Basilica della Santa Casa – Loreto (AN)

La Basilica


 

La Basilica


 

Cenni Storici

La basilica della Santa Casa sorge sulla piazza della Madonna, ed è il principale luogo di culto cattolico di Loreto, in provincia di Ancona, al termine della via Lauretana. All’interno della basilica, i cattolici rendono culto di devozione verso i resti della Santa Casa di Nazaret, dove visse Gesù. A questo famoso santuario è collegata la devozione per Maria madre di Gesù che ha l’iconografia cultuale e storica della Vergine Lauretana, patrona dell’aviazione. È tra i più importanti e visitati santuari mariani del mondo cattolico; numerosi personaggi e santi vi hanno fatto visita, tra questi santa Camilla Battista da Varano, santa Teresa di Lisieux, santa Gianna Beretta; tra i papi che hanno visitato la basilica vi sono papa Giovanni XXIII, papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI.

Agli inizi di maggio del 1291, Nazaret e tutta la Palestina erano dominio dei Turchi selgiuchidi. Secondo la tradizione alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono in volo. Il 10 maggio 1291 degli angeli lasciarono la casa a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume, in Croazia); furono dei boscaioli, stupiti, a trovare la piccola dimora. In quel luogo, però, i pellegrini erano spesso preda di ladri e malfattori; così, tre anni e sette mesi dopo, gli angeli ripresero la casa di Nazaret e con essa si alzarono in volo. Attraversarono l’Adriatico e appena giunti nelle Marche la posarono nei pressi di Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome la tradizione fa derivare proprio da questo evento: posa-et-ora (fermati e prega). La Santa Casa restò in quel luogo nove mesi; poi gli angeli la sollevarono nuovamente e la posarono nei pressi di Porto Recanati, in località “Banderuola”, dove ancora oggi sorge una chiesetta, ove era una selva di proprietà di una nobildonna di Recanati dal nome “Loreta”, per cui i pellegrini dicevano: “Andiamo dalla Madonna di Loreta” e da tale espressione popolare venne poi dato il nome alla cittadina di Loreto. Nella selva di Loreta, furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa è stata nuovamente spostata dagli angeli, su un terreno di proprietà di due fratelli, i conti Simone e Stefano Rinaldi di Antici, che però presto iniziarono ad approfittarsi dei pellegrini e poi anche a contendersi i guadagni. Di nuovo gli angeli, dopo quattro mesi, sollevarono in volo la casa e la posarono, nel dicembre del 1296, al centro della strada che da Recanati va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina (il monte Prodo). Nel testo: “Storia della Santa Casa di Loreto esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino” – opera del rev.mo Don Antonio Gaudenti, patrizio di Osimo e arcidiacono della Basilica Loretana – ed. seconda, Loreto 1790 è possibile trovare altre versioni relative alla Traslazione della Santa Casa.

