Castello Di Beaufort – Belforte all’Isauro (PU)
Cenni Storici
Belforte all’Isauro, 740 abitanti, ultimo paese della provincia di Pesaro Urbino, arroccato attorno al suo maniero medioevale, sorge sulla riva sinistra del fiume Foglia, (il confine con la Toscana è a 300 m) e ci si arriva salendo la strada provinciale Fogliense. Singolare il paesaggio che lo circonda: il monte Carpegna e una corona di colline che digradano sulla vallata, alture che terminano in rupi selvagge. Luogo ideale per passeggiate che, seguendo vecchi sentieri, portano verso il parco del Sasso Simone e Simoncello oppure all’alta Valle del Metauro e l’Alpe della Luna.
Storia
Nel V secolo a.C. la valle era abitata da una popolazione che si dedicava alla pastorizia. I Romani, dopo aver sconfitto gli Etruschi e i Galli nella battaglia di Sentino (295 a.C.), dominarono anche queste zone. A nord del paese, lungo la strada che porta a S. Sisto, sono state scoperte tre antiche fattorie romane, mentre nei pressi dell’antica Pieve di S. Lorenzo è stato ritrovato un cippo romano iscritto, attualmente conservato nel Museo Archeologico di Urbino. Nel 1371 Belforte era uno dei cento castelli della Massa Trabaria che contribuirono alla sopravvivenza dello Stato della Chiesa. Quando alla fine del 1375 tutto il territorio, dalla Romagna al Ducato di Spoleto, si sollevò contro i Legati Pontifìci, l’alta valle del Foglia fu spartita e affidata a quelle famiglie nobili che avevano provocato la rivolta. Fra le varie Signorie minori (Malatesta, Oliva e Brancaleoni) s’inserirono i conti di Montefeltro, signori d’Urbino. Al conte Antonio da Montefeltro, nell’anno 1378 furono riconosciuti i castelli di Frontino. Vigliano (Viano), Torre di Torciola (Torriola) e Beiforte che rimasero sotto la proprietà dei Montefeltro fino alla devoluzione del ducato alla Santa Sede nel 1631. Le lotte fra i Montefeltro e i Malatesta non si sopirono mai del tutto; anzi ci fu una lunga guerra dal 1439 al 1463 nella quale Federico da Montefeltro allorché aveva solo 17 anni “fu gravemente ferito combattendo per il suo castello in un piccolo insediamento chiamato Campii (Campo)”; è qui quindi, che egli subì la prova del fuoco del suo prestigioso “curriculum ” di condottiero d’arme del 400.? La vita economica nel 1500 appare a Belforte varia e fiorente; per tutto il secolo VI si costruiscono, nel borgo e in campagna, edifici grandi e solidi come Casino del Podere. In quest’epoca Belforte diventa un importante centro del territorio. Fu ser Francesco Valentini, notaio, cancelliere del comune e ricco possidente, che fece costruire il grande caseggiato nel borgo, ai piedi del castello, con eleganti corniciature di porte e finestre e che sui frontali iscrisse orgogliosamente il proprio nome e un motto “Virtute Dei opera et parsimonia” (lavoro e risparmio) che sembra volutamente contrapposto al motto degli Oliva di Piandimeleto “In vanum laborant” che rappresenta un battaglio che pesta vanamente acqua nel mortaio e irrideva forse il vano affaticarsi dei plebei. E’ sempre nel 1500 che si costruiscono, non solo nel borgo ma anche in campagna, case e ville che erano i segni tangibili del ceto signorile che andava affermandosi. Nella piana del fondovalle troviamo lo splendido Casino del Pratello con la grande loggia aperta al primo piano.Ci sono diversi documenti che attestano che Belforte all’inizio del 1800 sia stato un borgo molto ricco; da un censimento del 1784 i “non possidenti” erano solo 81 su 186 e si può supporre che, in massima parte, fossero mezzadri e che i miserabili quindi fossero pochissimi. Che Belforte fosse abitato da benestanti era anche dovuto al fatto che i “non possidenti” erano tassati in misura maggiore e quindi questa politica ebbe l’effetto di tenere lontano i poveri, attratti dalla maggior tutela che potevano trovare in altre comunità. Belforte, nel 1827, diventò comune autonomo nel quale furono inserite le frazioni di Torriola e Campo che oggi sono borghi agricoli.
Il Castello del Barone di Beaufort,di orgigini longobarde (VII secolo) conserva ancora le sue forme originarie. Fu donato alla comunità di Belforte All’Isauro nel 1874 dal Barone prussiano Federico Gaspare Hermann von Teanneret, Barone di Beaufort. Ebbe un primo restauro alla fine del 1800 per poi essere ristrutturato dalle Belle Arti alla fine del 1900. Nel 2011 è stato adattato, senza stravolgerne i contenuti e con tematiche antroposofiche in Residenza d’epoca. La struttura è ubicata nel comune di Belforte all’Isauro, al confine esatto tra Marche e Toscana.