Castello di Avacelli – Arcevia (AN)
Cenni Storici
Il castello di Avacelli, posto ad un’altitudine di 485 m. sul livello del mare ed in una zona ricca di fossi e torrenti tributari del fiume Misa, deriverebbe il suo nome (castrum Lavacellorum) da un possibile “labes”, frana, luogo scosceso o piuttosto da “lavaclum” (lavacrum), bagno, fonte.
Avacelli sorge entro gli antichi confini del ducato longobardo di Spoleto ai limiti con i territori bizantini della Pentapoli, nel gastaldato di Castello Petroso (Pierosara di Genga).
Il ducato estendeva verosimilmente la sua influenza ad est di Arcevia fino a Santa Croce, S. Maria delle Grazie ed il monte S. Angelo e verso Senigallia fino a Castiglioni, Montale e Piticchio almeno sino a che queste ultime località divennero possesso feudale, dopo il Mille, del vescovo di Senigallia.
Nell’alto medioevo il ducato di Spoleto era collegato con l’Adriatico attraverso un itinerario che per Colfiorito, Camerino raggiungeva Castello Petroso proseguendo da una parte per la gola della Rossa lungo l’Esino, dall’altra per S. Ansuino di Avacelli lungo il Misa. Castello Petroso rappresentava dunque l’epicentro di collegamento di una vasta area, a forte presenza longobarda, di rilevanza strategica fra l’alto Esino e il Misa.
Il territorio di Avacelli, in cui è documentata dal 1082 la chiesa di S. Ansuino, fu assoggettato alla giurisdizione della diocesi di Camerino.
Il documento più antico che ricorda la villa di Avacelli (Lavacelli) è del 1248 in occasione della sua sottomissione all’emergente comune di Rocca Contrada. È possibile che Avacelli sia stato edificato a seguito dell’abbandono del più antico insediamento di Castelvecchio, individuabile nell’omonimo toponimo a nord del castello.
La fortificazione di Avacelli risale ai primi anni del 1400. La sua cinta muraria con la porta di accesso ad arco acuto e l’annessa torre semicircolare, pur avendo subito numerosi restauri, conservano ancora oggi la loro struttura originaria.
Nel 1407 il castello venne preso dalle milizie di Lodovico Migliorati che assediavano Rocca Contrada. Il contingente arceviese comandato da Matteo di Giovanni Angelucci fu sopraffatto dagli assalitori guidati da Ciccolino da Perugia. Il castello fu liberato da Braccio da Montone dopo che, rotto l’assedio del Migliorati, fu proclamato signore di Rocca Contrada.
Dopo la morte di Braccio, avvenuta nel 1424, Rocca Contrada tornò sotto il dominio della Chiesa ed il governatore della Marca, Pietro Colonna, ne prendeva possesso il 13 ottobre dell’anno dopo essere passato per Avacelli e Magnadorsa. Nel 1426 il castello di Avacelli fu concesso a Ludovico Colonna che lo tenne però solo qualche anno.
Nel 1431 era infatti già tornato sotto Rocca Contrada che nominava un capitano per governarlo.
Anche Avacelli come gli altri castelli arceviesi mantenne fino all’unità d’Italia una certa autonomia amministrativa con proprie rendite ed entrate, un consiglio, un’abbondanza, un forno, un proprio capitano e successivamente un sindaco.
Nel 1861 perse le prerogative di comune appodiato fu confermato ad Arcevia. Nel censimento effettuato nel dicembre dell’anno risultavano nel castello 48 famiglie con 219 abitanti, nei dintorni gli abitanti erano 232.
Nel 1867 Avacelli e Prosano avanzarono al Prefetto di Ancona la richiesta di separazione dal comune di Arcevia per essere aggregati a Serra S. Quirico.
Tra le motivazioni addotte, la lontananza dal capoluogo, la mancanza di buone strade, l’eccessivo carico di tasse. Ma la ragione vera era forse da ricercare nel possibile collegamento diretto con la linea ferroviaria Roma Ancona che aveva scalo nella stazione di Serra S. Quirico.
La richiesta fu però respinta. Verso la fine del XIX sec. il comune di Arcevia riuscì comunque a dotarsi di un’efficiente rete viaria che consentì di collegare in modo rapido le sue frazioni al capoluogo ed il suo territorio ai maggiori centri della regione.
Aspetto Attuale
Avacelli vanta inoltre un consistente patrimonio artistico che ha il suo epicentro nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo ed in quella sottostante di S. Ansuino.
La parrocchiale di S. Lorenzo è posta sulla sommità del castello. Questa chiesa fu probabilmente edificata, forse su una preesistente cappella, agli inizi del XV sec. quando l’abitato di Avacelli fu fortificato ed elevato alla dignità di castello per le sue riconosciute funzioni di punto nevralgico del sistema difensivo militare arceviese.
La chiesa de Sancto Lorenzo de Lavacelli viene espressamente menzionata nel pagamento delle decime al vescovo di Camerino negli anni 1509-1537. Fu elevata a parrocchia solo dopo il 1520, mentre prima di allora era soggetta a quella di S. Ansuino.
Il castello è stato restaurato completamente e si presenta con dei bellissimi scorci di straordinaria bellezza
Fonti documentative
http://www.arceviaweb.it/
Da vedere nella zona
Chiesa di Sant’Ansovino di Avacelli