Chiesa della Madonna dell’olivo – Castello San Vito di San Venanzo (TR)
Cenni Storici
Narra la leggenda: “Una fanciulla di nome Agata del Bastardo,che abitava in un podere alle falde del Monte, nel versante di ponente, al vocabolo “Colonia”, mentre andava ad attingere acqua nella vicina fonte, le apparve la Vergine SS. sopra un olivo.
Ritornando a casa riferì la visione avuta, ma nessuno le dette ascolto anzi fu presa per matta.
Andando di nuovo ad attingere acqua, ricomparve la bella Signora, e come segno straordinario le caricò la brocca rovesciata piena d’acqua.
Vedendola ritornare con la brocca rovesciata in testa, credendo che fosse vuota, la presero sul serio per pazza.
Ma quando constatarono che la brocca era piena d’acqua, cominciò la loro meraviglia“.
La Vergine SS. aveva chiesto che in quel luogo fosse costruita una Chiesa.
Successe poi che la giovane morì e il giorno del funerale della giovane Agata Bastardini o del Bastardo, la bara divenne pesantissima e dovettero lasciarla accanto all’olivo delle apparizioni, luogo dove poi fu eretta una grande edicola, che fu poi ingrandita oltre l’arco “trionfale“.
Fin qui la leggenda tratta dalla tradizione popolare.
Da una iscrizione dietro l’altare sotto la “nicchia” dove è posta l’immagine della Madonna leggiamo, “Questa opera fu fatta fare dalla comunità di S. Vito ad honore di Dio e di Maria, per li suoi miracoli, et questa fu edificata l’anno 1530 sotto il Pontificato di Clemente Papa VII, per ispirazione della vita di Agata Bastardati (del Bastardo) a ella apparita miracolosamente sopra l’olivo …”
La ragazza fu sepolta nella chiesetta dove la Vergine SS, era a lei “apparita” (da notare che fu un privilegio in quanto il cimitero era nella chiesa parrocchiale del castello).
Come ricorda l’inventario dei beni della “Chiesa Parrocchiale di S. Vito nel castello di S. Vito“, redatto nel 1828, la “Chiesa Filiale sotto il titolo della Madonna delle Olive” fu edificata nell’anno 1528, o 1530 secondo altre fonti.
Lo stesso manoscritto del 1828 descrive la chiesa confinante “da tramontana con i beni del Sig. Paolo Viti, da levante colla strada e da ponente, e mezzogiorno con i fondi Comuni“, con un solo altare “in cui vi è una nicchia dove si conserva la statua di Maria SS.ma fatta di terra cotta dipinta col Bambino in braccio“.
Nel IV centenario dell’apparizione, 5 agosto 1930, il parroco di allora Don Angelo Cinelli, rifece il nuovo altare di terracotta, fece ridurre la nicchia dove era posta la statua della Madonna e la fece proteggere da uno sportello con vetro, riesumò le ossa della ragazza collocandole in un urna, che tuttora si possono vedere e racchiuse sotto l’altare il tronco della pianta di olivo dove era apparsa la Vergine SS.
Il tempio era affrescato, probabilmente con quadri votivi.
Per la peste del 1600 le pitture furono rintonacate, infatti la chiesa fu adibita a “Lazzaretto“.
La fonte dell’acqua restò nel suo aspetto originario fino al 1964 quando fu costruita una fonte in muratura pochi metri distante dall’originale.
Ogni anno il giorno della festa della Madonna (5 agosto) viene benedetta; il fedele ricorre a quest’acqua in ogni grave circostanza come segno di benedizione e protezione della Vergine SS. dell’Olivo.
L’immagine della Madonna è in terra cotta del ‘500; rappresenta la Vergine SS. seduta su un trono, tiene sulle ginocchia Gesù Bambino che tiene in mano il mondo e su una porge un ramoscello di olivo.
La statua è stata riverniciata negli anni 60 del ‘900 e senz’altro è stata rovinata perdendo il suo aspetto originario e sempre in quegli anni venne rifatta la facciata della chiesa.
Nel 1984, il vescovo diocesano Mons. Lucio Grandoni, essendo la chiesa originaria in campagna e isolata, considerando i tempi che corrono e temendo venisse trafugata o rovinata, fece collocare la statua originaria nell’attuale chiesa parrocchiale di S. Vito in Monte in una nuova cappella appositamente costruita con la generosità di tutti i fedeli, e nella chiesetta originaria fu collocata una fotografia della statua.
All’anno 2000 risalgono il rifacimento della copertura, con capriate, lignee e in ferro, ed il restauro dell’ambiente interno.
La devozione è molto sentita, lo dimostrano i numerosi ex-voto, ed è un continuo pregare dei fedeli dinnanzi alla sua Sacra Immagine, tanto cara e familiare.
Aspetto esterno
La chiesa si presenta di modeste dimensioni con tetto a capanna.
il portale d’ingresso, con cornice in stucco, è anticipato da una gradinata in pietra e sormontato da una stretta bifora.
Interno
La Chiesa campestre della Madonna dell’Ulivo, la cui forma attuale è risultato di un ampliamento eseguito all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso, attraverso il quale è stato raddoppiato anteriormente il corpo di fabbrica, è costituita da una unica navata, intonacata e tinteggiata, coperta in parte a doppia falda, in parte in piano; i due ambienti successivi sono uniti da un arco trionfale a tutto sesto.
Il presbiterio, rialzato di un gradino e protetto da una balaustra in muratura, ospita l’altare maggiore, in cotto decorato, ai lati del quale sono conservati affreschi di buona fattura; il locale della sacrestia si apre lungo la parete sinistra.
Fra i pochi affreschi rimasti possiamo vedere alcuni frammenti fra cui un S. Vito, un S. Sebastiano, un S. Isidoro, un sacerdote officiante, piccoli quadri della Madonna.
Nella nicchia, verniciata di celeste, dove era posta la statua, è tornato alla luce un dipinto, una bellissima tenda rotonda (da campo) decorata, aperta che costituiva lo sfondo della statua; ora il tutto è coperto dalla fotografia.
Fonti documentative
Pietro Caruso – San Venanzo le sue Frazioni la sua Gente ieri e oggi – 1996
http://necrologie.repubblica.it/
Nota di ringraziamento
Ringrazio sentitamente la Dott.ssa Anna Maria Bertolini che mi ha fornito dettagli descrittivi importanti della storia della chiesa ed inoltre la ringrazio per la pazienza manifestata nei miei confronti.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.