Villa Romana a Campodarco – Nocera Umbra (PG)
Cenni Storici
Tratto da Cartello informativo presso il Museo Archeologico
Dell’edificio con strutture in opera listata e laterizio particolarmente ben conservate, sono stati totalmente indagati tre ambienti, tutti dotati del sistema di riscaldamento con ipocausto, forse di destinazione termale. I pavimenti sono impreziositi da mosaici in bianco e nero, con motivi figurati e geometria inquadrabili tra la fine del I secolo dC e gli inizi del successivo. La decorazione delle stanze risulta completata da stucchi di eccezionale qualità e da rivestimenti in marmo proveniente da vari giacimenti della penisola italica e dalle province romane (Grecia, Africa settentnonale), oltre che da arredi scultorei tra cui una pregevole statua di Venere con Priapo. Interventi di restauro sui mosaici e sulle murature documentano l’utilizzo della residenza in epoca tardo-antica, fase cui risalgono anche oggetti d’uso e d’ornamento personale. Tra questi, un frammento di vaso in vetro con decorazione a soggetto cristiano, riconducibile ad officina romana, può essere ritenuto prova, come in altri contesti, della pratica di un culto paleocristiano di carattere privato all’interno della villa. Il crollo parziale di una cisterna d’epoca romana in un fondo agricolo a nord della frazione di Campodarco (proprietà Virgulti) ha consentito nel 1999 il rinvenimento di un importante insediamento antico. Il complesso, situato a lato della Strada Statale, nei pressi dell’incrocio tra la via Flaminia antica e la strada diretta a Septempeda e Ancona, è probabilmente da identificare con una residenza privata a carattere extra-urbano di alto livello.
Tratto da Cartello informativo presso il luogo
La villa di Campodarco-Zingaretti, posta nei pressi dell’incrocio tra la via Flaminia antica e la strada diretta a Septempeda (San Severino Marche) e Ancona, presenta un’estensione non ancora verificata nella sua interezza ed è al momento indagata limitatamente a quattro ambienti, tre dei quali dotati del sistema di riscaldamento con ipocausto. I pavimenti, rivestiti con mosaici in bianco e nero a motivi figurati e geometrici, risalgono alla fine del I secolo d.C. o gli inizi del successivo; le pareti delle stanze risultavano impreziosite da stucchi figurati di eccezionale qualità e da rivestimenti in marmo colorato provenienti dalla penisola italica e dalle province romane. Successivo al restauro della residenza in epoca tardo-antica, età cui risale un frammento di vaso in vetro con decorazione a soggetto cristiano, e ad un’occupazione del sito in fase gota, documentata dai reperti numismatici, e il riutilizzo dell’area per la realizzazione, in età altomedievale, di un complesso sacro, costituito da una chiesa ed un lungo edificio indagato solo in parte, forse destinato all’accoglienza. Annessa alla chiesa, con doppia abside, una piccola area funeraria comprendente le tombe di cinque adulti ed un bambino.