Chiesa della Madonna dei Calcinari – Sefro (MC)
Cenni Storici
Giungendo a Sefro da Pioraco, ci si imbatte dapprima, sulla sinistra, nella Chiesa della Madonna dei Calcinari, quindi, dopo poche decine di metri, si arriva nella Contrada di Casci. Questa contrada, edificata prevalentemente a monte della strada provinciale, presenta due gruppi di edifici accentrati con evidenti caratteristiche medievali, nonostante i numerosi e talora discutibili interventi edilizi. A valle della strada e verso il fiume sono presenti invece gli edifici più interessanti e fra questi i resti della chiesa di San Pietro, il Mulino ed un edificio attualmente adibito a stalla, posto nei pressi dello Scarsito e di un ponticello che conduce a San Pietro. Quest’ultimo edificio a due piani, abbastanza intatto, conserva delle aperture con ardii a sesto leggermente acuto ed un bel paramento murario che sembrerebbero risalire almeno al XIV secolo. Se si eccettuano singoli edifici, la prima citazione vera e propria del terziere di Casci risale soltanto agli Statuti del 1423 in cui esso è elencato insieme agli altri due. Il pagese di Casci, detto anche di calcinane compare inoltre nella documentazione notarile del XV secolo, a partire dal 1430, sia con appezzamenti di terreno, ma anche e soprattutto con numerosi edifici 0domus, domus cum solo hedifitio, Cassino, casarena), ponte, aie, etc.. Al pari degli altri terzieri Casci è citato nei verbali dei Consigli Comunali di Sefro a partire dal 160, 1329.
Santa Maria dei Calcinari: La Chiesa di Santa Maria dei Calcinari, posta all’inizio di Sefro provenendo da Pioraco, è un edificio abbastanza ampio, ad un’unica navata, addossato alia parete rocciosa e con la facciata a capanna. Questo edificio sembrerebbe risalire almeno al XV secolo anche se non è ricordato negli Statuii del 1423 e nella documentazione notarile della medesima epoca è citata solo la contrada dei calcinari. E’ anche vero tuttavia che in un atto dell’anno 1478, oltre alla Pieve è ricordata a Sefro una Ecclesia Scinde Marie de Loreto, che potrebbe identificarsi con la chiesa dei Calcinari. La prima notizia inequivocabilmente certa risale tuttavia al Verbale della Visita Pastorale di Mons. Camagliani il 25 settembre del 1573, nella quale si legge che fu visilata la chiesa o oratorio di Santa Maria dei Calcinari, alla quale risultava unito il Beneficio di San Benedetto di Ninguaro, che entrambi erano in possesso di una Confraternita di Santa Maria. La Confraternita, detta dei Calcinari, col suo Priore compare altresì in due atti notarili del 1594333 ed in un atto del 1614. La chiesa risulta visitata anche in occasione della Visita Pastorale del 1718 e compare pure nei Catasti dell’anno 1809 al quartiere Casci ed in un Catasto urbano del 1833. All’interno della Chiesa furono eseguite numerose pitture votive fra il XV ed il XVI secolo delle quali a tutt’oggi risultano sopravvissute quattordici. Di queste, dieci sono state dipinte all’interno della facciata, e quattro nella parete sinistra entrando. E’ proprio l’ultima di queste pitture, una piccola figura di Santo che finisce per essere il documento più antico della Chiesa della Madonna dei Calcinari, essendo datata 1457. Nelle altre pitture compaiono soltanto le date del 1502 ai piedi di una Madonna con Bambino posta sopra la porta di ingresso e la data del 1544 in un San Matteo a destra, entrando. Molte delle figure sono mutile e comunque rovinate dal tempo e dall’uomo ed i medesimi soggetti sono ripetuti più volte, trattandosi di tre Madonne con Bambino, di altrettante rappresentazioni di San Benedetto (essendo unito a questa chiesa l’Eremo di San Benedetto di Ninguaro), di varie figure di Santi, in gran parte Evangelisti, di due San Sebastiano e di una sola Crocifissione. Dal punto di vista della qualità, le pitture non risultano di gran pregio, fatta eccezione per alcune di esse come il San Sebastiano e la Crocifissione della parete di ingresso, che peraltro potrebbero appartenere alla stessa mano. Le pitture della parete di ingresso inoltre sono racchiuse in una stessa architettura, dipinta per accomunare opere diverse eseguite in momenti diversi, da artisti diversi.
Sefro – Sorti – Agolla – Tre Comuni una storia
Claudio Mazzalupi – Antonio Bittarelli