Chiesa di San Domenico – Gubbio (PG)
Cenni Storici
La chiesa di San Domenico, l’antica S. Martino, si trova all’interno del centro storico di Gubbio, più precisamente nella parte nord-ovest del centro storico nel quartiere San Martino, nella piazza Giordano Bruno.
Una prima chiesa è documentata in loco fin dal secolo XI.
L’attuale edificio fu eretto alla fine del secolo XIII, consacrato dal vescovo Benvenuto nel 1287 e concesso ai Domenicani nel 1302; a questi si deve una ricostruzione dell’edificio con l’adozione del sistema di copertura ad archi-diaframma, ora occultato al di sotto delle volte settecentesche.
La chiesa si sviluppa in prossimità di quelle che anticamente era il complesso di cinta muraria a protezione della città.
Nel 1339 la chiesa fu ampliata e, verso la metà del XV secolo fu eretto oltre le vecchie mura civiche l’attuale presbiterio.
La facciata è rimasta incompiuta.
L’interno subì una radicale trasformazione nel secolo XVIII.
Recenti restauri hanno riportato alla luce affreschi trecenteschi e della scuola del Nelli.
L’archivio e la ricca biblioteca del convento sono stati recentemente riorganizzati.
Interno
L’interno è a navata unica, con cappelle disposte su ambo i lati.
Nella prima cappella di sinistra sono stati riportati alla luce affreschi trecenteschi, molto deperiti e di difficile lettura, sulla parete di sinistra, al registro superiore, una scena affollata, ma molto lacunosa e non riconoscibile, al registro mediano, Martirio di San Biagio, Sant’Ubaldo, una Santa Martire e Sant’Apollonia; al registro inferiore una Crocifissione e una Madonna in trono.
Sulla parete di fondo, al registro superiore, campeggia un gigantesco Cristo giudice in trono, con una spada nella mano destra e una ruota nella sinistra, a fianco sulla destra, una piccola scena raffigura la Dormitio Virginis.
Al registro inferiore si riconoscono la Preghiera nell’orto degli ulivi e la Salita al Calvario.
Nella seconda cappella di sinistra sono affrescate Storie di San Pietro Martire, opera della fase più avanzata fase di Ottaviano Nelli; pur rimanendo assai interessante lo sforzo narrativo dell’artista, si osserva una ripetizione di temi già proposti e un più ampio intervento della bottega.
La terza cappella di sinistra ospita un Cristo ligneo e, sulla parete di destra, un affresco con due Santi, non riconosciuti.
Segue la cappella dei Lombardi con affreschi del 1546-57, tra cui una Madonna col Bambino, attribuita a Raffaellino del Colle.
Nella quinta cappella di sinistra orna l’altare una raffigurazione di San Vincenzo Ferrer, tavola attribuita a Jacopo Bedi.
Dopo una porta orna la sesta cappella una tela del 1612, opera di Giovanni Baglioni, raffigurante la Maddalena.
Sull’altare è posta una bella Pietà del tipo vesperbild, in terracotta del 1400.
Dopo il pulpito igneo, si incontra la settima e ultima cappella, che contiene una raffigurazione di Sant’Antonio abate, opera attribuita a Giorgio Andreoli.
Nel transetto sinistro l’altare conserva una tela raffigurante i Tre regni opera di Felice Damiani datata 1603.
Dietro l’altare si trova un bel coro ligneo recante la data 1593, in parte intarsiato da Pierangelo di Antonio, in parte dorato, è formato da ventisei seggi a tarsie ed intagli, e ventisei stalli con Santi e ornati messi a graffito su fondo d’oro.
Al centro si trova un magnifico leggio, opera cinquecentesca dell’intarsiatore eugubino Mariotto di Paolo Sensi, detto “il Terzuolo“.
Nell’altare del transetto destro è allocata una statua lignea della Madonna col Bambino.
Nella settima cappella di destra si ammira la Comunione degli Apostoli, tavola attribuita a Giuliano Presutti.
Dopo un confessionale ligneo, sopra cui è allocata una tela raffigurante l’Annunciazione, si trova la sesta cappella, la cui pala d’altare raffigura la Natività; dopo la porta, alla successiva Madonna che sostiene l’immagine di S. Domenico fra Angeli e Serafini, lo stendardo è fiancheggiato da Santa Maria Maddalena e Santa Caterina, in basso, inginocchiati Papa Pio V, San Lodovico, San Bertrando e San Giacinto stanno genuflessi innanzi a quella immagine, opera attribuita all’Allegrini.
Nella calotta della quarta cappella un affresco, molto deperito, raffigura l’Incoronazione della Vergine.
Nella terza cappella una Santa inginocchiata davanti al Crocifisso, sotto un quadretto raffigurante la Madonna col Bambino; nella successiva si trova un interessante ciclo di affreschi di un ignoto pittore eugubino della seconda metà del XV, raffigurante, al registro mediano meglio conservato, l’Adorazione dei Magi.
Al registro inferiore sono affrescati un’Annunciazione, e San Giuliano l’Ospitaliere.
Ai lati della cappella altri affreschi, molto danneggiati, si riconosce, nel registro mediano di destra, un San Leonardo.
Altri affreschi si trovano nella prima cappella di destra, al registro superiore Incoronazione della Vergine, al registro di mezzo Madonna in trono col Bambino tra Santi, illeggibile quello del registro inferiore.
Fonti documentative
Guardabassi Mariano Indice-Guida dei Monumenti . . . dell’Umbria pubblicato da G. Boncompagni e C., Perugia, 1872
http://www.bellaumbria.net/it/religione-e-spiritualita/chiesa-san-domenico-gubbio/
http://www.treccani.it/enciclopedia/gubbio_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Medievale%29/
http://www.treccani.it/enciclopedia/ottaviano-nelli_(Dizionario-Biografico)/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.