Convento di San Giovanni – San Mamiliano (TR)

Il convento si raggiunge a piedi per una mulattiera che si imbocca dalla chiesa di San Mamiliano, una passeggiata di seicento metri nel bosco appagata poi da un meraviglioso panorama sulla vallata.

 

Cenni Storici

Il Convento di San Giovanni nacque probabilmente come luogo di eremitaggio sulla sommità di un rilievo montuoso a circa 600 metri dal castello di San Mamiliano, forse prima dell’anno 1000 sulla scia della spinta eremitica portata nella Valnerina dai monaci siriaci, solo successivamente si trasformò in cenobio. Ciò si può dedurre dai pochi resti rimasti, tra cui una modesta chiesa, dei resti di mura di contenimento perimetrali, un rudere che doveva essere una torre che potrebbe aver avuto anche funzioni di campanile e un pozzo sulla sommità dell’altura.
Il crinale su cui sorge il complesso si è dimostrato strategico fin dall’antichità, infatti troviamo tracce di antropizzazione sin da epoca protostorica, ed in epoca romana come testimoniano i ritrovamenti sul monte Moro.
Il complesso Collinare, che separa la Valnerina dalla valle del Tescino, su cui insiste la struttura, insieme al fortilizio di San Mamiliano, a differenza della situazione attuale, in passato si trovavano lungo una direttrice viaria di attraversamento importantissima che collegava i Centri della Valnerina con la Flaminia per Spoleto oggi sostituita dalla moderna Provinciale. Una via di intenso utilizzo in quanto metteva in comunicazione la Toscana con l’Abruzzo ed in particolare era interessata dai commerci della Lana che partivano dall’Abruzzo e arrivavano alle gualchiere di Prato della famiglia Medici ( argomento trattato in questo sito come “ Via della Lana “ nella pagina della chiesa di Santa Maria Assunta a Castellonbasso ). Di fatto l’utilizzo più recente di questa direttrice viaria si è avuto nel XVII secolo con il papa Urbano VIII (Matteo Barberini, già vescovo di Spoleto) che la utilizzo per il trasporto del ferro dalle miniere di Monteleone verso Roma incrociando la Flaminia a Scheggino.
Il luogo quindi in passato non era assolutamente interessato dall’isolamento a cui è sacrificato ora.
Non si hanno notizie storiche precise poiché lo stesso come la maggior parte delle chiese della zona erano sottoposte al Capitolo Lateranense pertanto la ricerca delle informazioni andrebbe fatta negli archivi Vaticani e ad oggi nessuno l’ha ancora fatta, però l’importanza del sito è stata avvalorata da una tesi del dott. Tomassini Giovanni che nel suo libro “ Gli ultimi custodi del Tesoro Templare “ (Editrice Atanor 2011) attribuisce all’Abbazia un ruolo determinante nella vicenda della persecuzione dei Templari.
Nel testo si afferma che una parte del tesoro Templare sia stato lasciato proprio a San Mamiliano e che gli ultimi residenti siano ancora i tenaci custodi di un segreto storico.
 

Aspetto

Rare tracce rimangono del Cenobio, della ex chiesa di San Biagio resistono brandelli delle pareti mentre del tetto non resta traccia. Sull’altopiano è presente ancora la buca del pozzo che serviva per l’approvigionamento idrico, e qua e la tra i rovi cumuli di pietre fanno pensare alle mura perimetrali.
Ciò che colpisce è la meravigliosa veduta che si ha su tutta la vallata fino a Terni, non a caso infatti questo era il punto in cui sorgeva la primitiva Rocca di San Mamiliano che solo successivamente fu trasformata in Cenobio e ancora dopo in deposito e rimessa per animali.
 

Mappa

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