Castello di Morro – Rasiglia di Foligno (PG)

Morro è un paese da scoprire, il panorama sulla valle del Menotre è splendido, l’aria è ottima, rare sono le auto che arrivano lassù, e tanta è la pace che vi regna.

 

Cenni Storici

Morro è una delle frazioni ai limiti della Diocesi di Foligno, trovandosi al di sopra del Santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia, tra Monte Puranno e il monte omonimo ad un’altitudine di 868 metri s.l.m..
Il piccolo abitato è composto da tre modesti raggruppamenti di case: Morro, Castello e Casale.
I vecchi narrano che Morro era costruito su sette colli come l’antica Roma; in effetti è composto di piccole collinette raggruppate a breve distanza dalle falde del Puranno (1297 s.l.m.).
La documentazione sulla storia del castello, che domina la valle del fiume Menotre, edificato insieme ai castelli di Rasiglia e Capodacqua a difesa delle sue sorgenti, è frammentaria e scarsa.
In seguito, con la diffusione degli opifici mossi dalla forza dell’acqua introdotti dai benedettini lungo il percorso del fiume, furono poi edificati anche i castelli di Pale e Scopoli, che garantivano sicurezza alle attività produttive della valle del Menotre.
La prima notizia del castello si trova in una bolla del pontefice Innocenzo II del 1138, con la quale è rinnovata la protezione della Santa Sede Apostolica sulle proprietà e i diritti del monastero di Sassovivo, tra le chiese è San Martino di Morro.
Nel 1233 e nel 1291 anche il beneficio ecclesiastico di Morro partecipa alle spese dei rappresentanti della Santa Sede Apostolica; la Chiesa di S. Martino di Morro è considerata nei “libra universitatis“, pertanto non era dipendente, da un punto di vista amministrativo, né dal Vescovo, né dalla Canonica (la Cattedrale), né dal monastero di Sassovivo.
La consistenza patrimoniale di questa chiesa era notevole, aveva una rendita di 3637 libre e 10 soldi, molto abbondante se rapportata alle magre rendite della maggior parte delle altre chiese della valle del Menotre, che spesso non superavano le cento libbre.
L’elevata rendita proveniva da diverse proprietà sparse nella zona di Morro e della sottostante Rasiglia, tra le quali due alvei per molino “Alveum molendini positum in Fabriano – unius alvei molendini positi in pede castri Rasylie“.
I terreni invece erano situati: “uxta castrum Rasilie, in cerreto, in valle, in orto Elfi, in petiis, in colle apri, in valle Jacagne, in valle bonnate, in cornito, in valle tufi, in collezanino, in costa Clei, in bissina orzani, in valle orzanina, in venis, in colle monachorum, pertinentiis Morri, in valle puzuli, in fagito, juxta fontem de Casali, in Casali, in colle Murri, sub fonte sancti Stephani, in valle veterum, in fossato civitelle, in villa Armalupi, in costa Armalupi, in costa sancti Martini, in valle, in magretis, in Fabriano, juxta flumen, in valle veteri, in granarellis, in Ruspatuiu“.
Inoltre esistevano a Morro altre chiese, con apprezzabile consistenza del beneficio.
Dal libro delle decime del 1334 risulta che il canonico Don Giovanni di San Martino di Morro paga 12 soldi e 6 denari quale parte spettante come decima alla Santa Sede Apostolica.
Il 21 aprile del 1404 il comune di Foligno decide di edificare una torre a Morro, costruita a spese del comune stesso e con il contributo degli utenti: “… in castro Morri fieri debeat una turris bene actata expensis communis predicti, et expensis homi-num adiacentium dicto castro Morri“.
Nel 1482 in seguito alle discordie tra Foligno e Spoleto a causa dei confini, molte frazioni della montagna, nella valle del Menotre, subirono varie violenze.
Uomini armati sfondarono la porta della chiesa di San Martino di Morro, rubando vari arredi sacri tra cui: un calice con patena del valore di otto ducati d’oro, un messale, un salterio, una pianeta di seta, un camice, tovaglie, cera.
In seguito a questo episodio di saccheggio da parte degli Spoletini, i Folignati “fanno restaurare le mura del castello di Morro e fanno casa commoda dentro il castello di Civitella, e le case e le cappanne di fuori furono guastate da fondamenta e fra un anno o due, tutti habitino dentro il d. castello di Civitella“.
Nella visita apostolica di Monsignor Camaiani del 1573 la chiesa di San Martino di Morro, risulta essere un priorato e parrocchia e la rendita consisteva in 16 some di grano, 3 some di vino, 5 di olio.
Il paese, in quell’anno, aveva 22 famiglie residenti.
In una ordinanza del 1600 il comune di Foligno stabilisce che le mura del castello di Morro, essendo rovinate, siano restaurate a spese degli abitanti del posto, ed inoltre non essendosi placate le discordie per i confini lo stesso comune invita la frazione di Morro assieme a quella di Civitella a rivedere i confini con Orsano, stabiliti poi definitivamente con una sentenza di Monsignor Paolo Cittadini, nobile di Milano nel 1619.
Risulta altresì che il castello di Morro, benché distante dalle vie principali, era tenuto ugualmente al mantenimento delle opere pubbliche, quali le strade, che da Foligno si dirigevano verso le Marche.
Nel 1644 Morro risulta avere 32 fuochi e 163 anime.
In quel tempo è ricordata una protesta nei confronti del Comune di Foligno: gli abitanti di Morro, assieme a quelli di Santo Stefano, Serrone, Leggiana, Scopoli, Civitella, Malupo, Cupoli e Rasiglia, chiedono di essere esonerati dal portare delle some di carbone, non risultando questo impegno essere compreso nelle ordinarie gabelle.
La popolazione viveva di taglio del legname, allevamento di pecore e di capre, e raccolta dei tartufi, che anche allora era regolamentata e particolarmente tassata.
Nel 1853 risultano 88 persone residenti che diventeranno 13 nel 1985.
 

