Castello di Civitella – Foligno
Cenni storici
Il piccolo villaggio di Civitella sorge sull’omonimo colle e conserva ancora la forma del castello medioevale fatto costruire dai Trinci; i quali avevano annesso al territorio di Foligno la vasta area boschiva che va dal “piano della spina” alle coste di Orsano.
La “macchia di Terminaia” un bosco vastissimo quasi impenetrabile tra Orsano e Civitella presenta al suo interno un tracciato che collega Orsano, Biscina, Vallupo, Civitella, la Maestà di Cancelli, Sassovivo e Foligno.
Sul monte Civetella sono state rinvenute le tracce di un antico recinto fortificato, presumibilmente un Castelliere come molti altri sparsi sulle alture della zona, edificato in posizione strategica, rispetto anche alla viabilità dell’alta valle del Menotre.
Il castelliere era posto a guardia oltre che dei pascoli d’altura anche della strada di cresta che da Orsano, attraverso Biscina, Croce di Morro, Acqua S. Stefano, Vallupo, Civitella e la Maestà di Cancelli giungeva a Sassovivo per proseguire poi verso Foligno.
Il paese probabilmente ebbe origine in seguito alla discesa a valle degli abitanti del castelliere.
In una nota del “Bollettino storico della città di Foligno, 1981” don Mario Sensi riferisce che nell’Inventario Battistelli si legge:
Sembra che Civitella, pur essendo sotto la giurisdizione dei monaci di Sassovivo, prima di appartenere a Casale e quindi a Cupoli abbia fatto parte della corte di Orsano: alla nostra Civitella ritengo infatti che si riferisca un contratto stipulato il 17 giugno del 1253 tra alcuni di Orsano ed il monastero di Sassovivo; il documento ricorda “in curte de Civitella ubi est casalenum” parte di un manso appartenuto ad un certo Berarduccio ….
Del piccolo borgo, però, si incomincia ad avere qualche notizia certa soltanto dal 1217, anno in cui entrò a far parte della “Cella di Scopoli“, come ricordato nel privilegio di papa Onorio III del 28 febbraio dello stesso anno.
L’area montana dove era posto, già appartenente agli spoletini, nel 1340, fu acquistata da Ciolo Trinci per conto del fratello Corrado.
La posizione strategica del monte Civetella convince i Trinci a far costruire il castello di Civitella a difesa di boschi e pascoli, ma soprattutto a difendere un territorio reclamato più volte dalle vicine comunità di Orsano e Trevi.
Infatti si legge in alcuni documenti: “(nello Statuto del Popolo di Foligno redatto nel 1350 alla rubrica 163 dal titolo “De Castro Civitelle costruendo” si ordina che sulla sommità del monte o meglio del poggio di Civitella, posto nel territorio di Foligno, venga quanto prima costruito un castelletto per l’incolumità dei villaggi sparsi nelle adiacenze… e sia alla sicurezza dell’intera Città di Foligno”.
Con questa norma si prescriveva di costruire un insediamento fortificato per provvedere alla difesa di un territorio di confine, da sempre oggetto di contesa tra Foligno, Trevi e Spoleto e teatro di aspre lotte e di incursioni nel corso di tutto il medioevo.
Nella rubrica 198 dello stesso “Statuto“, invece, si ordina agli abitanti dei villaggi di Armalupo, Cupoli e Cascito, nonché a quelli delle case sparse, di abbandonare le loro abitazioni e prendere dimora nei casalini posti all’interno del castello di Civitella e loro assegnati dal Comune di Foligno.
Il Castello di Civitella ha svolto un ruolo di postazione strategica solo in particolari contesti storici; ad esempio, nel periodo di tensione tra le comunità di Foligno e quelle di Spoleto: “viene custodito quando le circostanze lo richiedono da un officiale con il titolo di vicario e da una guardia“.
Secondo il Dorio
Secondo il Dorio, Corrado Trinci possedeva nel 1421 undici rocche, dove erano residenti fissi il castellano con due o più armati ed inoltre aveva altre quattro rocche alla cui custodia venivano incaricati i cosiddetti sindaci di quei paesi: Afrile, Agnano, Calestro e Pasano.
Possedeva poi delle torri, una nel sindacato di Roviglieto e una di S. Stefano di Gallano, nel sindacato di Fondi.
Civitella, come del resto i paesi vicini, sin dagli inizi del XIII secolo, pur facendo parte del Comune di Foligno, continuò a rimanere sotto la giurisdizione dell’Abbazia di Sassovivo sia per ciò che riguardava la vita religiosa, sia per le possessioni che gli stessi monaci avevano in loco.
Da una nota dello stesso “Bollettino storico del la città di Foligno” del 1981 si legge una riprova dell’importanza strategica del castelletto viene fornita dal Memoriale degli Unti.
