Castello di Eggi – Spoleto (PG)

Un piccolo paese con un concentrato di arte unico.

 

Cenni Storici

Il castello di Eggi sorge a due chilometri dalla Flaminia, a 5 da Spoleto in direzione di Foligno, quasi a cavallo tra la Valle del Nera e quella Spoletana, incorniciato da uliveti, che verso la sommità dei colli cedono il posto alla macchia mediterranea.
L’origine del nome è ignota, forse è collegabile a qualche famiglia di epoca romana Eggi da Aegius.
Di tale periodo sono, al momento, conosciute tracce.
Si ha notizia di alcune epigrafi, di ville e di insediamenti abitati.
Una di tali lapidi, rinvenuta murato nella base dell’altare maggiore, è visibile in San Giovanni Battista, ove altri elementi romani sono utilizzati nella costruzione dell’edificio.
Reca la scritta:

GIGANIA / IRENE VIX A / IVLIACI EVPLC / MATER

Il Sordini segnala il rinvenimento, nelle zone limitrofe al castello di Eggi, di tre stele funerarie iscritte.
La prima, su stele centinata in travertino, fu rinvenuta 1876 presso un terreno nelle vicinanze del castello di Eggi, in proprietà della Contessa Morelli.
Il testo recita:

P(UBLIO) MARCIO / P(UBLI) F(ILIO) VARO / VARENA C(AI) L(IBERTA) / M(ARITO) / A(MATISSIMO) D(EDIT).

La seconda, sempre su stele centinata e sempre individuata nei pressi del castello, recita:

C(AIO) UDISIO C(AI) L(IBERTO) / COMMUNI / VARIA ARCE.

L’ultima compare su un frammento di stele di analogo materiale, rinvenuta in un possedimento posto in loc. “Le Chiuse” nel 1892, era riutilizzata come elemento di una muratura di terrazzamento agricola.
Il testo residuo recita:

MAR[—]IAL / PRIMA.

