Villa di Napoletto e Cave di Castellaccio- Spoleto (PG)
Cenni Storici
Piccolo insediamento, costituito da due casali, quello di Napoletto, di rilevanti dimensioni e La Palazzetta, caratterizzato da un’alta torre colombara.
Sopra Napolettoa metri 620 s.l.m. si trova la località “Castellaccio“, il toponimo deriva probabilmente dalla presenza sulla sommità dell’altura di quota tra la località Torricella a nord e Case Napoletto a sud, di una piccola struttura quadrangolare di circa 8 metri di lato con un piccolo tratto in alzato costituito da un muretto a secco di circa 50 cm. di spessore realizzato con pietre di non grandi dimensioni sommariamente squadrate, per la maggior parte attualmente crollate.
Probabilmente la struttura è di epoca altomedievale o medievale, considerata la tecnica edilizia e la sua posizione di controllo della valle del torrente Tessino e sulla via Flaminia.
Nei pressi si trova un antico sito di estrazione, le Cave del Castellaccio, dove, fin dall’epoca romana era estratta e lavorata la pietra per poi essere utilizzata a Spoleto, per l’edificazione di palazzi e templi.
Si distinguono a malapena nella boscaglia almeno quattro diversi fronti di estrazione.
La separazione dal banco roccioso avveniva mediante l’utilizzo di cunei metallici inseriti in appositi alloggiamenti di forma trapezoidale scolpiti in corrispondenza del margine anteriore ed inferiore del parallelepipedo da estrarre, se ne scorge ancora traccia in alcuni dei blocchi.
A quota più bassa si scorgono i resti di antiche calcinaie.
Non si conoscono i motivi dell’abbandono della cave, non è altresì noto in che periodo tale abbandono sia avvenuto.
Molti dei blocchi da cui è costituita la prima cerchia muraria di Spoleto provengono dalla cava del Castellaccio, se ne ha in particolare evidenza in via Cecili nel tratto compreso tra il basamento della torre in opera quadrata e la chiesa di Santa Maria della Misericordia.
Altra evidenza dell’utilizzo del materiale del Castellaccio si ha nel Palazzo Toni, nel tempio romano sito sotto la chiesa di Sant’Ansano, nel Ponte Sanguinario e in altri siti.
Blocchi di pietra calcarea lavorata e squadrata si trovano ancor oggi alle porte di Napoletto, nell’ampio piazzale del ristorante Zengoni, ove presumibilmente si trovava un’area di accumulo dei blocchi in attesa di essere trasportati e messi in opera a Spoleto.
Gran parte dei blocchi provengono dalle Cave del Castellaccio, altri, di aspetto simile ma maggiormente rifiniti, pur avendo probabilmente la medesima origine hanno una storia più complessa.
Originariamente siti nella adiacente necropoli romana sono poi stati riutilizzati come argini del torrente Tessino.
Travolti da una piena sono stati poi recuperati e posti sul piazzale, si distinguono dagli altri per la maggiore rifinitura.
Nei pressi di Napoletto si trovano gli antichi e bei castagneti dei Piani di Santa Maria.
Fonti documentative
B. Mattioli (a cura di) – Pietre e Terre nel lavoro dell’uomo Antichi siti di estrazione nel territorio di Spoleto Le cave del “Castellaccio” – Spoleto, 2004
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.