Castello di Mora – Palazzo d’Assisi
Cenni Storici
L’origine del nome e del suo castello restano sconosciuti, anche se il nome viene già alla luce col 1110 allorché si definisce la proprietà della Cattedrale su un pezzo di terra, « in vocabulo de Mora ».
Nel 1232 esiste già la balìa di Mora e Bagnaia (m. 414 slm.), unite, con 38 fuochi, di cui 21 solo di Mora; 47 saranno, invece, nel sec. XVI.
A Mora possederà terreno anche il monastero delle Abbadesse di Bastia (a. 1354) e in un atto del 1396 si parla di un certo dominus Franciscus del luogo, che aveva fornito vino al Sacro Convento.
Scrive il Fortini che :« Gli Assisani ebbero sempre cura di tenersi a caro questa balìa che apriva ad essi la comunicazione coi castelli di S. Gregorio, di Monteverde, della Torranca e di altri luoghi che nuocevano alle frontiere del territorio perugino e teneva in freno i signorotti che vantavano feudi indipendenti».
Che sia un castello difeso, lo si deduce dal fatto che nel 1420 presenta la casella davanti alla porta, per il custode.
Non è castello secondario, e lo si capisce nel 1469, quando deve pagare, per il Perdono, una tassa di 15 libbre di denari, alquanto più di altri.
In un altro documento del 1420 si parla di frate Nicola da Mora, di certa Margherita vedova di Barone da Mora che stabilisce di essere sepolta in S. Damiano, lasciando eredità ai monasteri di S. Rosa e S. Quirico in Assisi, al convento di S. Maria degli Angeli, alle Carceri e a S. Rufino nonché a S. Damiano della Costa, che si suppone essere Poggio S. Damiano ( ora nel Comune di Valfabbrica ).
Il Comune elegge il soprintendente, nel 1479, perché presieda ai lavori di fortificazione del castello, e poco più tardi un testatore lascia denaro per far dipingere, nella chiesa di S. Cristoforo, le immagini di S. Michele Arcangelo e del Padreterno, mentre, nel 1501, sarà Andrea Panici, dello stesso castello, che lascia un fiorino perché sia pitturata, in S. Cristoforo, la figura della Madonna e lui dovrà essere sepolto nella chiesa.
Essendo un castello di confine tra Assisi e Perugia fece spesso da cuscinetto fra gli attriti dei due contendenti e nel 1497 passò sotto l’occupazione perugina dei Baglioni.
Nel 1521 troviamo abitante di Mora un lombardo cui il Sacro Convento vende terra: è mastro Cristofano di mastro Bartolomeo, e, forse, sarà lui stesso che, nel 1528, riparerà le mura del castello, ed al quale i Frati di S. Francesco avevano pagato, 15 giornate di lavoro per aver sistemato le macine e la piazzola del mulino da grano (lungo il Tescio).
Nel 1573 contava 449 abitanti che scesero a 265 nel 1618, 131 nel 1656 e a 133 nel 1701.
Nel 1694 Mora propose un ricorso, insieme agli altri castelli di Asisi, contro l’aumento di 50 scudi annui della retribuzione dei medici, sostenendo l’inadeguatezza delle prestazioni offerte nelle località di campagna.
Nel XVI secolo il castellò torno nelle mani degli Assisani, ma la popolazione decrebbe bruscamente e sua storia perse d’importanza; lo spopolamento definitivo si ebbe negli anni 60 con l’abbandono delle colline e delle campagne per la diffusione dell’industria.
Aspetto attuale
Una descrizione strutturale del castello viene fatta dal Geom. Fontana nel 1756, rilevando una planimetria quadrangolare, regolare, con quattro torri agli angoli e due intermedie ai lati di sud e di nord.
Oggi è difficile definire l’area dell’interno del castello, ci sono vecchi edifici ristrutturati di un’unico proprietario.
Dell’originaria struttura fortificata rimane ben visibile la pianta quadrata con quattro torri agli angoli e due intermedie ai lati sud e nord. Nella torre dell’angolo nord si trova l’unica porta del castello. Il mastio ha forma esagonale ed è ricco di feritoie.
Le mura sono in gran parte perse, tranne parte di un torrione, ad oggi pericolante.
La Chiesa di San Cristoforo
Fuori dal castello, sorgono gli edifici parrocchiali e la chiesa parrocchiale di S. Cristoforo con il suo alto campanile cuspidato che si nota fin nella vallata, tutto è in fase di avanzato recupero strutturale. La chiesa è stata ricostruita sulla precedente, andata perduta e coeva al castello stesso.
Nel 1573 al tempo della visita pastorale del Camajani la chiesa compare all’esterno delle mura; risulta altresì che all’interno del castello c’è la casa parrocchiale che però pare sia abusivamente occupata e il prelato invita la popolazione a risolvere il problema e provvedere a sgombrare la casa per le necessità del Curato.
Nel 1667 risulta presente una Confraternita del Rosario.
La chiesa nel 1917 ha subito restauri con abbassamento del pavimento e rifacimento di due altari
Fonti documentative
V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – Vol I 1982
D. Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – Quattroemme 2010
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