Villa di Ravignano – Foligno (PG)
Cenni Storici
Ravignano è un piccolo centro il cui punto di riferimento per diversi servizi è Belfiore.
Nella Cronache di Foligno dello Jacobilli viene ricordata una rocca, ora scomparsa, situata nei pressi della frazione, appartenuta un tempo alla famiglia degli Albertini e che poi passò a quella dei Gentili.
La sua posizione di mezza costa lungo le pendici nordorientali del monte di Pale dà la possibilità di avere una stupenda vista panoramica verso la valle del Topino con coltivazioni di olivi.
La posizione di questo territorio non è passata inosservata ai Romani che proprio in questa fascia collinare posizionò i suoi insediamenti, infatti le arature nei campi hanno fatto emergere frammenti ceramici e fittili (tegole) da collegare verosimilmente a ville rustiche e tombe di epoca romana.
La sua struttura come villa di pendio si sviluppa storicamente piuttosto tardi sui due lati della strada di pendio nei pressi di una sorgente.
Non è escluso che il suo nome derivi da un prediale e nel corso dei secoli è chiamato in modi diversi, infatti nella carta del Danti (1581) è chiamato “Ravigliano“, in quella del Magini (1601-1607) che ha il titolo “Umbria, overo Ducato di Spoleto” è detto “Raignaro” e infine nel 1625 “Raignano“.
Nel 1625 è riportato con 6 famiglie e 41 persone, pochi anni più tardi nel 1644 lo Jacobilli afferma che Ravignano conta “fuochi 6 e anime 35“; nel corso dei secoli successivi si ha un andamento demografico altalenante con un progressivo aumento e un successivo spopolamento fino al 2006 quando erano presenti 29 abitanti ed ora (2021) sono solo poche persone residenti.
Questo villaggio, come tutti gli altri della montagna fu soggetto al Comune di Foligno e come tale doveva contribuire alla legna ai priori della città nei mesi più freddi.
Questo tipo di gabella non riconosciuta regolare dai vari sindaci della valle fu molte volte contestata presso l’autorità del Comune di Foligno.
Ecco una notizia del 1573 riguardante un elenco di ville tassate:
Raegnano (doveva consegnare salmas) 3 (di legna)
Agnano 12
S. Vittore 3
Vescia 12
Vegnole 4
Collis S. Laurentii 4
S. Stephani 3
Leggiana 7
Lié 9
Questo è quanto risultava dall'”elenco della contribuzione della legna” riguardante le “ville della montagna e delle coste“.
Doveva inoltre essere presente con palii alla processione annuale in onore di San Feliciano patrono di Foligno; è bene ricordare che nella processione del Santo Patrono, nei secoli XVI e XVII, c’era un ordine ben preciso da rispettare circa le disposizioni e la precedenza dei fedeli e delle autorità; in questo periodo, dopo i tamburi, seguiva il cero dei cartari, quindi la Croce e, subito dopo i palli dei castelli e ville, nel 1640 Agnano e Ravignano erano nella posizione 14 mentre nel 1802 erano alla posizione 16.
Nelle Riformanze (1584), vennero stabilite anche leggi particolari che precisavano anche il limite massimo di animali domestici che potevano essere tenuti in certe ville (ad es. a Ravignano, in questi anni), non si poteva superare il numero di 8 pecore o capre a fuoco (famiglia).
Questo per preservare l’apparato boschivo in quanto un numero eccessivo di questi animali avrebbe compromesso lo sviluppo degli arbusti.
Con l’avvento dell’epoca napoleonica (1808-1814) e la relativa ripartizione amministrativa del Cantone di Foligno, nel Circondario di Foligno e nel Dipartimento del Trasimeno, la frazione di Ravignano venne inserita nel Comune di Pale nel Cantone di Foligno.
Dopo la restaurazione del potere pontificio del 1817 la frazione di Ravignano fu appodiata al Comune di Foligno e così è rimasta fino ai giorni nostri.
Aspetto
Il tessuto edilizio non appare molto compatto, testimoniando che la crescita è avvenuta per nuclei distinti, di essi, quelli centrali sono i più antichi.
Particolarmente significativi sono i blocchi di edifici posti a monte, che si addossano alla parete rocciosa ed hanno una tipologia edilizia formata da più corpi di fabbrica a torre legati gli uni agli altri.
I piani superiori erano accessibili attraverso viottoli d’accesso che transitavano nella zona a monte.
Degli edifici originari si conservano solo alcuni particolari architettonici di pregio, in un caso, sono ancora riconoscibili la faccia vista in pietra, le piccole aperture quadrilitiche, i porta-tende esterni in pietra e ferro battuto ed alcuni posatoi per colombi, elementi che recenti restauri hanno preservato e ripristinato.
Un altro edificio presenta il sott’arco ricavato nella profondità della facciata e capitelli di piastrini in laterizio addossati alla parete.
Nella parte più settentrionale del paese si trovava un mulino a trazione animale, poi a forza motrice elettrica, ora non più funzionante.
Nella parte bassa davanti ai vecchi lavatoi un antico edificio pare sia stato un antico convento e nella facciata conserva una nicchia con un’immagine della Madonna quasi completamente deteriorata dalle intemperie, ma che mostra una buona fattura.
Casale Fonte dei Lupi e la Maestà
Vicino al paese di Ravignano sulla strada per Liè troviamo il Casale Fonte dei Lupi, una bella costruzione rurale affacciata sulla valle del Topino, dove fu scoperta una Tomba romana alla cappuccina.
Il Casale abbraccia una tenuta agricola di ampia portata con campi arativi e oliveti.
All’altezza del casale si trova una Maestà a forma di capanna nella quale è stata ricavata una nicchia poco profonda con volta a sesto ribassato.
La maestà era dedicata alla Madonna, un affresco quasi illeggibile mostra la Vergine con il Bambino in braccio ed in alto si possono ancora scorgere visi di angeli.
Davanti ad essa transita un antico sentiero che conduce, da un lato, alla cima del monte di Pale e sbuca all’altezza della fonte Morrica e, dall’altro, al paese di San Vittore, oggi praticabile solo in parte.
Fonte del fosso di Acquabianca
Una delle fonti principali sia per l’approvvigionamento idrico, per il lavaggio dei panni e per l’abbeveraggio del bestiame della Villa di Ravignano, era costituita dalla Fonte del Fosso di Acquabianca, che sgorga copiosa poso sotto la strada per Pivefanonica, a poche decine di metri dall’abitato.
Un tempo con una portata ben superiore non solo riforniva di acqua il paese, ma alimentava il fosso che poi a valle sfociava in un laghetto di uso privato.
Ora la fonte è in uno stato di semi-abbandono e invasa in parte da canne e sterpaglie, ma è ancora in parte utilizzata.
Fonti documentative
Don Luciano Gregori – La Valle del Menotre- 1990
Fabio Bettoni Maria Romana Picuti – La montagna di Foligno, itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
Da vedere nella zona
Villa di Liè
Rocca di Liè o Pasanello
Chiesa di Sant’Egidio di Ravignano
Chiesa di Sant’Eutizio
Eremo di Santa Maria Giacobbe
Edicola di Colfornaro