Villa di Scandolaro – Foligno (PG)

Il paese sorgeva su un diverticolo dell’antica via Flaminia che risalendo la collina scendeva a Scopoli e andava verso il mare marchigiano attraverso il valico di Colfiorito.

 

Cenni Storici

Scandolaro è un paesino di collina, legato in modo particolare alla coltura dell’olivo; il nome “villa Scandolaro” deriva dalle parole latine “villa-podere” che contraddistinguono un luogo aperto, non fortificato, dove si praticavano attività agricole.
Si suppone che la nascita del borgo sia posteriore alla metà del 1300 infatti, come Cancellara, non compare nelle Carte del monastero di Sassovivo (sec. XI-XIII).
Le residenze più antiche di Scandolaro, databili al XIV-XV secolo, assunsero l’aspetto di “case-torri” per la difesa del podere e dei suoi abitanti.
Scandolaro, infatti, non era un unico agglomerato di case come i borghi tradizionali, ma costituito da “case-torri” edificate in mezzo agli olivi; questo tipo di costruzione aveva molteplici vantaggi, infatti permetteva di avere una maggiore visibilità grazie alla sua altezza, era utilizzata nella parte alta per l’allevamento dei piccioni che garantivano una dieta a base di carne ed inoltre il loro guano era un ottimo fertilizzante per il terreno, senza considerare che il guano favoriva un buon isolante termico permettendo al calore che saliva nella parte alta di non disperdersi.
Emblematico è la denominazione del paese “Santo Stefano dei piccioni” che sta proprio a significare questo tipo di allevamento che nel medio evo doveva avere in quel posto un carattere intensivo.
Gli oliveti, che comprendevano poche piante recintate, venivano chiamati “chiuse” (termine che si è tramandato nel tempo fino ai giorni nostri).
Le “case-torri” si modificarono con l’aggiunta di altri locali e la costruzione di nuovi edifici, e il terreno che prima c’era tra un podere l’altro venne riempito con nuove case.
Una ulteriore testimonianza di questa espansione è, anche, la costruzione, nel 1480, della chiesa di San Sebastiano.
Gli orti e gli uliveti furono spostati fuori dal borgo e, così, iniziò il disboscamento della collina per aumentare il terreno coltivabile. Nel 1849 furono impiantati moltissimi olivi con il comtibuto dello Stato Pontificio, che istituì in Umbria dei premi in denaro per le nuove piantagioni.
La nascita di questo paese e di quelli limitrofi quali Cancellara, Santo Stefano dei Piccioni e Roviglieto è dovuta alla presenza in epoca antica, forse già dai tempi dei romani, di una viabilità che da Foligno nella zona di Santa Maria in Campis risaliva la collina e con un percorso nemmeno tanto impervio risaliva gli altopiani e scendeva a Scopoli per ritrovarsi nella via per le Marche che passava per Colfiorito.
Questa via era parallela a quella che risaliva per l’Abbazia di Sassovivo, svalicava l’altopiano di Casale e si ricongiungeva con questa per scendere a Scopoli.
Queste strade erano delle scorciatoie per scendere nella valle Umbra usate da carrettieri e da mandrie transumanti, quindi il passaggio di merci e persone favoriva gli scambi e muoveva ricchezza.
Da far notare che l’identità paesana di questi agglomerati è molto forte; per esempio, chi abita a Scandolaro ritiene di avere poco da condividere con chi abita a Cancellara o a Santo Stefano dei piccioni che distano a malapena 500 metri.
 

Aspetto

Il paese ha perso le sue caratteristiche per il rimodernamento delle abitazioni che si è fatto nel dopoguerra e con i terremoti che si sono succeduti, però ancora qua e la rimangono tracce delle antiche architetture.
Nella parte bassa si notano ancora edifici costruiti con architetture medievali e permane una forma arcuata delle case costruite a formare un muro di difesa e di contenimento.
Nella parte alta una bella casa torre edificata sopra una bellissima galleria di archi che consente il passaggio della strada, infine nella parte più alta del paese una bella casa torre ancora integra.
La piazzetta di Scandolaro (452 m.), che offre un punto notevole di osservazione sulla piana di Foligno, presenta una bellissima fonte con tre arcate e tre vasche per il lavaggio dei panni da parte delle donne del paese.
Da notare anche un’edicola molto sbiadita che rappresenta una Madonna con Bambino dipinta sul muro di una casa.
Percorrendo la strada in salita, alla destra della chiesa, attraverso il paese, proseguendo su un sentiero panoramico fra gli ulivi che conduce alla Madonna del Riparo, si arriva alla Rocca di Scandolaro o Rocca Deli.
 

Piazza del paese

La piazzetta antistante la chiesa, da dove si gode una meravigliosa veduta sulla Valle Umbra, è dedicata ad un partigiano di Scandolaro e vittima della deportazione fascista, lo voglio ricordare in questa pagina a futura memoria per le nuove generazioni al fine di far conoscere la storia affinché simili barbarie non abbiano a ripetersi.
Il partigiano era Bizzarri Augusto, nato a Foligno il 4 novembre 1920, residente in frazione Colle Scandolaro, calzolaio, militare rientrato dopo l’Armistizio.
Viene catturato il 3 febbraio 1944 in località Radicosa, presso l’ex comando della IV Garibaldi Foligno insieme a Franco Pizzoni e Franco Santocchia.
Trasferito nel carcere di Perugia, dove è uno di quelli a subire le maggiori sevizie durante gli
interrogatori, è portato a Fossoli il 3 maggio e di lì a Mauthausen il 21 giugno.
È trasferito poi nei sottocampi di Wiener Neustadt, Wien Florisdorf e infine Wien Hinterbrühl, dove muore il 6 aprile 1945.
 

Fonti documentative

Scuola Media “Galileo Galilei” S. Eraclio di Foligno – Le Colline di S. Eraclio in cinque itinerari – 1998
Opuscolo turistico

http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/FOLIGNO%2003.02.1944.pdf

 

Da vedere nella zona

Rocca dei Turri o Deli o Rocca di Scandolaro
Eremo della Madonna del Riparo
Chiesa di Santa Maria Assunta – Colle di Scandolaro
Chiesa di San Sebastiano
 

Mappa

Link coordinate: 42.935426 12.749338

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