Chiesa di S. Giorgio all’Isola – Montemonaco (AP)

Cenni Storici

La Chiesa di S.Giorgio risale al IX, X secolo; è una chiesa romanica anticamente appartenente all’Abbazia di Farfa. Un documento risalente al 996 documenta chiaramente l’appartenenza della suddetta chiesa all’Abbazia di Farfa ed infatti qui vi si legge che l’abate di Farfa Giovanni III, concesse a tre presbiteri, loro vita natural durante, la diruta Chiesa di S.Giorgio la quale inizialmente, era situata presso località Cerquito. S.Giorgio, però, non comunicava direttamente con l’Abbazia di Farfa bensì tramite il monastero di S.Vittoria in Matenano, sede vicaria per il Piceno dell’Abbazia di Farfa. Si conferma questa dipendenza dal monastero per la presenza nella chiesa dì rappresentazioni raffiguranti S.Vittoria. Nel 1586 la Chiesa di S.Giorgio venne inclusa nella Diocesi di Montalto, da poco costituita per volontà di Sisto V. S.Giorgio anticamente fu anche una «praepositura» in quanto era officiata da almeno tre sacerdoti. Il rettore della chiesa avente cura d’anime era denominato «praepositus» perché posto a capo di altri chierici e sacerdoti. Di questa qualifica poté avvalersi D.Giovanni de Leonardis che la mantenne per circa 43 anni. Grazie a D.Giovanni de Leonardis poterono aver luogo i lavori di restauro della chiesa che iniziarono nel 1535 così come indicato sul portale d’ingresso della chiesa. All’interno della chiesa, che attualmente consta di due navate, troviamo vari affreschi (S.Antonio Abate, S. Sebastiano, S. Bartolomeo, immagine della crocifissione, la Madonna con il bambino…), tutte risalenti al sec. XVI e attribuibili a Giacomo Agnelli di Patrignone, pittore minore della seconda metà del 1500 appartenente alla pittura popolare marchigiana. Grande interesse artistico suscita la visione del BALDACCHINO esistente dietro l’altare, che reca visibile la data della sua costruzione: 1555. In esso vi troviamo rappresentate molte immagini votive tra cui emerge quella del Santo al quale è dedicata la chiesa: S. Giorgio. La parte più bella e anche la più antica della chiesa è però il catino dell’abside nel quale troviamo raffigurate, nella calotta, la « Deésis » ovvero la « Grande Preghiera », nel tamburo, la teoria degli Apostoli. Nella chiesa sono inoltre presenti due altari, opere dell’artigianato marchigiano del XIX secolo; uno è dedicato all’Immacolata, l’altro al Santissimo Crocifisso. Nella parte antistante la chiesa vera e propria c’è anche un campanile, il quale, con molta probabilità, era anticamente un torrione avente scopo difensivo.
 

Per approfondimenti maggiori: www.montemonaco.com

 

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