Castello del Bisciaro – San Giovanni del Pantano (PG)

Il castello è conosciuto anche volgarmente come “Castello dei figli illegittimi” o “Bisci” così chiamati nel gergo dialettale perugino, e la struttura viene associata a quella sul versante opposto della valle chiamata “Le Racchiusole” dove venivano rinchiuse le donne di malaffare o le suore poco caste che spesso quei “Bisci” li avevano partoriti.

 

Cenni storici

Le informazioni storiche di questo castello come di quello “parallelo” Le Racchiusole sono molto scarse, quindi è difficile stabilire l’origine del castello, però la tradizione popolare ha dato la sua versione storica che probabilmente ha delle radici di verità.
Nella carta topografica stilata da Ignazio Danti del 1577 viene ricordata la sua presenza, sotto il nome di Solbicciaio, che in gergo umbro antico sembra volesse significare “sole nascente“; infatti per un fenomeno di movimento della terra e di posizione del castello esso viene colpito dai primi raggi del sole nascente, mentre tutto all’intorno vi è ancora la penombra.
Progressivamente il nome si sarebbe trasformato in Bisciaro in seguito alla fama che all’interno ne venissero ospitati i figli illegittimi, dal dialetto perugino, i “bisci“, cioè i figli di padri ignoti.
Un’altra voce, da documenti dell’Archivio di Stato di Perugia, relativa alla metà del XV secolo, afferma la presenza nella zona di una “villa Bisciai” detta anche del Bisciaio.
Viene ricordata in zona l’esistenza della chiesa di S. Cristoforo come risulta da un catasto della fine del ‘400 conservato presso l’Archivio di Stato di Perugia, ora completamente demolita.
In un documento si legge : “Questa Chiesa di S. Cristoforo è in mezzo a una Selva poco distante dal
Fiume Reja
“.
Intorno alla metà del XVI secolo vi abitavano nove famiglie e appartenne al contado di Porta Sant’Angelo di Perugia.
Nel 1735, nel castello di proprietà dei nobili Vermiglioli di Perugia, fu edificata una piccola chiesa dedicata alla Madonna del Rosario che fu benedetta dallo stesso figlio del proprietario Pietro Giovanni Battista con autorizzazione del Vescovo Riccardo Ferniani.
Sempre nel documento sopra descritto si legge che all’interno della chiesa di nuova consacrazione, fu posta questa iscrizione vicino all’ingresso:
Joannes Bapt.as Petrus canonicus, Et Alexander Filis Angeli ex Nobili Familia de Vermigliolis Communi Aere Templum hoc excita sunt sub patrocinio Sanctissimae Virginis Rosario Anno MDCCXXXV, Illudque Riccardo Ferniano Episcopo Potestatem Faciente Petrus Canonicus aedem Anno Consecravit“.
All’interno vi fu anche posto un quadro dipinto da Francesco Busti, rappresentante la Vergine
col Bambino in Braccio, che porge il Rosario a S. Filippo Neri, e sotto S. Francesco di Assisi e S. Antonio da Padova.
“Con facoltà conferitagli dal Vescovo Ferniani, il Canonico Pietro Vermiglioli benedisse questa nuova
Chiesa il di l Ottobre 1733 e vi fu in quel giorno celebrata per la prima volta la Messa.
Nei limiti della Cura di S. Cristoforo del Bisdajo era già la Chiesa col titolo di S. Lucia del Giardino, ora diruta .
Nel 1620 godeva la rendita di questo Beneficio D. Agostino Volpi Rettore di S. Donato di Racchiusole”.
Le vicende che poi portarono alla sua successiva demolizione non sono note, infatti attualmente non vi è traccia dell’aula religiosa.
Ad ovest dell’agglomerato si nota la presenza del profondo fosso del Bisciaro che si immette nel fosso Feriano.
Sul versante opposto della Valle c’è il castello di “Le Racchiusole” la cui storia si lega a questo.
Attualmente, sia il Biasciuolo che il Bisciaro sono di proprietà privata e non visitabili.
 

