Rocca Accarina – Collestatte (TR)
Cenni Storici
Antico castello, originariamente chiamato Rocca Roccaria, posto tra la cascata delle Marmore e Casteldilago, su un poggio sulla riva sinistra del fiume Nera, di fronte a Collestatte.
Dominava un territorio che va dal lago di Piediluco al fiume Nera e da Casteldilago alla Cascata delle Marmore.
Gli attuali Campacci di Marmore ricadevano nel territorio della Rocca, così come gran parte dei terreni e monti sulla riva destra del fiume Velino dopo il lago di Piediluco (Monte Mazzelvetta, Monte Mardello, Monte Castellano, Monte Voto).
Feudo degli Arroni, all’inizio del XIII secolo è governato dal nobile Accarino II, che conosce San Francesco durante uno dei suoi primi pellegrinaggi in questi territori tra il 1208 e il 1210; convertito dalla predicazione del Santo Accarino, diventa frate “Illuminato dell’Arce“, lasciando i suoi averi e i diritti feudali al figlio Enrico e al fratello Ottonello.
Tra i più fedeli seguaci del santo di Assisi accompagnò Francesco anche in Terra Santa; è esplicitamente menzionato anche da Dante nella Divina Commedia, nel Canto XII del Paradiso.
Nel 1238, Ottonello aveva ceduto la sua metà della Rocca al Comune di Spoleto, riservandosi però il diritto di possesso fino alla morte.
Poiché il figlio Enrico era morto in età relativamente giovane senza eredi, tutti i suoi beni erano tornati ufficialmente di proprietà del padre.
Il Comune di Spoleto per avere pieni diritti sulla Rocca aveva bisogno di acquisire anche la parte ritornata ad Accarino, il quale però non poteva esercitare la proprietà su nessun bene a causa del suo voto all’ordine dei Francescani.
Il problema si risolse grazie al ministro generale dell’ordine, Frate Elia, che redige una specifica dispensa, il 15 Ottobre del 1238 a Spoleto, per dare facoltà a Frate Illuminato di disporre temporaneamente dei beni ricevuti dal figlio e poterne ufficializzare la cessione al Comune di Spoleto. I diritti di Spoleto su Rocca Accarina furono confermati dall’imperatore Federico II nel 1241 e dal Cardinale Legato Raniero Capocci nel 1247.
Nel 1326 la rocca fu occupata dai ribelli alla chiesa, poi riconsegnata a Spoleto.
Nel 1416 la Rocca passò ai Trinci di Foligno, che lo vendettero poi nel 1435 al comune di Collestatte con l’obbligo di non ricostruirla.
Nell’ottobre 1441 fu stipulato un accordo col quale la Rocca restava compresa nel distretto di Spoleto in cambio di privilegi ed esenzioni per gli uomini di Collestatte.
Nella Rocca sono ricordate quattro chiese, due interne: Santa Cecilia e San Nicola, e due esterne: il Monastero di Santa Maria di Caso e l’Hospitale di Sant’Angelo alle Marmore.
Oggi riemergono dalla vegetazione solo pochi ruderi, ma il sito merita un’attenta campagna di scavi archeologici.
Fonti documentative
DURANTE DORIO DA LEONESSA – Istoria della Famiglia Trinci 1638 Foligno
FAUSTI L. – I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L. – Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
Hydra studi sull’area naturale protetta regionale Parco Fluviale del Nera – Autori Vari, a cura di Miro Virili Edizioni Thyrus 2008
SANSI A. – Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
http://bctdigitale.comune.terni.it/bctD/Analiticad.aspx?ID=1358P&Pr=P&Prog=W
https://archive.org/stream/teatroaraldicoov06tett/teatroaraldicoov06tett_djvu.txt
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
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