Castello di Macereto – Piegaro (PG)

Il castello ha perso in parte la sua caratteristica.

 

Cenni Storici

Piccolo castello di poggio a 301 metri s.l.m., a breve distanza dall’importante via Pievaiola, che collega Perugia con Città della Pieve.
Sconosciuto il periodo in cui avvenne il primitivo insediamento.
Nell’elencazione del 1282 la località è indicata come villa, con una popolazione di 20 focolari; in quella del 1370 è ancora classificata tale.
Soltanto negli estimi della seconda metà del quindicesimo secolo è classificata come castello, ma le mura quasi sicuramente furono costruite in precedenza perché, quando nel 1443 Ciarpellone, luogotenente del Piccinino, dopo aver preso e saccheggiato Piegaro, costringendo gli abitanti ad emigrare in massa, assalì e conquistò pure Macereto, la località, secondo il Pellini, era già castello.
Nel 1444 il papa Eugenio IV contribuì alla sua ricostruzione non solo dichiarando estinto un grosso debito che gli abitanti, insieme a quelli di Piegaro, avevano contratto con la Curia, ma esentandoli anche per tre anni da ogni tassa.
Nel 1452 anche il pontefice Niccolò V intervenne con larghi aiuti e privilegi in favore della comunità. Nessun’altra notizia degna di nota abbiamo potuto reperire.
Soltanto nel “Riparto dei Governi e delle comunità dello Stato pontificio con i loro appodiati” del 1817, si trova che a quella data la località faceva parte del comune di Piegaro.
 

Le Chiese

L’antica chiesa parrocchiale, dedicata a S. Michele Arcangelo, col titolo di pievania, era situata fuori le mura, in cima al colle detto un tempo Petroso e corrispondente sicuramente al toponimo S. Angelo.
Ma per comodità dei fedeli le funzioni religiose venivano svolte nella chiesa di S. Pietro, ubicata all’interno delle mura, attualmente sconsacrata e ridotta a sala di riunioni ad uso della comunità.
L’attuale chiesa parrocchiale, a navata unica, fu eretta nel 1909.
Ha un solo altare sovrastato da una grande tela ad olio del pittore Ascani di Paciano, raffigurante S. Michele Arcangelo che uccide il drago.
Entro i limiti della parrocchia si trovavano un tempo la chiesa di S. Maria, appartenente alla Confraternita del Sacramento, quella di S. Egidio, di proprietà della Sapienza vecchia e quella della Madonna delle Grondici.
Le prime due sono scomparse, la prima distrutta e la seconda sconsacrata.
Quella delle Grondici invece, ristrutturata e ampliata, è stata trasformata dall’attuale parroco don Nazareno Marchesi in un grazioso santuario, meta continua di fedeli, che vi giungono da ogni parte della regione.
Sopra l’altare maggiore trovasi l’immagine della Madonna con il Bambino tra S. Sebastiano e S. Rocco dipinta da Gregorio Tedesco nel 1495.
Sulla parte bassa del dipinto è raffigurato un miracolo e l’ordinatore della tela, un certo fra Matteo.
 

Fonti documentative

S. Pistelli G. Pistelli – Memorie di una terra – Piegaro e i suoi Castelli – Città della Pieve 1992
 

Mappa

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