Villa di Rio – Capodacqua di Foligno (PG)

Il nome specifica bene la sua natura, infatti le acque del fiume (Rioveggiano) hanno da sempre determinato la sua sopravvivenza e la sua economia e la sua ricchezza.

 

Cenni Storici

Rio è un piccolo nucleo abitato sorto nella stretta valle incisa dal Rioveggiano, tra la costa di Canestro ed il monte di Afrile, nel punto in cui si dipartivano itinerari per Afrile e per i Piani di Ricciano.
Le origini preromane sono dettate da un Castelliere su un’altura a sud-est del paese.
Secondo il catasto gregoriano (1859), Rio e paesi limitrofi raccoglievano una superficie fondiaria di 459 ettari (4.587,09 tavole) frazionata in 631 pezzi di terra, appartenenti a 121 proprietari le cui porzioni prevalenti erano quelle a pascolo seguiva il bosco e i seminativi.
La prima menzione del toponimo “Rigu“, da cui “Rio“, risale al 1197, e figura in un documento con il quale Celestino III confermava a Santo Stefano in Gallano i privilegi delineando le pertinenze territoriali del patrimonio monastico (possessiones et homines in Fundi, Afrile, Rigu).
I documenti storici del Comune di Foligno mostrano una stretta, ricorrente connessione tra Rio, Afrile e Seggio (1467), oppure tra Rio e Seggio come accadeva per esempio nelle occasioni in cui le comunità locali dovevano rispondere al Comune dei propri obblighi fiscali e tributari.
A volte invece risultava il solo Rio designato (1545) con il titolo di sindacato, ad indicare l’esistenza di un sindaco, cioè di un procuratore degli interessi locali presso il Comune capoluogo, riconosciuto formalmente da quest’ultimo.
Registri fiscali del Comune di Foligno (1796-1800) elencavano un Mulino da grano identificabile in un edificio ora semidistrutto che si trovava lungo il Rioveggiano, nella parte bassa dell’abitato, e di cui è visibile l’invaso per la raccolta delle acque (“accolta“), l’edificio per la macinazione ed il magazzino.
Il mulino è rimasto in funzione almeno fino agli anni Cinquanta, quando era gestito dalla famiglia Moscatelli che aveva anche in carico la cava di pietre a monte dell’abitato sulla strada per la Madonna dello Staffo.
Il mulino faceva di Rio un punto di riferimento per i centri vicini, infatti raccoglieva la maggior parte delle granaglie che venivano prodotte nella zona non essendoci altri mulini nei dintorni.
 

Aspetto

L’abitato della villa si è sviluppato lungo la strada principale con gli edifici a schiera sui due lati di essa: quelli collocati sul lato nord si distribuiscono in duplice fila lungo le pendici del monte di Afrile, mentre quelli ubicati sull’altro lato sfruttano lo stretto spazio pianeggiante a disposizione.
Prima di venire incanalato al di sotto della strada, il torrente Rio scorreva al centro del paese ed i due nuclei erano in comunicazione per mezzo di un modesto ponte.
Le costruzioni poste a sud, raggruppate in due nuclei a schiera semplice, circoscrivono uno spazio quadrangolare di esigue dimensioni con funzioni di piazza.
Confermano il ruolo di spazio pubblico ad uso della comunità una nicchia votiva e un fontanile con lavatoio.
È soprattutto lungo questo lato che gli edifici, conservano la bella facciavista in pietra ed elementi di pregio architettonico d’origine medievale.
 

Fonti documentative

F.Bettoni M.R.Picuti – La Montagna di Foligno, Itinerari tra Flaminia e Lauretana – Edizioni Orfini Numeister 2007
 

Mappa

Link coordinate: 43.020456 12.823794

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