Grimana.
Scendendo, sulla sinistra, a ridosso della strada, è posta appunto la chiesetta dei Cenciarelli, correttamente denominata di Maria Santissima Consolatrice, edificata al posto di una maestà molto più antica.
Questo luogo era considerato sacro per le sue qualità galattofore e per la speciale protezione dalle malattie concessa ai neonati e alle puerpere.
I fedeli, specialmente in situazioni di epidemie, avevano l’abitudine di grattare la superficie dell’intonaco e di raccogliere, all’interno di brandelli di stoffa, la polvere così ottenuta.
Il fagottino veniva quindi riportato a casa e messo vicino al letto dei malati, sperando nella loro guarigione per intercessione della beata Vergine, intestataria del luogo di culto.
Era anche diffusa l’abitudine di legare il sacchetto al collo dei bambini, mediante una cordicella, nella convinzione di proteggerli contro malattie e disgrazie, e al collo delle donne che chiedevano di riavere o di conservare il latte.
Fino ai primi del Novecento circa, la nicchia contenente l’affresco risultava interamente circondata da innumerevoli e poveri ex voto, costituiti da fazzoletti di stoffa ivi appesi dai fedeli, per grazia ricevuta.
A guarigione avvenuta tali sacchetti venivano appesi intorno alla nicchia tanto che, prima della loro definitiva rimozione, la sacra immagine risultava quasi interamente occultata alla vista.
Tali piccoli frammenti di stoffa, ormai logori e polverosi, erano detti appunto “i Cenciarelli“.
Un resoconto dei miracoli fu fatto verso la fine dell’800 da padre Enrico Bondi e conservati nella biblioteca della chiesa di San Filippo Neri.
Questo rito popolare apotropaico si sviluppò spontaneamente nel corso dei secoli diciottesimo e diciannovesimo in tutta la provincia di Perugia, casi simili li ritroviamo presso l’Edicola dei Bartocciami, detta “la Madonnuccia” presso Sant’Arcangelo del Trasimeno, l’Edicola della “Madonna dei Cenciarelli” presso la villa Fagotti in Petrignano d’Assisi, l’Edicola della “Madonna delle scuffiole” in Foligno, la chiesa della “Madonna del latte” in Collemancio Cannara ora diruta ed infine presso l’Abbazia di San Silvestro di Collepino.
In origine era un’edicola stradale su cui era dipinta l’immagine sacra che insisteva sul terreno di proprietà del monastero di Sant’Agnese di Perugia tuttora esistente.
Si può ipotizzare che l’immagine, eseguita alla fine del XVII secolo o i primi del XVIII, sia stata commissionata dalle stesse suore poiché se si va ad analizzare il dipinto troviamo che la stessa presenta al centro Maria Santissima, coronata, che regge in braccio il Bambino, anch’esso coronato, e ai lati rispettivamente a destra San Francesco d’Assisi e a sinistra Sant’Agnese che, si badi bene, non rappresenta la sorella di Santa Chiara di Assisi ma una Santa vissuta a Roma, forse ai tempi dell’imperatore Diocleziano, vergine e martire: nella mano sinistra, appoggiata al braccio, tale figura presenta infatti una palma, simbolo del suo martirio.
Questo fa ipotizzare che questa immagine fu un omaggio che le suore vollero fare alla loro protettrice, e che quindi fu realizzata su commissione e a spese dunque del monastero e affidata ad un pittore locale di cui si ignora l’identità.
Dapprima per proteggere l’immagine che si andava deteriorando sia per l’esposizione alle intemperie sia per l’uso apotropaico che se ne faceva, fu pensato da parte del perugino Giorgio Agostini, falegname che prestava servizio presso il monastero di sant’Agnese, di apporvi una chiusura e una lampada; fu successivamente fabbricata una transenna e poi, a partire dal 1748, fu edificata la chiesetta, col concorso di vari benefattori comprese le monache di sant’Agnese.
