Villa di Acquapalombo – Cerreto di Spoleto (PG)

Antico insediamento alto medievale che insieme a Galloro è definitivamente scomparso.

 

Cenni storici

L’antica villa Acquapalumbi, nominata dagli statuti di Cerreto del 1380, sorgeva a 865 metri s.l.m., su un breve ripiano inclinato del versante orientale del Monte Galloro al toponimo IGM Casale Capalombo.
Era lungo una importante viabilità medioevale, che da Ponte conduceva all’altopiano di Mucciafora e passando per Villa Sant’Antonio scendeva a Mucciafora e Roccatamburo, per poi proseguire per la Rocchetta.
Da Ponte, costeggiando la chiesa di San Giuliano, si scende fino a Prato, l’antica villa Prati nominata dagli statuti del 1380, situata a 400 metri s.l.m., lungo la valle del Torrente Tissino.
Si riprende quindi a salire, i primi ruderi si incontrano lungo la strada, sulla destra.
Era un centro piuttosto grande, se si presta fede a un racconto popolare secondo cui in un solo giorno ne uscirono sette spose.
La frequentazione dei luoghi è molto antica, risale probabilmente al IX secolo.
Sembra che sia stato distrutto da un terremoto (come un vecchio abitante aveva profetizzato allorché la donna più bella andò sposa a un forestiero).
Se tale poté essere la causa più immediata dell’abbandono, verificatosi comunque tra la prima metà del ‘500 e gli inizi del XVIII secolo, fattore altrettanto determinante dovette essere la scarsa fertilità delle aree circostanti, a motivo anche dell’intensa erosione operatasi in precedenza.
Ne restano alcuni ruderi ricoperti da cespugli, in parte utilizzati dai cacciatori per farvi “capanni“. Poco più in alto si incontra un bel casale a due piani, ora in rovina.
Poco distante è una sorgente piuttosto copiosa durante tutto l’anno, Fonte Acqua Primaria, con un bel fontanile medioevale.
Il ripiano è oggi incolto.
Nel Codice Pelosius è nominatala chiesa di S. Angelo di Acquapalomba dipendente dalla Pieve di Ponte.
È probabile che quel che resta della chiesa si trovi a 902 metri s.l.m., poco distante da Capalombo in località oggi indicata dall’IGM come “La Mora”, ma più genericamente tutta la zona è segnalata come Sant’Angelo.
È ai margini d’un ripiano del versante est del M. Galloro, ove si trovava il piccolo insediamento di Galloro, Villa Gallori, che probabilmente un tempo formava un’unica comunità con Capalombo, simili dovettero essere anche la causa e l’epoca dell’abbandono.
Restano ruderi d’un edificio, alcune fosse di fondazione e pietre da costruzione sotto un bosco di querce.
Poco a valle del centro, dove il pendio è più lieve, il terreno era stato disboscato e dissodato; ora è incolto.
Continuando a proseguire si giunge a Casali di Ponte.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia Marco Barbarossa, prezioso accompagnatore ai luoghi sperduti della Valnerina.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Giuliano
Casali di Ponte
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>