Piedipaterno – Vallo di Nera (PG)
Cenni Storici
Piedipaterno è una frazione del comune di Vallo di Nera, in provincia di Perugia, circa 100 abitanti, ed è sede della casa comunale. È situata a 3 km da Vallo di Nera, il centro che dà il nome al comune, è ad un’altitudine di 333 m s.l.m.. Il toponimo da “Paterno” e da “Piè” vocabolo testimoniato dal sec. XIV, forma contratta da “piede”, indicante genericamente “la parte inferiore”. Alcuni reperti archeologici attestano la presenza Romana in questo territorio, nel 1876 è stata rinvenuta un’epigrafe tardo repubblicana della gens Rufria ed una analoga era visibile nel campanile della chiesa di San Sebastiano, nel 1991 sono venuti alla luce una tomba di epoca romana e frammenti fittili. L’attuale abitato, che addossa il nucleo antico a uno sperone roccioso, sorse originariamente come villa di transito si sviluppò poi come borgo commerciale del sovrastante castello di Paterno, in prossimità di uno dei pochi luoghi di attraversamento del fiume Nera. Il borgo si è sviluppato ed ha assunto una propria autonomia dopo il declino del soprastante castello di Paterno a seguito della rivolta armata dei castelli della Val di Narco contro Spoleto, 1522-1523. Già comune autonomo, unito dal 18/03/1861 a Meggiano, dal 08/10/1880 denominato Piedipaterno sul Nera fu quindi accorpato, dal 13/05/1881, nell’attuale comune, mantenendo la sede della municipalità, ivi trasferita già dal 1872. Per leggere correttamente la struttura del luogo occorre tener presente che la viabilità di valle era anticamente inesistente e il borgo era raggiungibile solo dai soprastanti castelli di Meggiano, Paterno e Geppa.
Numerosi gli edifici di culto presenti.
La Chiesa di San Sebastiano, nella frazione di Piedipaterno, fu costruita nel luogo dove sorgeva l`antica Chiesa di San Costanzo, testimoniata nei documenti fin dal 1253 e soggetta all`Abbazia di Sant`Eutizio. Divenne parrocchia in seguito alla soppressione del monastero di Santa Maria dell`Eremita, cui era affidata la cura delle anime. All’interno altare ligneo del sec. XVII; fonte battesimale di gusto tardorinascimentale del 1603 (di forma cilindrica con sculture in pietra di lapicidi lombardi). Sugli altari varie tele, ma la più antica è quella con la Madonna con Bambino in trono del sec. XIII. In sacrestia, mobile decorato da due sagome di draghi.
La cappella delle Madonna delle Grazie si trova nella parte bassa del paese. L’interno conserva un altare tardo barocco di artigianato locale.
La chiesina di San Pietro, piccolo edificio devozionale posto al di là del Nera. La facciata è semplice, con portale e finestrelle ai lati, sormontata da un piccolo campanile a vela: sopra la porta è la scritta “AGREGATA BASILIC/E S. PETRI URBIS AD LUCRANDAS INDULGENTIA A.D. MDCCLXII”. L’interno ad una sola navata è coperto da volte a crociera e a botte sopra l’altare, che conserva arredi di gusto barocco. Ornano la parete sinistra due affreschi tardo cinquecenteschi, raffiguranti la Madonna con Bambino e un Santo Vescovo; sul pavimento una tomba appartenente alla famiglia Laurenti, proprietaria della chiesa. All’epoca della visita pastorale del Vescovo Lascaris, nel 1712, la chiesa era dedicata a S. Maria della Pietà e apparteneva ancora al seminario diocesano di Spoleto. La tradizione orale tramanda che al piano superiore vi era un lazzaretto.
La chiesa dell’Eremita, nei pressi del cimitero, è un edificio sacro con cripta e monastero annesso. Nell`insieme la Chiesa dell`Eremita con la sua cripta costituiscono un organismo architettonico molto raro e, nella zona, unico. È situata lungo la sponda destra del Fiume Nera e fa parte del sistema interno di collegamento organizzato lungo la via montana che da Paterno giungeva a Sellano. Il nome del luogo rimanda alla presenza di insediamenti eremitici, infatti l`intero complesso si affaccia su un anfiteatro roccioso all’interno del quale sorsero numerose celle eremitiche, grazie anche alla diffusa presenza di grotte. L’impianto originale dell`edificio è del sec. XI (alterato da costruzioni posteriori, anche relativamente recenti). In questo luogo sorgeva anche, sull`area di una Chiesa precedente (documentata dal sec. IX) il monastero di Santa Maria de Ugonis, fondato dai monaci vallombrosani sin dall`origine dell`ordine (sec. XI), attivo fino alla soppressione sancita da Innocenzo X nel 1654. Le murature superstiti dell’edificio monastico consentono ancora di apprezzarne le dimensioni e l’articolazione. L’importanza del cenobio è confermata dall’esistenza (fino al suo trafugamento nel 1974) di una Madonna lignea del sec. XIII e di un trittico datato 1451, opera del Maestro di Eggi (fino al 1950 appartenente ad una collezione americana). Il primitivo orientamento verso monte del portale romanico della Chiesa (attualmente riutilizzato nell`ingresso del cimitero) dimostra che l`unico accesso un tempo avveniva solo dall`alto. L’interno ha una sola navata con transetto, al quale è collegata una piccola cappella poco più tarda. Gran parte della navata (di cui restano solo i muri laterali) è stata inopportunamente invasa dalle cappelle dell`attiguo cimitero. La parte superstite della navata ed il transetto, consolidati negli anni Settanta del `900, conservano affreschi del Maestro di Eggi e dei sec. XV – XVI e XVII, tra cui una Madonna con Bambino.
L’ambiente absidale, a terminazione rettilinea, è coperto da volta a botte e conserva tracce di affreschi del sec. XIV (oggi non più accessibile dal presbiterio). Dalla strada si accede alla rara cripta a croce greca databile al sec. XI.
Vallo di Nera e il suo Territorio – Storia, Arte, Ambiente e Tradizioni AA. Vari Arti Grafiche Celori – Terni
Articolo fornito da Silvio Sorcini