Proprio alla vigilia della caduta dei Trinci, mentre la città era assediata dalle truppe del card. Vitelleschi 7 luglio (1439) “…li homini di Casale stavano a Sassovivo e ferno patti prestamente, et si accordarono con loro (cioè con le truppe del Patriarca), et arsero Pale, et Civitella, che erano castelli. Vero è che Civitella la comprarono li Trevani da Angelo Vitelleschi nipote del Patriarca, per cinquanta, overo sessanta floridi, per arderla come fecero“.
Nel 1489 scoppiò una lite tra i folignati e gli spoletini, originata per motivi di confini tra le ville e i castelli della montagna, sfociata in saccheggi e vari atti di violenza e le frazioni che subirono più delle altre questi soprusi furono: Verchiano, Rasiglia, Civitella e Morro.
La lite fu sedata il 9 maggio 1489 in seguito all’interessamento del card. Piccolomini che fece sottoscrivere un atto di pace tra i rappresentanti delle due parti alla presenza di cancellieri.
Secondo L. Jacobilli nel “Discorso della città di Foligno” del 1646 la comunità di S. Angelo di Civitella aveva 2 fuochi e 5 anime.
Nel 1649 gli abitanti di Morro insieme a quelli di S. Stefano, Serrone, Leggiana, Scapoli, Civitella, Malupo, Cupoli e Rasiglia protestano al Comune di Foligno chiedendo di essere esonerati dal portare delle some di carbone, non risultando questo impegno essere nelle ordinarie gabelle; infatti queste comunità di montagna erano tassate attraverso l’obbligo di fornire la legna da ardere alla città di Foligno.
In tempi recenti si è assistito al graduale spopolamento della montagna e il conseguente abbandono dei villaggi montani per spostarsi verso le aree industriali della pianura; un colpo mortale poi a queste frazioni l’ha portato il terremoto che ha reso inagibili gran parte dei fabbricati rendendo ancor più serio l’abbandono.
Ora con il recupero di qualche abitazione il piccolo castello è tornato a vivere, ma soprattutto nei periodi estivi essendo queste seconde case, in quanto d’inverno non ci vive più nessuno.
Il piccolo villaggio di Civitella con la sua torre, ancora oggi, domina tutta la vallata.
Chiesa di Santa Maria Assunta
Adiacente alle mura è ancora visibile il perimetro della chiesa parrocchiale di S. Angelo, dedicata a Santa Maria Assunta citata nella sentenza del cardinale Capocci del 1239 e nella libra del 1295.
In quell’anno, sono indicate come dipendenti dalla “plebes de Ruvilglieta“, le cappelle di: “Sancti Angeli de Civitella, Sancti Johannis de villa Cupuri e Sancti Martini de Ruvilglieta“.
La cura della chiesa, inizialmente affidata a parroci residenti, quando l’Abbazia di Sassovivo fu data in commenda, lo stesso abate commendatario la affidò a cappellani secolari.
Questo stato di cose durò per lo meno fino al 1586, anno in cui secondo il Lugano, nel suo scritto “Le chiese dipendenti dall’abbazia di Sassovivo presso Foligno e un elenco del cardinale G. Rusticucci“, era anch’essa provvista di cure d’anime “Santa Maria de Civitella … cum cure animarum“.
La chiesa è attestata tra le dipendenze dell’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo e nell’elenco delle decime negli anni 1333 e 1334 che però pagava al curato di Sant’Andrea di Casale insieme a Cascito.
Nella relazione redatta dal vescovo di Foligno mons. Moscardini nel 1663, in occasione della visita pastorale, però, già si legge che: “il curato di Casale, è tenuto a celebrare in questa chiesa di Civitella, in occasione della festa dell’Assunta e in quella di S. Rocco per devozione; il medesimo curato ha diritto alla colazione ma non al pranzo“, segno evidente che a quell’epoca la chiesa era già officiata dal parroco di Casale.
Faceva parte di una serie di 9 chiese sperse nel territorio e la maggior parte oramai scomparse.
Ora della chiesa rimane evidente il pavimento, parte delle mura perimetrali e il blocco dell’altare.
La chiesa è ancora utilizzata come luogo di culto da parte degli abitanti, tanta è al devozione per la Madonna, tanto che anche il giorno 3 agosto è stata fatta una festa e lo stesso vescovo di Foligno ha celebrato la messa nel rudere della chiesa.
Fonti documentative
Viola Battistini e Don Luigi Moscatelli – Guida alla scoperta del Territorio Casale chiesa di S. Andrea Apostolo – 2008
Sandro Capodimonti – Il Menotre e la sua Valle Borghi genti acque e sorgenti – 2015
Don Luciano Gregori – La Valle del Menotre – 1990