Villa di Cupacci – Foligno (PG)

Il paese è sorto nel medioevo attorno ad un torre di guardia e lungo un antico percorso di transumanza.

 

Cenni Storici

La villa di Cupacci oggi in comune di Foligno era compresa nell’Universitas Vallis Topini et villae Balciani che insieme a Monastie ed altre numerose ville costituiva un ampio territorio costituito da ben 5 castelli come riportato dallo storico Jacobilli nel 1653 ricordando le Riformanze del 1419.
Il paese dipendeva dalla Pieve di Santa Maria Assunta di Pievefanonica dove anche i morti vi venivano sepolti.
L’origine del paese però è molto più lontana nel tempo infatti da uno studio sul territorio risulta che probabilmente le sue origini siano pagane e facesse parte di un percorso della transumanza diretto verso l’Adriatico.
I pochi rinvenimenti archeologici costituiti da un busto di statua, una pietra con volto in bassorilievo e tegole ben conservate confermano la presenza romana che aveva occupato il territorio a scopo agricolo forestale e pastorizio.
In merito al nome occorre analizzare la derivazione degli antichi toponimi originati da lingue indoeuropee che hanno caratterizzato la toponomastica Italica e per indoeuropei intendiamo popolazioni storiche fra cui i Celti, i Germanici, Greci etc.
Nel nostro caso va presa in considerazione la radice “keuk” traducibile come cima arrotondata di monte (cucuzzolo), da cui ha origine il toponimo Cucco-a, come oronimo, è molto diffuso in tutto il territorio italiano (Monte Cucco in Umbria); sono altresì rintracciabili sia nella toponomastica italiana che nel lessico dei dialetti altri derivati della stessa base con altri allargamenti quali “keu-p – kupa” come appellativo italiano traducibile in “avvallamento“, “cavità“, “recipiente concavo” “cupo“, “basso“, “profondo“, in Umbria sono molti i toponimi con tale radice fra questi Cupacci.
Non considerabile invece la derivazione del nome Cupacci, come molti sostengono, in riferimento alla “dea Cupra” che era presente nei Piani Plestini in quanto va tenuta presente la lettera “R” tra “Cupr” e “Cup” che è una differenza sostanziale.
Cupacci faceva parte di un antico percorso legato alla transumanza che risaliva la Valle del Chiona e scendeva verso Valtopina, sia lungo la valle del torrente Anna o passando per questo paese per poi trovarsi a Pieve Fanonica da dove si staccava dalla Flaminia l’importante diverticolo che salendo per Capodacqua arrivava direttamente ai Piani Plestini e da li verso l’Adriatico (il tutto dettagliatamente esposto nel post della Madonna di Colpernieri).
L’abitato sicuramente ha avuto una importante presenza romana infatti doveva esserci in zona una importante fornace che poi con il tempo si è trasferita sul fondovalle dando il nome alla località omonima.
Nel medioevo era costituito da una torre di guardia, ben leggibile architettonicamente anche ora, attorno alla quale, poi, si è andato allargando un primo palazzo fortificato che l’ha inglobata e subito a poca distanza è stata costruito un altro piccolo nucleo compatto.
La posizione della torre era strategicamente importante in quanto il punto di osservazione era invidiabile, infatti da qui si può vedere nitidamente una parte della Flaminia, ma soprattutto la sua deviazione che da Pieve Fanonica si staccava per risalire verso Colfiorito come precedentemente descritto.
Da qui si può facilmente comunicare visivamente con la Rocca dei Trinci di Capodacqua, la rocca di Galestro, Poggio e Salvino, quindi si può ben capire la sua importanza strategica.
Con il tempo si formò l’edificato e venne a configurarsi non più come torre ma come Villa abitata da agricoltori, pastori e boscaioli.
Accanto alla Villa sparsi nella zona c’erano almeno due monasteri dipendenti dall’Abbazia di Gallano secondo lo Iacobilli fondato dopo la metà del secolo XI dai nobili Berardo, Bouco (Brucone) e Atto della famiglia dei conti degli Atti di Nocera Umbra, che lo dotarono di molti possedimenti; sia questo che i monasteri attorno a Cupacci facevano parte dei monasteri di famiglia (Eigenkloster), termine bizantino (tedesco) probabilmente edificati da quelle famiglie bizantine che erano state deportate dalla Puglia e furono distribuite lungo le pendici del Subasio (vedi i Signori di Rocca Paida) e il posizionamento di questi monasteri legati dall’appartenenza alla famiglia erano una vera e propria marcatura del territorio.
Uno di questi monasteri oggi scomparsi era dedicato a San Benedetto, se ne sono perse le tracce, ma secondo alcuni cacciatori di cinghiali nel bosco c’erano tracce di mura e forse sepolture; il secondo era leggermente più a valle e anche di questo è rimasto il toponimo “Monastie“, ma secondo gli abitanti anche di questo dovrebbero esserci ancora frammenti di mura.
Di Cupacci non si conosce l’evoluzione abitativa che ha avuto nel corso degli anni in quanto i suoi residenti erano conteggiati nel novero di Pontecentesimo, sappiamo solo che nel 1644 si contavano 5 fuochi e 34 abitanti, mentre dal 1991 al 2006 si è passati da 20 abitanti a 11; ora è quasi del tutto spopolato anche perché ha subito gravi danneggiamenti dal terremoto del 1997 e 2016.
 

Fonti documentative

Juliàn Santano Moreno – Toponimia preromana Italiana Geni, Lingue, Popoli
L. Jacobilli – Di Nocera nell’Umbria e sua diocesi e cronologia dé vescovi di essa città – Foligno 1653
G. Farnedi N. Togni – Monasteri benedettini in Umbria – 2014
F. Bettoni Maria Romana Picuti – La montagna di Foligno, itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
 

Mappa

Link coordinate: 43.030627 12.736698

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