Le tre iscrizioni potrebbero testimoniare la presenza in questa zona di un’area di necropoli di epoca romana, a cui il Sordini accenna, indicando la presenza di “…resti riferibili ad un’area di Necropoli“.
Tombe di epoca romana costeggiavano la via, chiamata “La Fraschetta“, che unisce Eggi con Bazzano, ed alla fine del secolo scorso e agli inizi del presente vi furono rinvenuti numerosi sarcofagi, tutti anepigrafi, parte fittili, parte in calcare locale.
Altre emergenze di epoca romana sono in località Colle Marozzo, ed il Sordini individuò lo scarico di una fornace di tale epoca lungo il Fosso di Cortaccione.
Nello stesso periodo fu individuata una presenza monumentale, per la quale si pensò ad una villa, in località San Beroto, il luogo ove gli antichi “legendari spoletini” collocano il monastero nel quale visse l’abate omonimo.
Nella stessa località, in epoca più recente, è stata individuata e portata alla luce una cospicua necropoli.
Altri resti di materiali fittili, di una Villa e di una strada sono stati rinvenuti nella chiesa di San Bartolomeo.
Tutti questi elementi conducono all’ipotesi che l’insediamento romano originario fosse costituito da una serie di ville rustiche, disposte lungo il vecchio tracciato della Via della Spina, più a valle quindi dell’attuale abitato, grosso modo nel triangolo compreso tra San Bartolomeo, Case San Filippo e San Beroide.
L’abitato, di antiche origini, presenta delle fasi edilizie ben definibili che ci lasciano comprendere la sua storia.
Entro i confini dell’antica circoscrizione del comune di Eggi, nella parrocchia di San Giovanni Battista, sorge Santa Maria in Mariano, ora cappella dei conti Pila, che secondo le antiche tradizioni di Spoleto sarebbe stato il primo Battistero della città, edificato da San Brizio.
La presenza delle tombe si collega inevitabilmente a un centro abitato fortificato, di cui rimangono i ruderi in località Case San Filippo e sul Colle di Castellocchio, che successivamente dovette sportarsi alle pendici del colle, in un luogo più comodo e prossimo ai campi, nel sito dell’attuale Borgo.
In epoca medievale fu “corte” documentata dal 1087.
La fase successiva è quella che vide sorgere, nel XIV secolo, un nuovo castello.
Così dal 1378, in spazio di dieci o dodici anni, gli aperti villaggi si cinsero di mura e di torri, e si videro sorgere i castelli di Beroide, S. Brizio, Poggiuolo, Poreta, Egi, S. Giacomo d’Aschito; Azano, Protte, Cispiano, Morgnano, S. Angelo, Busano, Petrognano, Meggiana, S. Giacomo di Poreta e Bazzano, alcuni de’ quali lo erano già stati in altri tempi, e poi o per ribellione o per sospetto ridotti dalla città o dagli eserciti a ville aperte“.
In tale periodo, dunque la villa di Eggi diviene un castello.
Nel corso del XV secolo l’abitato cominciò a debordare dalle mura, ed appena fuori di esse sorsero nuove costruzioni.
Eggi in quell’epoca poteva contare su di un’economia molto florida, come ci testimoniano gli affreschi che ornano le chiese, notevoli per quantità e qualità, e per un curioso episodio del 1507.
In tale circostanza gli abitanti di Eggi versarono al Comune di Spoleto la notevole somma di 2000 ducati d’oro necessari per il riscatto della Rocca di Ponte occupata dai Perugini.
Ne ottennero come contropartita la cittadinanza rustica e l’esenzione dalle tasse.
Il secolo XVI vide il perpetuarsi di questa floridezza.
Già dall’inizio del secolo funzionava una scuola pubblica il cui costo gravava sul Comune di Eggi.
Nel 1525 Giuseppe Racani otteneva Jus Patronato sulla Pieve di S. Michele e vi finanziava dei lavori: il portale, di linee semplici e di andamento elegante, ove l’unica ornamentazione non architettonica è costituita dallo stemma dei Racani e da quello della città di Spoleto; il fonte battesimale, a forma di uovo (simbolo della vita) baccellaio nella metà inferiore ed embricato in quella superiore.
I Racani si costruirono un palazzetto in un’area attigua alla chiesa.
L’edificio si sviluppa attorno ad un cortile centrale, ove, al piano nobile, compaiono degli stemmi: quelli di Spoleto, di Eggi e dei Racani.
Nel 1527 Antonio di Refino faceva dipingere dallo Spagna l’abside della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista; la morte del committente e dell’artista fece concludere il lavoro nel 1532.
Il XVII secolo vide sorgere una edilizia di tipo popolare fuori della porta del castello rivolta verso la montagna, ed una più borghese a fianco della strada che dalla Madonna delle Grazie conduce a San Michele.
Il ‘700 vide un ulteriore sviluppo edilizio fuori del castello, con ampliamenti e modifiche di edifici preesistenti.
L’elemento di spicco è costituito dalla villa d’estate dei marchesi Zacchei Travaglini.
Nel XIX secolo, in seguito all’occupazione napoleonica, Eggi perse lo status di comune rurale e continuò ad essere parte del Comune di Spoleto, raggiungendo l’aspetto attuale, caratterizzato nel lato a valle dal Casino dei Sordini e dalla villa dei conti De’ Pazzi Morelli.
Eggi, ben lungi dal rimanere ai margini della tranquilla eppur dinamica realtà comunale, chiusa nella tipicità di un piccolo borgo medievale, si propone oggi quale modesto ma attivo centro di diffusione della medesima, pittoresca vita umbra, colma di riti e tradizioni socio-agricole di cui gli stessi abitanti più giovani hanno spesso dimenticato l’origine.
 