Aspetto

Il primo abitato che si incontra salendo da Rasiglia è dominato dal campanile della chiesa di San Martino e si sviluppa attorno al sacro edificio in maniera compatta.
Nelle vecchie costruzioni si notano portali in pietra, sul muro di una casa si scorge un’edicola affrescata, vi è raffigurata una Madonna col Bambino.
Dirimpetto, a poca distanza si incontrano i resti dell’antico castello, che conserva ancora parte delle mura di cinta, un possente torrione con feritoia e bocca di fuoco, un possente arco a tutto sesto ove era la porta.
Proseguendo si giunge a Casale, piccolo insediamento agricolo ben conservato.
 

Vite maritata

Ai piedi del castello di Morro, nella vallata che lo divide dalla frazione Casale persiste ancora tenace un “Vigneto” di vite maritata gestito da l’ultraottantenne Domenico Filipponi, ma la cosa straordinaria è che questo è forse uno degli ultimi rimasti in Umbria che conserva il vitigno di “Pecorino“, molto diffuso in passato soprattutto nelle zone di alta montagna dove la vigna era una rarità per ragioni climatiche e il vitigno più diffuso era proprio questo.
Con l’abbandono delle aree montane e soprattutto con l’abbandono delle vigne maritate, troppo impegnative e scarsamente produttive, si è persa una fetta di storia e di agricoltura che ha caratterizzato il nostro passato.
Questo vigneto ha segnato talmente tanto il territorio che addirittura è descritto nel brogliardo del Catasto gregoriano di “Rasiglia e Morro” (anni 1823-24), riporta proprio il “vocabolo viti”.
 
 
 

Chiesa della SS. Trinità

Tra Castello e Casale si trova la malridotta chiesa vecchia della Santissima Trinità, oggi caduta in uno stato di completo abbandono.
Nel 1537, se ne ha notizia come chiesa di Santa Maria di Morro, costruita in quegli anni “ex novo“, a circa un quarto di miglio dalla parrocchiale di San Martino.
È ricordata dalla relazione stilata durante la visita apostolica di mons. Camaiani del 1573 come “recenter fabbricata prope castrum Morri“.
 

Curiosità

Nel 1827 il medico condotto di scavalco di Rasiglia Dr. Mascioli, espose una lamentela indirizzate al Confaloniere di Foligno, Giuseppe Elmi per l’esiguo onorario, che peraltro non veniva regolarmente corrisposto dal sindaco di Rasiglia e per la scomodità e lontananza delle frazioni, non avendo il cavallo, mezzo di locomozione previsto nell’accordo stipulato tra il medico e il sindacato, per un servizio sollecito agli ammalati.
 

Nota

Testi e foto di Raimondo Fugnoli e Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

L. Gregori – La Valle del Menotre – Leggiana di Foligno – Leggiana di Foligno 1990
S. Capodimonti – Il Menotre e la sua valle Borghi, genti, acque, sorgenti – 2017
 

Da vedere nella zona

Borgo di Rasiglia
Rocca di Rasiglia
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
Mulino Silvestri a Rasiglia
Antico telaio a Rasiglia
Chiesa dei Santi
Santuario della Madonna delle Grazie – Rasiglia
 

Mappa

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