Castello di Pilonico Paterno – Perugia

Del vecchio castello è rimasta la torre e delle abitazioni private intorno, ma nel complesso è tenuto piuttosto bene. Il panorama collinare intorno è stupendo.

 

Cenni Storici

Secondo la tradizione si fa derivare il nome di questo castello dal dio etrusco Pilumno, divinità celebre tra queste popolazioni, ma venerato particolarmente dai perugini: questo fa supporre che in quel luogo esistesse un tempio a lui dedicato.
Forse [però] più accreditata è l’ipotesi che l’etimo derivi da tale Pilonicus, antico feudatario e che Paterno sia stato un termine ereditario “lascito per via paterna“.
I vecchi del posto parlano di un l’ultimo discendente della famiglia ‘Pilonico’ o ‘Pilonicus’ che pare abiti in Austria e che svariati anni addietro sia passato a vedere quei luoghi.
Nel 1059 fu donato da papa Niccolò II a Bonizone, abate del monastero di San Pietro.
Nei repertori dei secoli XIII (con 23 fuochi [vedi ‘Medioevo rurale perugino. Una ricerca sul territorio dell’attuale XII Circoscrizione del Comune di Perugia’, di Giovanni Riganelli, Comune di Perugia, 1989]) e XIV appare come villa del contado di Porta Sole; in quelli del secolo XV come castrum (nel 1469 contava 18 fuochi, nel 1499 28 fuochi).
Il 26 giugno 1348 Andrutius quondam Filipputii domini Andree fondò un ospedale a Pilonico che sarà gestito dalle monache di santa Chiara di Assisi.
Le motivazioni devozionali che portarono alla costruzione dell’ospedale, derivavano dalla grande epidemia di peste che da quell’anno stava affliggendo Perugia e tutto il territorio, dove aveva fatto circa centomila morti. La peste non risparmiò nemmeno i medici: il 18 giugno 1348 trovò la morte il celebre Gentile da Foligno attivo a Perugia dal 1325.
Nel 1371, dopo i sanguinosi eventi della rivolta dei popolari, si trovano nominati a Perugia come nobili alcuni abitanti di Pilonico: Nicola e Matteo Villani, Pietro e Simone Ceccoli, Tancio Rufini.
La chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria, accatastata già nel 1350, finì nel 1467 sotto la giurisdizione dell’abbazia di san Giustino.
La chiesa sorgeva su un’edicola raffigurante la Madonna delle Croci che nel 1602 cominciò a compiere miracoli, tanto che il 13 maggio 1607 fu benedetta dal vescovo di Perugia Napoleone Comitoli (1591 – 1624) che vi cresimò 549 persone; da allora fu dedicata alla Madonna di Loreto.
Fu la residenza della nobile famiglia Villano di Perugia. Nel 1603 qui visse Carlo Giacinto Villano, figlio di Adorno, molto stimato e conosciuto per aver ricoperto importanti cariche militari.
Nel censimento dello Stato pontificio del 1853 contava 390 abitanti. In seguito il nucleo abitato si spostò più in alto, a 200 metri, e il toponimo assunse il nome di castellaccio.
 

Aspetto attuale

Il complesso è attualmente diviso in due parti: la torre antica con annesso un fabbricato, appartenuta alla Curia vescovile di Perugia, è di proprietà della famiglia Bazzucchi di Ponte Felcino, mentre il nucleo abitativo che affianca il complesso fortificato, di epoca ottocentesca, era di Freddio Pio nel 1902 che lo trasmise poi ai suoi eredi.
Imponenti ruderi testimoniano la grandiosità del complesso che meriterebbe un approfondito restauro.
 

Fonti documentative

“Castelli, fortezze e rocche dell’Umbria”, di Daniele Amoni, Quattroemme Srl, Perugia, 1999
www.latramontanaperugia.it
 

Da vedere nella zona

Abbazia di San Giustino d’Arna
Pieve di Santa Maria di Ripa
Castello di Ripa
Castello di Civitella d’Arna
 

Mappa

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