Aspetto

Venendo da Spoleto, poco prima dell’ingrasso all’abitato, sulla destra, si incontra la deliziosa Chiesa della Madonna delle Grazie, vicino vegeta un’imponente roverella.
Sulla sinistra si ammira la bella Villa Morelli de’ Pazzi, presenta un corpo principale orientato verso sud e fronteggiato da un parco, mentre il lato nord-ovest è contornato dai magazzini e da altri locali di servizio, vi si trova una graziosa cappella.
Appartenuta alla prestigiosa famiglia nobile fiorentina dei conti Morelli de’ Pazzi è una delle più belle residenze patrizie umbre del tardo Settecento, oggi di proprietà della famiglia Saccone e adibita a dimora storica alberghiera.
Proseguendo e voltando a destra, davanti alle fonti si raggiunge la bella Chiesa di San Giovanni Battista, oggi (2018) inagibile.
Continuando a salire sulla destra si raggiunge la bella Chiesa della Madonna di Castellocchio, non distante da questa sono i ruderi, della Chiesa di San Biagio dell’XI secolo, già parrocchiale, costruita ad un’unica navata e con abside semicircolare e del vecchio insediamento di Castellocchio.
Tornando indietro e salendo sulla sinistra si attraversa il Borgo, non privo di scorci interessanti, nobili costruzioni e popolare edilizia spontanea. Sulla destra si trova il piccolo e interessante Oratorio del Santissimo Sacramento, oggi (2018) inagibile.
Ancora più avanti, a destra, la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo e la porta del Castello, esso pur avendo subito devastazioni a causa del tempo e manomissioni, anche in epoca recente, è ancora perfettamente leggibile nella sua struttura.
A fianco della porta, su un palazzetto si nota uno stemma del castello.
Nei dintorni di Eggi si trovano il piccolo abitato di Case San Filippo, con l’omonima chiesa e la vecchia stazione postale di Fabbreria.
Nella piana si trovano anche i poveri resti della chiesa di San Bartolomeo, chiamata localmente San Bartolo, è posta lungo una delle vie che provenendo dalla strada Nursina intersecavano perpendicolarmente l’antico percorso della Spina, praticamente al centro della piana di Eggi.
Risale al XIII secolo, ne rimangono alcuni brani di muratura semisommersi dalla vegetazione.
Qui c’era una comunità di canonici da cui proviene il giudice della monaca di Monza, suor Virginia Maria de Leyva, lo spoletino Mamurio Lancillotti, Vicario Criminale arcivescovile.
Egli in onore del cardinale Federico, fratello di san Carlo Borromeo, che gli aveva conferito l’incarico, commissionò un’opera che è stata recentemente restaurata e si trova all’ingresso della chiesa di San Michele dietro il fonte battesimale.
Sopra un poggio, seminascosta dalla turrita villa Pila si intravede la Chiesa di Santa Maria in Mariano.
Secondo la tradizione fu eretta da San Brizio, primo Vescovo di Spoleto nel I secolo, che vi pose anche un fonte battesimale, come ricordato da un’iscrizione apposta dal frate Nicolò Petrucca da Spoleto, che nel 1600 restaurò la chiesa.
La struttura si presenta oggi modesta, molto rimaneggiata da vari restauri e rifacimenti.
L’antichità della costruzione si rileva unicamente dai grossi massi di pietra squadrata della parete di fondo.
La facciata attuale è settecentesca, con portale e sovrastanti lunetta e timpano di elegante e sobria fattura.
Il coevo campanile a vela è disposto lateralmente.
L’interno ad una sola navata è completamente spoglio di arredi.
Forse il pavimento originale e il sottostante ossario si trovano sotto quello attuale, rifatto nel XVIII secolo.
Nella piana di Eggi sono disseminati numerosi casali agricoli, spesso con torre colombara, testimonianza dell’antica vocazione rurale del territorio.
 

Fonti fotografiche

La foto della Chiesa di Santa Maria in Mariano è tratta da Internet
 

Fonti documentative

AA.VV., Spina e il suo territorio, Pro Loco Spina Di Campello 2013
ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
DI MARCO L., La via della Spina: spunti storico-topografici per una ricerca sul territorio, in Spoletium Accademia Spoletina 1984-85
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
GENTILI L., GIACCHÉ L, RAGNI B., TOSCANO B L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978
MANNI ANTONELLA CRISTINA, Spoleto dagli antichi percorsi alla viabilità contemporanea, associazione Amici di Spoleto 2005
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia, Itinerari Spoletini 5, Spoleto, 1979
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
La Via della Spina Storia e ambiente di un antico percorso viario Relazione finale del Liceo Artistico Spoleto, classe 2 A Docente: professoressa Venanzi Clarissa
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa della Madonna delle Grazie
Madonna di Castellocchio
Chiesa di San Sebastiano – Cerro
Tomba Romana – Cortaccione
Oratorio del Sacramento
Fabbreria
Case San Filippo
 

Mappa

Link coordinate: 42.762398 12.777706

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