Storia del Santuario

La Storia del Santuario inizia il 10 dicembre 1294, con l’arrivo della Casa abitata dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret e dove la Madonna avrebbe ricevuto l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. In un primo momento la preziosa reliquia venne sopraelevata e coperta da una volta e poco dopo circondata da portici, quindi da una chiesetta e infine dall’attuale Basilica. Nel 1468, per volontà del vescovo di Recanati, il forlivese Nicolò de Astis (ossia Nicolò dall’Aste), cominciarono i lavori per la costruzione del grande Tempio, sia a protezione della Santa Casa, che per accogliere la gran folla di pellegrini sempre crescente che vi si recava in visita. Morto il vescovo già l’anno seguente, nel 1469, fu Papa Paolo II a proseguirne i lavori, anche perché, quando nel 1464, ancora cardinale, venne in visita a Loreto, sarebbe stato miracolosamente guarito dalla Madonna. Nel 1587, con l’aggiunta della facciata, l’edificio poté ritenersi finalmente concluso. Nel 1604 fu indetto il concorso per la decorazione della Sala del Tesoro, che fu vinto dal Pomarancio, che prevalse sul Caravaggio, su Guido Reni e su Lionello Spada. La sala fu completamente decorata entro il 1610, quindi il Pomarancio si cimentò con gli affreschi della cupola, andati quasi completamente perduti. Quasi in contemporanea Francesco Selva decorava con stucchi l’Atrio della Sacrestia e Tiburzio Vergelli realizzava, tra il 1600 ed il 1607, il maestoso battistero che ancora oggi si può ammirare nella prima cappella di sinistra della basilica. A completamento dei lavori, tra il 1604 ed il 1614, Carlo Maderno con l’aiuto dello zio Giovanni Fontana realizzava la fontana che orna la piazza del Santuario. Con l’invasione napoleonica dei territori pontifici del febbraio 1797, Loreto venne occupata dai soldati francesi e fu oggetto di razzie e ladrocini. In tale contesto non fu risparmiato neppure il Santuario, come viene rievocato da monsignor Agostino Rivarola in una lettera del marzo 1797. In questo scritto, Rivarola in particolare chiama in cause le responsabilità di Ludovico Sensi, prelato schieratosi con l’invasore e da questi nominato Governatore generale della città. Stando alla testimonianza, Sensi si sarebbe persino recato «in Chiesa coi muratori» per «demolire la Santa Casa», ma tale fu lo sdegno della popolazione di fronte a questo proposito che lo «scelerato» fu costretto a desistere.

Architettura

La Basilica di Loreto rappresenta uno dei più importanti monumenti gotico-rinascimentali d’Italia, dove lavorarono i più grandi architetti dell’epoca: Marino di Marco Cedrino, Baccio Pontelli, Giuliano da Sangallo, Giuliano da Maiano, Francesco di Giorgio Martini, Bramante, Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane. Venne iniziata nel 1468, per volontà del vescovo di Recanati Nicolò dall’Aste, su probabile progetto del veneziano Marino di Marco Cedrino, in uno stile gotico ma già di un certo sapore rinascimentale. Il 3 ottobre del 1471 venne nominato muratore et fabricatorem dal commissario pontificio Iacopo Petruccio. Innalzò i muri maestri e i pilastri dell’abside a partire dal braccio meridionale della crociera. Collaborò alla fabbrica del santuario fino al 1476 o al 1477. La realizzazione e continuazione spetta al grande architetto toscano Baccio Pontelli. La sua superba opera, eseguita a partire dal 1487-1488, è ben visibile nei semplici fianchi in cotto e negli imponenti volumi dei transetti-presbiterio circondati da innumerevoli cappelle. In questa complessa parte “absidale”, tutta giocata in un susseguirsi di innumerevoli absidi semicircolari, risulta più evidente la struttura a fortificazione, quasi fosse una “fuga” di torrioni di una rocca, volta a difendere il santo luogo dalle incursioni turche. Coronata in alto da un vero e proprio cammino di ronda su beccatelli, è solo appena ingentilita dagli alti finestroni gotici in pietra bianca del Conero, opere di ripristino realizzati sotto la campagna di restauri del Sacconi. Costituisce un mirabile esempio di connubio fra l’esigenza pratica della difesa militare e il gusto estetico rinascimentale.

Cupola
Di chiaro stile rinascimentale è la cupola che caratterizza il panorama lauretano, visibile in un vasto territorio che va dal mare alle valli collinari vicine. Il tamburo ottagonale è stato elevato, fino al cornicione, da Giuliano da Maiano, e compiuta nella calotta da Giuliano da Sangallo. Voltata in soli nove mesi, dal settembre 1499 “alle ore XV del 23 maggio” del 1500, come l’architetto annota nel suo diario. Era sabato e «…io Giuliano di Francesco di Sangallo fiorentino, con grandissima solennità e devozione e precisione, murai l’ultima pietra». La cupola, dal diametro di ben 22 metri, all’epoca della sua costruzione era inferiore solo a quella brunelleschiana del Duomo di Firenze, a cui è palesemente ispirata.

Per approfondimenti maggiori:

 

Mappa

Link coordinate: 43.441069 13.610849

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