Necropoli Chiusa Cima – Barbarano Romano (VT)
Cenni Storici
Si trova all’interno del parco di Marturanum, un’area naturale protetta, con un’estensione di 1240 ettari che ricade interamente nel comune di Barbarano Romano.
Il sito, istituito nel 1984, ricopreuna superficie collinare ai margini nord-orientali dei monti della Tolfa, a breve distanza dai monti Cimini.
Chiusa Cima è la necropoli meridionale principale e una delle più grandi e monumentali con centinaia di tombe di tipologia diversa che vanno dalla fine VIII secolo a.C., periodo dell’Orientalizzante antica fino al primo Ellenismo, inizi del III secolo a.C..
Si tratta prevalentemente di tombe rupestri, soprattutto a dado, scavate dal tufo su vari livelli, in parte intorno a piazzette sepolcrali.
Uno dei monumenti principali di San Giuliano è rappresentato dal Tumulo Cima e dal monumento affiancato con cippi a obelisco.
Questo complesso funerario importantissimo è noto sin dal 1921, fu scavato e restaurato fra il 1962 e 1975, comprende sette tombe, la principale e più antica del terzo quarto del VII secolo a.C. con un ampio dromos scoperto e sette camere (tipo ceretano B).
Il tumulo ha un diametro di ben 25 metri e un tamburo ricco di modanature (conservate solo in alcuni parti); è sconosciuto il nome della famiglia aristocratica proprietaria.
Il vestibolo quadrangolare della tomba più antica orientata verso nord-ovest (cioè verso il settore delle divinità degli Inferi secondo la scala etrusca celeste) è caratterizzato da un soffitto piano a cassettoni con decorazione dipinta a catene di palmette e con porte doriche.
La camera principale, restaurata dopo un crollo negli anni 80 del secolo scorso, ha quattro pilastri, un soffitto piano a cassettoni, un grande letto costruito in blocchi con gambe a rilievo ed era dipinta sulla parete di fondo con due felini rampanti in schema araldico e separati da una palmetta centrale.
Alcuni corredi recuperati dalla tomba sono esposti al museo di Barbarano, tra cui una bella oinochoe protocorinzia di tipo cumano e con decorazione ad aironi e alcuni vasi italo-geometrici.
Ancora vasi in impasto rosso (fra cui un grande pithos con 4 anse a maniglia verticale e decorazione incisa con una teoria di grifoni alati sul corpo), vasi in bucchero e in impasto rosso, rocchetti e peso di telaio, vago in pasta vitrea, pendaglio e spirale in oro.
Dalla Tomba 7, risalente alla seconda metà del VI secolo a.C., dallo stesso tumulo vasi in bucchero, in impasto rosso, due olle a corpo costolato e un braciere, vasi attici a figure nere, fra cui un’anfora con Teseo e Minotauro databile intorno al 540 a.C..
La camera laterale a sinistra del dromos fu riservata alle cerimonie cultuali.
Essa include un basamento di altare (ligneo o costruito in blocchi di tufo) ed è caratterizzata da una struttura architettonica di un padiglione con lesene scanalate e soffitti lignei riprodotti in tufo, nella parte iniziale “a ventaglio” come nelle coperture delle antiche capanne ovali.
Le altre sei tombe di epoca posteriore (seconda metà del VI secolo) sono molto più semplici a monocamera con tetto a doppio spiovente, due letti funebri e una panchina in fondo.
Sul lato orientale del tumulo si vedono i resti di un basamento rettangolare coronato originalmente da due file parallele di cipponi a obelisco, una specie di area cultuale all’aperto destinata a sacrifici o libagioni in onore degli antenati, un unicum in Etruria.
Proseguendo, scendendo verso valle troviamo una serie di tombe a dado finto e semidado, affiancate o in fila intorno a delle piazzette.
Si giunge quindi alla Tomba Costa risalente alla prima metà del V secolo a.C. con alta facciata e con grande porta dorica semifinta.
Tra la vegetazione si intravede ancora ciò che resta della decorazione e quel che rimane della scalinata di accesso alla terrazza, ove erano svolti i riti in commemorazione dei defunti.
Il suo interno è diviso in un’ampia camera centrale e due camere laterali più piccole.
Nella camera principale si notano tre porte doriche monumentali, quella in fondo risulta finta per suggerire una planimetria a croce, stava a simboleggiare l’accesso all’aldilà.
Il soffitto di grosse travi a due spioventi imita le coperture lignee delle abitazioni.
La tomba è stata probabilmente abitata nel medioevo.
Altre tombe importanti sono collocate nella zona di Chiusa Cima – Valle.
Sotto la Tomba Costa passa un cavone cioè una via sepolcrale che collega l’altopiano con una piazzetta sepolcrale circondata da tombe di varia tipologia parzialmente segnalate esternamente da porte doriche.
Di particolare interesse è una piccola facciata imitante la fronte di una casa, con tetto sporgente sorretto dal columen e dai mutuli in rilievo: nel vano rettangolare della porta è ricavato il loculo sepolcrale.
Tra le tante altre tombe, tutte interessanti da visitare sono particolarmente notevoli le Tombe gemelle o gemine a semidado del V secolo con camere insolitamente scavate ad angolo obliquo e la Tomba della Porta dorica del primo ellenismo con porta dorica finta con proiecturaea becco di civetta elaborata finemente a rilievo su vari “strati“.
Di particolare importanza è la Tomba Rosi a dado vero parzialmente costruito a blocchi della prima metà del VI secolo; la sua planimetria è di chiara derivazione ceretana e comprende un grande vestibolo trasversale e tre celle posteriori con letti e letti-sarcofagi, porte doriche e finestrelle.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia l’amico Pierluigi Capotondi, preziosa guida del territorio.
Fonti documentative
Stephan Steingräber – La necropoli etrusca di San Giuliano e il Museo delle necropoli rupestri di Barbarano Romano – Associazione Canino info Onlus, 2009
Stephan Steingräber – San Giuliano e Barbarano Romano – Acquapendente, 2022
Da vedere nella zona
Barbarano
Chiesa rupestre di San Simone
Blera
Chiesa rupestre anonima di Luni sul Mignone
Insediamento di San Giovenale
Tomba delle Cariatidi
Necropoli della Casetta
Il Cavone
Mappa
Link alle coordinate: 42.25825067876192, 12.079658047953068