Chiesa di San Giovanni e dell’Immacolata Concezione – Beviglie di Assisi (PG)
Cenni Storici
Le due chiese di fatto sono una sola in quanto l’una è la sacrestia dell’altra, infatti la chiesa di San Giovanni era un tempo fuori dal castello di Beviglie ed essendo diruta fu trasferita nel castello e la piccola chiesa esistente che era affiancata ne divenne appunto la sacrestia.
Di fatto così come stanno le cose la chiesa più antica è quella dell’Immacolata anche se non si conosce con precisione la data di edificazione, ma è anche la più interessante dal punto di vista artistico.
La storia della piccola chiesa situata all’interno del castello di Beviglie, secondo i documenti in nostro possesso comincia nel 1527, ma sicuramente, pur in mancanza di documenti che lo attestino possiamo affermare che era esistente da molto prima.
Il documento a cui si fa riferimento è un testamento redatto il 29 agosto del 1527 da un certo Carolus Andree de Campello, abitante nel castello di Beviglie il quale lasciava una certa somma perché venisse dipinta l’immagine del Crocifisso nella cappella di S. Maria di Beviglie, ornata “auro et azurro fino“.
Alla stessa chiesa, come detto posta entro il castello di Beviglie, veniva lasciato, inoltre, un fiorino nel 1534, al fine di ornarla e di dipingervi un’immagine non precisata “pro acconcimine sive ornamento conficiende figure in ea“.
Secondo il resoconto della Visita pastorale di mons. Rondinini del 1666, in questa cappella aveva sede la confraternita dell SS.ma Concezione; chiesa e confraternita si chiameranno anche della SS.ma Concezione Immacolata di Beviglie.
Nella Visita di mons. Landi-Vittori, che salì a Beviglie nel 1846, si legge, tra l’altro: “Vicino a questa ( .. . ) è annessa una piccola chiesa, nella quale una volta era la Compagnia (societas) della B.V.M. Immacolata e dove anche ora questa Festa è celebrata dalla famiglia Bernabei.
Oggi questa piccola chiesa funge da sacrestia, ma ancora sull’altare si vede l’immagine dipinta della medesima B. V. Maria, come anche alcune altre immagini (S. Francesco, S. Antonio, S. Sebastiano), intorno alle pareti della chiesa …”.
Oggi questa piccola cappella funge da sacrestia della chiesa adiacente dedicata a San Giovanni, in origine situata fuori dal castello.
Entrambi le chiese sono state accorpate alla Parrocchia di San Bernardino di Tordibetto nel 1717 come si apprende dalla visita di mons. Palmerini compiuta in quell’anno.
Ancora oggi nella chiesa del castello di Beviglie si celebrano messe nel giorno dell’Ascensione.
Aspetto esterno
Entrambi gli edifici sono inglobati in un blocco residenziale per cui è difficile la lettura per un occhio non esperto, comunque la chiesa madre presenta un portale in mattoni con un rincasso e un sagrato quadrato in mattoni.
La luce all’interno è garantita da un’ampia finestra posizionata sopra il portale e un’altra sulla parete destra.
La cappellina che funge da sacrestia è alla destra arretrata di diversi metri rispetto la facciata ed è anch’essa inglobata nel fondo di un edificio residenziale.
Interno
Stranamente in questo caso la Sacrestia è molto più interessante della chiesa stessa per cui si procederà a dare due descrizioni distinte.
La chiesa di San Giovanni è a navata unica con un tetto a solaio con travi in legno e pianellato.
Le pareti sono intonacate; il presbiterio è rialzato di un gradino e voltato a botte, sopra l’altare una tela raffigurante la Vergine in gloria tra i santi Giovanni Battista ed un santo Vescovo opera di Francesco Appiani.
La cappella dell’Immacolata Concezione, conserva all’interno alcuni affreschi; sulla parete d’altare diverse figure: alla sinistra una Crocifissione però difficilmente avvicinabile al documento del 1527 sopra citato in quanto presenta una data ben più tarda.
Al centro, sopra la mensa d’altare in pietra locale, spicca una Madonna con Bambino datata 1525 attribuita a Francesco Tartaglia, in fondo al trono della Vergine corre la scritta:
“QUESTA LA FACTA FARE BASTIANO DE MATTIVOLO MCCCCCXXV“.
Alle spalle della Vergine, oltre un drappo fiorito, si intravvedono due angeli in adorazione; la composizione è estremamente arcaizzante e risale a prototipi tardotrecenteschi, utilizzati nell’Umbria meridionale.
Alla destra un’immagine di San Francesco con libro e probabilmente una croce; sono ben visibili le stimmate e attraverso uno strappo della tonaca si vede la ferita del costato.
Sulla parete destra un Santo con un bastone e cappello in mano forse San Giacomo Maggiore e a fianco la Vergine con il Bambino benedicente.
In questo caso l’autore rivela una cultura più aggiornata, ispirata a modelli della tarda produzione raffaellesca, che ebbe ad Assisi il suo esegeta in Dono Doni, possiamo riferire il dipinto ad un seguace del Doni, forse Cecco di Bernardino.
In tal caso potrebbe accettarsi una datazione prossima al 1534 in coincidenza con uno dei documenti citati.
Sulla parete sinistra partendo dalla porta un affresco di scarso valore e poco leggibile con due figure inginocchiate e una in piedi di difficile interpretazione forse un ex voto.
Dopo la porta che introduce in chiesa un San Sebastiano e sopra una Madonna con Bambino di fattura molto tarda.
Fonti documentative
Francesco Santucci – Due Castelli dell’Umbria Tordibetto e Beviglie – 1985 con commenti pittorici di Elvio Lunghi