Nel 1757 fu benedetta dall’arcivescovo di Perugia, monsignor Francesco Riccardo Ferniani a cui attribuì il titolo mariano di “consolatrice degli afflitti e regina delle grazie nostra madre“, come risulta dalla piccola lapide che fece apporre sulla facciata della chiesuola sopra la porta d’ingresso, a tutt’oggi esistente.
La festa annuale venne stabilita nella terza domenica di ottobre e in tal giorno con importante breve apostolico del 30 settembre 1754 fu concessa da Papa Benedetto XIV un’indulgenza plenaria, confermata poi quando la festa fu spostata alla terza domenica di giugno.
Successivamente la festa passò alla prima domenica di luglio e poi alla prima di maggio.
Il Papa concesse anche un’indulgenza al di fuori del giorno della festa di quaranta giorni ogni qual volta venga recitata l’Ave Maria per tre volte davanti alla sacra immagine.
Con il passare degli anni il Santuario perse di importanza e subì un lento ma inesorabile abbandono, forse anche per la presa della città da parte dei Francesi, tanto che nel 1879 crollò il tetto e l’edificio abbandonato divenne preda di ladri che la spogliarono di tutto quello che fu possibile portar via.
Ma l’anno dopo, soprattutto grazie a cospicue elargizioni di padre Filippo Orsini, il tetto fu ricostruito e la chiesa fu momentaneamente riaperta al culto, ma i problemi non erano finiti poiché il santuario rimase di nuovo sprovvisto di custodia e la chiesa al gennaio 1886 risultò di nuovo essere stata profanata.
Nel marzo 1886 si pose mano ad importanti restauri ed abbellimenti; il tetto fu rimesso a posto completan1ente e fu eretto un piccolo campanile su disegno di Ildebrando Bonucci, la sacra immagine fu ritoccata gratuitamente dal Bonucci stesso e furono apposte nuove corone metalliche argentate sul capo della Vergine e del Bambino.
Il 6 maggio 1886 fu fatta una solenne funzione di riconciliazione da parte della parrocchia di Casamanza che la tenne per 13 anni.
Nel 1888 fu costruito un nuovo altare su disegno dell’ingegner Alceste Ricci il quale realizzò anche il disegno del nuovo campanile che fu provvisto di due campane provenienti dalla demolita chiesa della Madonna del Pianto a Perugia demolita nella seconda metà dell’Ottocento.
La più antica di queste è stata fusa nel 1603, l’altra nel 1665 porta anche la firma dell’artigiano fonditore: Pietro Doisemont Perusino.
Un ulteriore restauro avvenne nel 1912 con un intervento sul campanile e adornando l’interno con molte pitture.
Nel 1953 il santuario passò, per una revisione dei confini tra le parrocchie di Casamanza e di San Fortunato in Perugia, a quest’ultima retta dai padri Benedettini -Silvestrini (Servi di Maria) che hanno officiato nel santuario fino al 1989.
Il 3 ottobre 1989, data storicamente importante per la diocesi perugina, essi lasciarono Perugia in base la Concordato tra la Chiesa e lo Stato Italiano, dopo essere stati presenti in città per ben settecento anni, di conseguenza il santuario fa parte oggi del territorio della parrocchia di sant’Agostino in borgo sant’Angelo; i padri agostiniani vi officiano nel giorno tradizionale della festa che attualmente si celebra l’ultima domenica di agosto.
Gli ultimi due restauri del santuario furono eseguiti nel 1955 e negli anni ’90 a cura dell’opera pia dei cenciarelli che raccoglie le offerte dei devoti.
Nel 2008 la chiesa ha subito altri interventi di restauro con il contributo del Rotary Club di Perugia; i lavori sono stati notevoli e hanno riguardato il tetto (rifatto con materiali originali); la gronda e i discendenti (realizzati in rame); il vecchio intonaco interamente scalzato e rinnovato, con una tinteggiatura molto luminosa; il campanile è stato ricoperto in rame; il portale ripristinato e la pietra rosa, con relativa iscrizione, completamente ripulita.
 

