Castello di Compresseto – Gualdo Tadino (PG)

Il Castello negli anni è stato fortemente deturpato, resta integra solo una torre con la porta d’ingresso, in compenso il panorama intorno è meraviglioso.

 

Cenni Storici

Il Castello oggi ben più noto come Pieve di Compresseto è un antico borgo medioevale (m 559 s.l.m.) adagiato sulle verdi colline dell’Appennino Umbro-Marchigiano. Domina ad Ovest la valle del fiume Chiascio e ad Est la valle del fiume Rasina; dal paese si possono scorgere la valle del Tevere, Gubbio, il monte Catria e il monte Cucco.
L’intera la zona fu oggetto di una bonifica effettuata durante l’occupazione romana.
Per la sua posizione strategica rivestì sempre una grande importanza bellica, assolvendo sia la funzione di controllo che di difesa del territorio circostante; per questo fu sempre conteso da più parti.
Non meno importante fu il suo ruolo religioso, costituendo nel passato una delle cinque Pievi del territorio di Gualdo, insieme a Santa Maria di Tadino, San Facondino, Santa Felicita e Santa Maria di Monte Rampone presso Morano, pertanto si suppone che la Pieve di Compresseto fu sicuramente preesistente al Castello.
Lo stesso, anticamente noto con il nome di Compresseto (probabilmente dal latino “Cupressus“, cipresso, pianta particolarmente presente in questa zona e anticamente piantato nei luoghi sacri quali Monasteri e Pievi per motivi cultuali), ebbe origine quasi certamente dalla popolazione fuggita da Gualdo, l’antica Tadino, quando venne rasa al suolo nel 996 dall’Imperatore Ottone III di Sassonia.
La collera dell’Imperatore fu suscitata dalla decisione di Gualdo di schierarsi a fianco del Console romano Crescenzio, sia per liberarsi dal dominio del Conte di Nocera, fedele all’Impero Germanico, che per riaffermare la propria autorità sul territorio. La popolazione si rifugiò in gran parte nella vicina città di Nocera e la restante si diresse verso le campagne circostanti Gualdo e presso i numerosi castelli sorti ad opera di Feudatari stranieri, scesi come Capitani a seguito degli Imperatori tedeschi, dai quali avevano ottenuto dei Feudi in cui stabilirsi definitivamente.
Il Feudo di Compresseto, eretto in Contea, fu in seguito concesso dall’Imperatore Ottone III al Conte Offredo, figlio dì Monaldo III, Conte di Nocera e Vicario Imperiale.
Per lungo tempo Compresseto restò Feudo di Offredo, di sua moglie Contessa Ugolina e dei loro figli Oderisio, Ugone, Bonconte e Rodolfo. Da questo ramo genealogico prese origine l’illustre famiglia dei Monaldi che si trasferì in seguito a Perugia.
Subì successivamente un lento ma inesorabile declino e un lento e progressivo abbandono, fu probabilmente anche occupato e distrutto dall’esercito di Enrico III, sceso in Italia nel 1055 contro Goffredo di Lorena. Secondo la tradizione, invece, la causa della sua distruzione fu un devastante terremoto.
Nei primi decenni del sec. XII venne ricostruito a poca distanza più in alto e cinto di mura con tre torri tuttora in discreto stato di conservazione.
Intorno al castello sorgeva, contemporaneamente, un popoloso villaggio ed una chiesa dedicata alla “Assunzione di Maria Vergine” che svolse funzioni di pievania.
Esistono, a prova di quanto affermato, due antiche pergamene, conservate nell’archivio vaticano (collettoria vol. 402 c. 37t e 92t) di cui una imperiale ed una papale:
con la prima datata Lodi 1163, l’imperatore Federico I, prendendo sotto la propria protezione il Monastero Benedettino di S. Donato di Pulpiano presso Gubbio, riconfermava allo stesso i possessi tra cui “medietatem plebis Compresseti“;
la seconda di Celestino III, datata dal Laterano 1191, nella quale il Papa prendeva sotto la protezione apostolica lo stesso Monasteri di S. Donato di Pulpiano e gli riconfermava il godimento dei beni tra i quali lo “jus quod habetis in plebe de Compresseto“.
Nella seconda metà del secolo XIII il castello di “Compressetum” fu conquistato dal Comune di Perugia per frenare le pretese di Gubbio e le rivendicazioni del Ducato di Spoleto.
L’atto di sottomissione fu firmato a Perugia dai Magistrati perugini e da Tommaso di Monaldo “comes de Compresseto” nel 1251.
I Magistrati Perugini, nei decenni successivi, potenziarono e fortificarono il castello che rappresentava per loro uno dei punti di difesa del confine orientale e costruirono sul colle sovrastante anche una “Rocca” che chiamarono Poggio S. Ercolano in onore del patrono della città.
Da questi fatti segue un lungo periodo d’ oscurità e di oblio, nè conosciamo le vicende che lo riportarono sotto la giurisdizione del Ducato di Spoleto sullo Stato Pontificio.
Nella seconda metà del sec. XVII era retto dal Capitano Amandino Raspanti, i cui eredi lo governarono fino al 1860: di questo periodo rimane solo un ovale in pietra con inciso uno stemma di una raspa.
Dopo l’unità d’Italia fu per sei anni Comune “appodiato” e successivamente fu inglobato nel Comune di Gualdo Tadino.
 

Il Beato Marzio

Nel 1210 il Castello di Compresseto vide la nascita del Beato Marzio, il più illustre dei suoi abitanti, la cui fama di santità travalicò i confini regionali. Nato nel 1210 da genitori contadini, esercitò fino all’età di 31 anni il mestiere di muratore a Gualdo Tadino insieme ai tre fratelli Silvestro, Leonardo e Filippo, anch’essi beatificati.
Nel 1243 si stabilì presso l’eremo di Valdigorgo (oggi di Santo Marzio) e lo ristrutturò conducendovi vita eremitica insieme ai suoi seguaci fino al 1301, anno della sua morte.
Nel 1995 fu proclamato, insieme a San Macario, Compatrono di Pieve di Compresseto, mediante Decreto del Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Sergio Goretti, su istanza del parroco don Stefano Bastianelli e dell’intera popolazione.
Nel 2001 fu fondata la Confraternita a lui dedicata.
 

Fonti documentative

Il Feudo di Compresseto e la sua Pieve – Storia civile ed Ecclesiastica dalle origini ai giorni nostri di Francesco Farabi e Morena Cattaneo – Edizione Accademia dei Romiti Gualdo Tadino 2012

http://www.pievedicompresseto.it/

Per notizie più dettagliate sulla vita del Beato Marzio si rimanda al volume: E Farabi e S. Bastianelli, Vita del Beato Marzio da Pieve di Compresseto, Terziario Francescano ed Eremita, Ospedalicchio di Bastia Umbra, 2000.
 

Da vedere nella zona

Pieve di Compresseto
Abbazie di San Pietro in Val di Rasina
 

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