Aspetto

Il castello è costituito da un aggregato di più volumi di varie dimensioni in altezza con una torre angolare rotonda su uno spigolo a destra merlata con beccatelli sottostanti arcuati.
La struttura edilizia primitiva doveva essere quello nell’angolo a sinistra, rispetto all’attuale ingresso, costituito da una massiccia torre rettangolare di m. 6,00 x m. 9,30.
Con l’ampliarsi del complesso e con l’aggiunta della torre rotonda, probabilmente nel XVI secolo, tutta la base del torrione quadrato è stata dotata di una scarpata.
Sul lato sinistro, in parte crollato, sono riconoscibili una serie di mensoloni in pietra che dovevano sostenere un terrazzamento.
In basso una bella archeggiatura in conci di pietra calcarea a tutto sesto con estradosso rialzato immette all’interno.
Nella parte posteriore a ovest è visibile un piccolo loggiato con due archi ribassati in mattoni, mentre un terzo arco più grande è collocato più in basso.
Le strutture murarie si presentano in pietra arenaria; è stato molto manipolato nel tempo anche per ragioni di carattere statico: ne fanno fede le svariate catene visibili all’esterno, i passaggi tamponati e un arco di notevoli dimensioni ora molto ridotto.
Compaiono nelle strutture verticali archeggiature di vario tipo, a varia altezza, ora tamponate, tipicamente medioevali per avere intradosso ed estradosso differenziati.
 

Interno

Pure all’interno sono state rinvenute archeggiature, che non hanno però una corrispondenza all’esterno, evidentemente la speronatura ha occultato le aperture.
Tutti gli ambienti sono coperti con travature lignee orizzontali.
Il colore del materiale lapideo usato è dorato, mentre la speronatura è più biancastra.
La copertura della torre quadrata è a tetto a quattro falde e il relativo coronamento è in cotto sagomato.
Nella parte retrostante sono chiaramente visibili gli attacchi murari e le sostruzioni che componevano altri ambienti ora crollati.
 

La “leggenda” del Bisciaro (e Le Racchiusole)

Ogni leggenda ha un suo fondamento di verità, ma non è facile scoprirlo né tanto meno trovare le genuine fonti della verità.
Così parliamo dei toponimi “il Bisciaro” e “le Racchiusole“, tanto più che si trovano in una delle zone più affascinanti del nostro territorio, la valle del Nese, tra i comuni di Perugia ed Umbertide, che costituisce, almeno approssimativamente, una parte della “Strada etrusca” che da Perugia arrivava a Cortona.
La mente torna a tempi lontani quando, non esistendo grazie a Dio la televisione, si andava a “veglia” ed i vecchi raccontavano storie e storie come quella del Bisciaro.
Il vero nome del luogo sembra derivi da “Solbicciaio“, in umbro antico “Sole nascente“, ma a noi piace più la storia secondo cui nei secoli passati, nei pressi del castello esistesse un piccolo convento che ospitava i bambini rifiutati dai genitori, i “bisci” appunto in gergo perugino.
Dalla parte opposta della valle, nella zona appunto nominata “Le Racchiusole“, venivano rinchiuse le donne “di malaffare” o addirittura suore di Perugia che, rimaste incinta, necessitavano di un rifugio isolato.
I figli nati dai loro “turpi” incontri venivano perciò ospitati nel Bisciaro e, nell’eventualità che non bastasse il castello avevano rifugio nel Bisciaiuolo, palazzotto situato poco sotto.
Raccontano anche che nelle mura del castello esiste, non facilmente visibile, una apertura, abbastanza alta, da cui venivano calati i bambini dati in adozione, in modo che sia i custodi, che i nuovi genitori non avessero occasione di incontrarsi e quindi riconoscersi.

Testo di Francesco Brozzetti
 

Nota di ringraziamento

Da questa pagina ringrazio sentitamente gli amici Mauro Bifani e Francesco Brozzetti per aver fornito le foto della galleria e per averci raccontato la leggenda.
 

Fonti documentative

Ermanno Polla – San Giovanni del Pantano e suo intorno – 1997
Gabriella Vignoli – Preggio Piccola grande storia i un paese dell’Appennino Umbro – 1999

http://www.perugiatoday.it/foto/cronaca/itinerario-castello-del-bisciaro/

https://www.mondimedievali.net/castelli/umbria/perugia/provincia002.htm

 

Da vedere nella zona

Castello di “Le Racchiusole”
Castello di Val di Nese
Cappella di Sant’Angelo (o chiesa della Madonna della costa)
Torre Gualterotta
 

Mappa

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