Aspetto esterno

La facciata è trasversale alla strada da cui è separata da un esile marciapiede, si rivolge con il fronte verso Perugia, quindi verso chi scende, polo d’imposta della curva a gomito; la facciata ha un impianto a vela rispetto al tetto a capanna retrostante mascherato con un gioco formale scalare.
Un sagrato pensile garantisce una pertinenza congrua alle modeste dimensioni del bene, con il muro di contenimento in pietra che con continuità geometrica confluisce nella bianca parete della chiesa.
Nell’altro lato il terreno sale in modo inaccessibile, con una scarpata a taglio verticale.
Accanto alla porta squadrata compaiono le due finestre del pellegrino che esprimono con chiarezza la vocazione del luogo e sopra di essa una lapide che ne ricorda la titolazione con su scritto:
Afflictorum Consolatrix gratiarum qui Regina Mater nostra“.
(consolatrice degli afflitti e regina delle grazie nostra madre).
La parete retrostante presenta una piccola porta con una sua finestrella.
Nella parete destra sono visibili due finestre che garantiscono l’illuminazione interna visto che la parete sinistra è a ridosso della scarpata.
Il campanile è a vela, posto al centro della parete di fondo, venne costruito nel 1912, è in laterizi a vista, con modanature, due fornici, copertura a timpano che racchiude un vuoto a forma di croce.
 

Interno

Ad aula unica con tetto a capanna; la zona presbiteriale è rialzata di un gradino, con l’altare staccato dalla parete e sul fondo la macchina d’altare impostata intorno all’edicola con l’immagine sacra della Madonna con Bambino sulle ginocchia che reca in una mano il mondo sormontato dalla croce, mentre una tenda drappeggiata su un lato, fa da quinta alla immagine stessa.
Sul fondo sono presenti due ingressi simmetrici, di cui quello a destra è chiuso, con l’area d’angolo che è caratterizzata da un tabernacolo mobile; la porta di sinistra conduce alla sacrestia dove in due bacheche sono conservati “I Cenciarelli” ex voto per grazia ricevuta.
Le pareti intonacate presentano una decorazione realizzata con grande perizia da un consumato artista nel 1912, simula un ordine di scenografiche lesene tra le quali campeggiano specchiature, rosette, cartigli e modanature impeccabilmente ombreggiate.
Una scritta con dedicazione mariana fa da cornice per tutto l’edificio nella parte alta.
Nella Parete sinistra una grossa lapide dipinta ricorda le varie tappe della storia del Santuario, mentre nella parete destra accanto al presbiterio in una nicchia c’è un’immagine in gesso della Madonna del latte.
In controfacciata è esposto un Quadro con l’Ecce Homo restaurato nel 2015 da Rosella Brunetti su commissione di Laura Natalini e reso possibile grazie alla disponibilità e sensibilità della famiglia Avellini, custodi da generazioni di questa chiesa.
Il restauro ha portato alla luce un dipinto copia dell’incisione di Agostino Carracci (Bologna 1557 -Parma 1602) datata 1587 che riproduce l’Ecce Homo di Antonio Allegri detto il Correggio (Correggio 1489-1534) dipinto nel 1526 e oggi conservato presso la National Gallery di Londra.
Il dipinto oggetto di restauro, fu donato alla famiglia Avellini da un anonimo per la chiesa della Madonna dei Cenciarelli, nella seconda metà del 1900.
Questo dipinto si può datare intorno al 1590.
Al disopra della tela un tondo dipinto riporta la concessione dell’indulgenza per quaranta giorni per chi recitava tre Ave Maria davanti all’immagine sacra.
Accanto alla porta sulla destra, si trova murata un’acquasantiera in pietra.
 

Fonti documentative

Danilo Magnanini – Santuario della Maestà dei Cenciarelli fuori Porta Bulagaio – 1998
Documentazione fornita dalla Famiglia Avellini
Emanuela Casinini – Perle di storia perugina; storie curiosità aneddoti – 2018

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=32525

 

Nota di ringraziamento

Da questa pagina ringrazio la Famiglia Avellini custode del Santuario da oltre sette generazioni, come attestato da un documento rilasciato dalla Parrocchia di Santa Maria delle Croci di Casamanza del 24 febbraio 1934, per avermi aperto e minuziosamente descritto il Santuario e le relative feste che vi si svolgevano.
Ringrazio altresì per la documentazione fornita che mi ha permesso di elaborate il presente testo, nonché per la cura che mettono per il mantenimento, la pulizia e l’arredo della chiesa che nonostante sia chiusa è perfettamente tenuta e con fiori sempre freschi.
 

Mappa

Link coordinate: 43.119899 12.390042

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