Abbazia di San Salvatore – Acquapagana di Serravalle del Chienti

Sorge nella parte di Appennino interessata dai percorsi dai pastori sulle vie della transumanza e dai pellegrini che affrontavano il cammino della fede (Via Lauretana). Lungo questa tratta sono presenti infatti molti Santuari dove venivano allestite anche fiere e mercati.

 

Cenni Storici

L’abbazia camaldolese di San Salvatore è citata dalle fonti almeno dal 1023, anche se la tradizione vuole che sia stata fondata nei pressi di una sorgente di acque terapeutiche poco dopo l’anno Mille da San Romualdo, abate fondatore dell’eremo di Camaldoli. Gli annalisti della congregazione dei Camaldolesi scrissero che la tradizione attribuisce a S. Romualdo la fondazione della chiesa di S. Maria in Campis presso Fabriano e della chiesa del monastero di S. Salvatore di Acquapagana ed espressero l’avviso che tale fondazione si abbia ad assegnare all’anno 1007, sapendosi che S. Romualdo fu nella diocesi di Camerino l’anno 1005.
E’ difficile comunque definire quali di questi luoghi siano veramente stati fondati da S. Romualdo: la tradizione ci narra infatti che il santo fu condotto in molti luoghi e fatto quasi onnipresente, come accadde a San Francesco e ad altri istitutori e rinnovatori d’ordini religiosi.
Lodovico Iacobilli scrisse che nel 1063 da un conte Offredo, figlio di Monaldo (forse di quella stessa famiglia feudale da cui ebbe origine il monastero di S. Croce di Sassovivo), la chiesa di S. Angelo delle Grotte, in territorio di Foligno, fu unita al monastero di S. Salvatore d’Acquapagana, membro dell’abbazia di Valdicastro. Considerando che lo Iacobilli non ha oggettivamente vissuto il periodo ma ha potuto visionare alla sua epoca una serie straordinariamente numerosa di carteggi ad oggi purtroppo perduti, la notizia si può ritenere del tutto attendibile. Si può comunque ritenere che l’erezione della chiesa e del monastero appartenga al secolo XI o ai primi anni del seguente.

L’abate di Valdicastro nominava il priore di S. Salvatore d’Acquapagana e i pochi monaci che attendevano al servizio di essa senza che a ciò si opponessero i vescovi di Spoleto nella cui diocesi il priorato monastico sorgeva. Prima del 1291 però il vescovo di Spoleto Paparone si oppose e inviò dei suoi chierici regolari e occupò il monastero, nacquero tafferugli e ci scappò anche il morto, un certo Marino che si opponeva all’intromissione.
Seguirono cause per l’attribuzione della giurisdizione fino a che un commissario deputato da papa Bonifacio VIII decretò l’appartenenza a Valdicastro nella figura di fra Gualtiero. Alla sua morte però nel 1228, scoppiarono di nuovo aspre contese e si trovò un accordo solo nel 1301.
Successivamente il priorato fu ceduto in affitto ai Varano, signori di Camerino e proprietari di una buona parte del territorio circostante. Nel 1413 frate Eustachio Buffoni da Fabriano, abate di Valdicastro, rinnovava un contratto di cottimo per nove anni con Berardo di Rodolfo III Varano a condizione che questi gli pagasse ogni anno, il 5 d’agosto, la somma di nove ducati d’oro. Ludovico Iacobilli collocò il priorato di S. Salvatore d’Acquapagana tra le chiese soggette al monastero di Sassovivo. Nel 1587 Sisto V la aggregò alla diocesi di Camerino e poco dopo il priorato di S. Salvatore non sfuggì alla sorte, toccata a tante altra chiese monastiche, di essere conferito in commenda intorno al 1510.
Troviamo l’abbazia dal 1536 parrocchia dipendente dal capitolo della cattedrale di Camerino e quindi compresa nella diocesi di questa città. Ad oggi fa parte della diocesi di Camerino.
 

La Chiesa

La struttura attuale conserva le forme del gotico umbro duecentesco con un bel portale d’ingresso e rosone liscio superiore e con contrafforti e monofore ai lati. All’interno sono visibili importanti affreschi di scuola umbro-marchigiana databili tra il XIII e il XVII secolo e un dipinto della Madonna di Loreto del 1572 attribuita a Camillo Angelucci di Mevale. L’altare lungo la parete destra è stato realizzato per custodire le reliquie del Beato Angelo, eremita camaldolese che visse in una grotta sulle pendici del Monte Tolagna fino al 1313, anno della sua morte.
La prima realizzazione dell’altare, di cui si intravedono alcuni affreschi, forse si deve datare già al trecento, mentre l’aspetto attuale è dovuto all’intervento di Emilio Bonaventura Altieri (poi papa Clemente X) che fece ricomporre le reliquie nel 1630. Infine a destra dell’altare principale una piccola nicchia conserva all’interno una tazza in maiolica che la tradizione locale riferisce essere stata usata dal Beato Angelo.
Sulla controfacciata si erge il bellissimo organo settecentesco di Antonio Fedeli su una tribuna lignea interamente dipinta con soggetti a tema.
 

Uso Attuale

La chiesa ha subito seri danni dal terremoto del 1997 ed è stata ristrutturata e nel periodo estivo ospita ragazzi di parrocchie di varie parti d’Italia, certo è però che la scarsa utilizzazione non aiuta il mantenimento della struttura.
 

Fonti documentative

Di alcune memorie dei castelli di Rocchetta d’Acquapagana e di Percanestro nel circondario di Camerino – di Bernardino Feliciangeli
Estratto dagli Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Marche, 1913 – Volume IX
ANCONA
Presso la R. Deputazione di Storia Patria 1913
http://www.comune.serravalledichienti.mc.it/
 

Mappa

Link coordinate: 42.983479 12.930369

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