Castello di Crocicchio – Gualdo Tadino (PG)

Il castello, appartenente al comune di Gualdo Tadino, è posto su un’altura nelle vicinanze di Branca lungo la strada che da Fossato di Vico porta a Gubbio.

 

Cenni Storici

Posto sopra un colle dal quale domina fertili terreni circostanti, il suo nome compare per la prima volta nel 1156 in una Bolla di Adriano IV.
Per circa un secolo fu sotto il dominio dell’abbazia di Valdiponte, antico complesso monastico benedettino situato nella località di Montelabate, a nord di Perugia, all’epoca proprietaria di 44 chiese sparse nel territorio perugino.
Il castello fu posto sotto la giurisdizione del Comune di Gualdo Tadino nel 1444 da Nicolò I Piccinino, capitano generale delle truppe pontificie, mediante decreto emanato dalla Rocca di Assisi.
Tale atto sanciva la fine di una vessazione irritante verso l’abbazia che comportava le “Amiscere” (donazioni di focacce, capponi e spalle porcine), la “Data” e la “Colta” (imposizioni in natura riscosse ad intervalli irregolari dalle singole famiglie), “L’alberghiera” (tributo per il sostentamento in caso di visite), “i bandora” e le “folie” (potestà di giudicare e infliggere le pene) e, infine, le “opere” (prestazioni di lavoro gratuito).
Dal dicembre del 1415 al luglio del 1417 Pierus de Crocicchio assunse la difesa del castello di Serra Sant’Abbondio.
Nel giugno del 1480 a rafforzamento dei confini verso il Ducato di Urbino, fu inviato a Crocicchio da Giulio Cesare Varano di Camerino un presidio di 13 armati capitanato da Benvenuto di Giovanni da Pergola.
Nel 1500 gli abitanti del castello, sobillati da fuoriusciti perugini, opposero un netto rifiuto al pagamento di alcuni balzelli imposti dal Comune gualdese il quale rispose con l’istituzione di un corpo speciale di guardie.
Nel 1513, sotto il legato pontificio cardinal Antonio Ciocchi Del Monte (1462-1533), assunse un ruolo strategico fondamentale quale castello di confine tra lo Stato della Chiesa e il Ducato d’Urbino.
Il 4 giugno 1581 il luogotenente generale della Chiesa inviò da Perugia un bando in cui si metteva a custodia della cosiddetta “Campana dell’Arme” un piccolo presidio di armati che provvedessero a suonare a distesa in caso di bisogno, era il periodo in cui la zona era continuamente sottoposta a razzie di bestiame e saccheggi da parte di fuoriusciti gualdesi.
In quell’anno abitavano nel castello e nelle terre circostanti 25 famiglie.
Nel 1607, il Consiglio generale del Comune stabilì che Crocicchio avesse il titolo di castello insieme a San Pellegrino, Caprara e Grello.
Con l’annessione del Ducato di Urbino allo Stato della Chiesa (1631) il castello perse progressivamente la propria importanza strategica diventando residenza estiva di vari proprietari appartenenti al patriziato romano.
Sul finire dell’800 passò al dottor Celestino Colini di Sigillo, di nobile famiglia.
Era figlio di Clemente che aveva fondato la Cartiera di Scirca e fratello di Ubaldo che ne diresse le sorti fino alla sua morte (1910).
Celestino Colini restaurò il maniero e vi dimorò stabilmente ottenendo anche la cittadinanza gualdese. Ogni mattina, accompagnato dal fido fattore Virgilio, partiva dal castello per recarsi a Gualdo Tadino dove, nel frattempo, partecipava alla vita pubblica.
Fu eletto, infatti, sindaco due volte, dal 28 ottobre 1915 al 20 agosto 1919; dal 30 ottobre 1919 al 31 dicembre dello stesso anno.
Consigliere provinciale per il Mandamento di Gualdo, favorì la crescita e lo sviluppo delle locali pinete, piantate dai prigionieri austriaci della guerra 1915-18 che spesso portava nel castello in cui aveva loro destinato un vasto locale, affinché potessero cucinarsi i cibi secondo il modo della loro terra.
 

Aspetto

L’attuale edificio presenta un corpo principale a quattro piani e una torre a base quadrata con bifore e merlature in cui si apre una porta ogivale e finestre ad arco tondo.
La parte alta della torre è costituita da un finestrone gotico di stile giottesco sostenuto da due colonne trilobata sopra il quale svettano le merlature.
Attuale proprietaria è la famiglia del signor Rodolfo Cecconi che ne ha fatto il centro di una fiorente azienda agraria di 160 ettari occupata da seminativi, pascoli e boschi.
 

Fonti documentative

D. Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – 2010
D. Amoni – Gualdo Tadino e dintorni: guida turistica… [et al.], coordinamento editoriale: Daniele Amoni – Città di Castello Petruzzi, 2012.
Cartellonistica in loco
 

Mappa

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