Chiesa di San Simeone – Porchiano del Monte (TR)
Cenni Storici
La chiesa parrocchiale si trova al centro del paese, è dedicata a San Simeone Vescovo e Martire, primo Vescovo di Gerusalemme, dopo l’apostolo Giacomo il Minore.
Non si conoscono notizie storiche precise, tranne alcune citazioni nelle Rationes Decimarum per gli anni 1275-1279.
Nelle stesse si legge che il presbitero Ierardo de Maritima, nel mese di novembre dell’anno 1275 per conto della chiesa di San Simeone di Porchiano, versa come censo XV soldi cortonesi più altri CVII soldi cortonesi e IIII soldi parmensi, e attraverso altri pagamenti successivi si può dedurre una certa solidità economica della chiesa.
Il Sella denuncia origini medioevali, pur avendo subito rimaneggiamenti sia all’interno che all’esterno.
Aspetto
La semplice facciata a campana, in blocchetti di pietra, ha di lato un alto campanile medioevale, la cui parte finale è stata aggiunta successivamente, e in essa si aprono due bifore e una monofora.
L’abside risale al primo romanico umbro, con muratura in blocchetti di pietra disposti con regolarità e ben connessi.
Interno
L’interno è a tre navate, la centrale coperta di volte a botte, le laterali da volte a crociera.
A divisione della navata sinistra sono grossi pilastri di malta, molto probabilmente risalenti al secolo XV, cioè all’epoca in cui la chiesa fu rimaneggiata.
Sul primo dei pilastri è affrescato Sant’Antonio abate, datato 1500, a conferma dell’epoca in cui è stata realizzata la navata.
Nella navata di sinistra, ove è il fonte battesimale, nella parete è un affresco attribuito a Pier Matteo di Amelia, raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra angeli e in basso Santa Cristina e Santo Stefano.
La data di esecuzione, apposta nel pilastro destro, è stata ritenuta, fino ad oggi, 1486, ma le condizioni di conservazione non consentono una decodificazione certa.
Sulla parete sinistra, di ingenua fattura, altra Madonna col Bambino tra angeli e in basso San Michele Arcangelo e Santa Maria Maddalena.
L’abside è affrescata con un’opera datata 1937 raffigurati nell’abside sono: il beato Giovanni Bufalari, agostiniano nativo di Porchiano, Santa Cristina, San Simeone, protettore e titolare della parrocchia, Beata Lucia, anch’essa agostiniana e nativa di Porchiano.
La navata centrale da quella di destra è divisa da due tozze colonne presentano capitelli medioevali, ricchi di elementi simbolici, mentre la terza è di materiale romano reimpiegato.
Il primo capitello è posto su una colonna rozza, probabilmente di diversa provenienza, vi è raffigurata un’aquila che con le ali aperte divide due delle facce: in quella di sinistra si nota un sole stilizzato, un quadrupede non riconoscibile, in quella di destra, nel registro superiore, sono raffigurate due pantere contrapposte a fauci aperte, al di sotto è disteso un serpente anch’esso con le fauci aperte.
Vi è poi una figura umana e un asinello dalle caratteristiche orecchie sopra una palma stilizzata; segue una foglia, poi un alberello stilizzato e una figura umana che sorregge un serpente sopra la testa.
Nel secondo capitello si trovano elementi a petali con croci centrali, un animale con una croce che sembra uscirgli dalla bocca, un albero che si divide in tre rami, due aquile sugli spigoli.
Il primo capitello è senza dubbio opera di un artista di qualità migliore rispetto al secondo che sembra sia di un allievo.
La terza colonna ha simboli cristiani: il cervo e la pantera.
Nella parete destra v’era un altare dedicato a Sant’Antonio abate, più avanti si apre una cappella in stile neoclassico, ove è custodita una tavola rappresentante l’Assunzione della Vergine, opera di scuola umbro-laziale della fine del XV secolo, attribuita al Maestro del Trittico di Chia e più recentemente al pittore Cola da Orte, collaboratore di Piermatteo d’Amelia.
Al termine della navata è conservata una preziosa reliquia una delle cinque pietre che vennero bagnate dal sangue del Miracolo Eucaristico di Bolsena nel 1263, proveniente dalla chiesa di Santa Cristina ubicata appena fuori dalle mura cittadine.
Nell’inventario redatto dall’arciprete di Porchiano Marco Franconi in data 1 maggio 1771 si legge: “A mano sinistra dell’altare maggiore vi è l’altare nel quale si conserva una pietra delle cinque bagnate dal sangue prodigiosamente stillato dalle Specie Eucaristiche nel celebre miracolo avvenuto in Bolsena l’11 agosto dell’anno 1263”.
Monsignor Giuseppe dei conti Vespignani, vescovo di Orvieto, afferma:
“…in Bolsena oltre l’altare rimasero cinque lapidi asperse dal sangue prodigioso delle quali una fu poi concessa alla Villa di Porchiano nella Diocesi di Amelia, ed in quella chiesa è venerata”.
Per l’insistenza di L. Luzi arciprete di Lugnano, nel 1932 l’altare fu restaurato dal parroco don Giuseppe Zappetelli con un paliotto in travertino opera dell’artista Tullio Tessicini e la reliquia fu ricoperta con una lamina in ferro battuto.
Sopra è rimasta una cornice originale in pietra ove è scritto: “Sanguis Christi et Reliquiae Sanctorum. Anno MDLXXIIII Rob. Strad.” (anno in cui la reliquia fu portata a Porchiano).
Roberto Strada, parroco di Porchiano, supplicò il vescovo di Amelia Bartolomeo Farrattini, padre conciliare al Concilio di Trento, perché intervenisse presso il vescovo di Orvieto Simoncelli per avere qualche reliquia di Santa Cristina ed una pietra del miracolo eucaristico.
In data 10 maggio 1574 le reliquie donate dal Capitolo di Bolsena pervennero a Porchiano, ove sono venerate.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto.
Fonti documentative
http://www.porchianodelmonte.info/
http://turismoqr.it/amelia/porchiano.html
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.