Torri di avvistamento della valle del Rio Borgo – Duesanti di Todi (PG)

Queste torri facevano capo a di fitto reticolo di avamposti a difesa del territorio e controllo della viabilità ed erano un efficace e capillare sistema di protezione e di avvistamento per la città di Todi.

 
 
 

Torre di Buontempo

La torre di Bontempo sorgeva in una piccola “Villa” detta Lamborgnano citata anche dal canonico G. B. Alvi che la chiama “Lambrignano” e la pone nel Plebato di Santa Maria di Duesanti e ne fa derivare il nome da alcuni soldati genovesi fatti Romani nella colonia detta Lambrani.
Il Borgo intorno al 1200 contava 11 fuochi e aveva due chiese, una dedicata a San Lorenzo, la seconda dedicata a Sant’Angelo oltre che la suddetta torre.
Il Borgo il 12 ottobre 1574 fu visitato dal visitatore apostolico Pietro Camaiani che raggiunge prima S. Maria de Petriolo, quindi il tempietto di S. Maria del Soccorso, iuspatronato Astancolle, poi, prima di raggiungere “sacellum Sancti Antonij iuxta Turrim Lucci“, fortilizio già della famiglia Leoni, poi della casa Carocci, si imbatte nel tempio di “Sancii Angeli de Lumbrignano, cui lignea tantum Crux affixa est superstitibus lapidibus“, poi nel “simplex beneficium sancti Angeli in eadem tenuta Castri Duorum Sanctorum solo penitus aequatum in quo fuit reperta Crux lapidea erecta formam Sacri Concilij“.
Cioè il visitatore apostolico transitando per il Borgo, oramai in quei tempi quasi inesistente, si imbattè nella chiesetta completamente distrutta di Sant’Angelo di Lamborgnano (adiacente alla torre) e subito ordina di apporre una croce in pietra sulle macerie e di indagare se il titolo del beneficio sia stato traslato in qualche altra chiesa altrimenti di attribuirlo ad altro sito religioso.
Considerato quindi il resoconto della visita apostolica del Camaiani e vista la mappa di Duesanti del Catasto Gregoriano, possiamo dedurre che Torre Bontempo può identificarsi con l’antico insediamento di Sant’Angelo di Lomborgnano, di cui al tempo era ed è rimasta soltanto la torre.
Di tale beneficio e del villaggio non si parla più fino alla visita pastorale del 1748 che il vescovo Formaliari effettua presso la chiesa nuova di Duesanti; lo stesso annota che nella chiesa, che si trova dentro le mura del castello “esiste anche il titolo del beneficio di Sant’Angelo, derivante da un’antica e diruta Chiesa, il cui reddito annuo è di scudi 13,20; è unito al seminario tudertino.
C’è poi un altro beneficio del medesimo titolo traslato da un’altra chiesa diruta, il rettore del quale è dall’8 aprile 1742 il chierico Marco Pucci. In occasione della festività dei due titoli si devono celebrare almeno due Messe come obbligo verso i proprietari
“.
Per quanto riguarda la torre è riportata nell’Annuario del 1927 come “Torre di Buontempo” nella frazione di Duesanti il quale testualmente dice: “Torre di Bomtempo; proprietà delle Monache delle Lucrezie presso S. Maria de Petriolo“.
Nel registro Numerazione civica del 1852, leggiamo: “Torre Bontempo: Casa colonica di Angelini Luigi quondam Paolo“.
Il Catasto Gregoriano, in vocabolo “Lortiani“, nei pressi del fondo Astancolle, riporta che questo territorio nell’anno 1835 era di proprietà del suddetto Luigi Angelini e comprendeva anche il beneficio di “S. Angiolo“.
Torre Bontempo, per quanto concerne la costruzione, rivela analogie con Torre Ettorre.
Era più elevata; presenta aperture ad arco e feritoie, sopra l’arco del portale d’ingresso, rivolto verso il castello di Duesanti, Torre Ettorre e S. Maria de Petriolo, si notano le tracce di quattro beccatelli, atti a sostenere una struttura a sbalzo per colpire dall’alto gli avversari.
Nel libro delle genealogie sono riportati sia lo stemma che i nomi dei componenti di una famiglia “De Bontempis de Gualdo Captaneo“, che ha origini che risalgono a qualche secolo prima del 1548, data presente fra i discendenti del casato; si può quindi supporre che questi nobili abbiano avuto il possesso della torre se addirittura non ne siano stati i costruttori.
Tale torre, oggi proprietà privata, si trova in ottima posizione, isolata su una collina della località Bodoglie, equidistante da S. Maria de Petriolo, dall’Oratorio del SS.mo Crocefisso, voc. Ortiani, iusparronato Astancolle, e ad est dalla torre di Duesanti o Torre Ettorre.
 
 
 

Torre di Duesanti o di Ettorre o di Rio Borgo

La torre, situata lungo la strada poderale, che da Duesanti conduce al Molinetto, si trova sul versante settentrionale rispetto al castello in una felice posizione, dalla quale si domina la valle del Rio Bagno; è equidistante da S. Maria de Petriolo, da torre Bontempo, dal feudo Astancolle, dal Molinetto e da Duesanti stesso.
L’Alvi nel Dizionario scrive: “Torre Ettorre in tenuta di Duesanti, che si crede questa detta ancora la torre di Duesanti, che fu di Alessandro degli Oddi, oggi dell’Alfiere Francesco Lili da Girolamo Lili, detta così forse da Ettorre di Luca Astancolle, che viveva nel 1407; segretario del Cardinale Tommaso Odi Sabina“.
Nel manoscritto è riportato un altro passaggio di proprietà: “… poi dei fratelli Benedetti, che poi vendettero, fatta fra loro divisione“.
L’Annuario di Todi riprende quanto sopra scritto dall’Alvi, aggiungendo che “oggi è un podere, di proprietà di Elisa Morettini, che si dice ancora torre Ettorre o, più comunemente, la torre di Duesanti.
Dell’antica costruzione rimane un avanzo, trasformato per le esigenze agricole
“.
Il casale è poi passato nella proprietà delle TT.RR.BB.; recentemente è stato venduto di nuovo a privati.
Tutto il fabbricato al momento è semi-crollato e fatiscente coperto di rovi e spine e l’interno è impraticabile.
La torre, costruita in pietra, pur trasformata, presenta ancora delle caratteristiche: si notano aperture ad arco; una metà di un arco, presso un camino, proprio sotto i coppi della gronda, testimonia che la torre era molto più alta.
La casa colonica adiacente è stata aggiunta per esigenze agricole.
In tempi non troppo remoti sulla volta del soffitto si poteva ancora vedere uno stemma affrescato, che era il sigillo del vescovo di Todi Filippo Antonio Gualterio, nobile di Orvieto, figlio di una dama tudertina della famiglia Cioli, signora di Colpetrazzo.
 
 
 

Torre Fontana di Petroro

La torre definitivamente scomparsa era posizionata accanto alla fonte denominata “Fontana di Petroro“, è riportata nelle indicazioni turistiche ma di fatto è rimasta solo la fontana quasi asciutta sopraffatta dalle spine.
Da questa posizione era in stretto contatto visivo con la Torre Ettorre e con la Torre di Buontempo e a sua volta con il castello di Petroro.
Seppur indicata non è stato possibile rilevare sul terreno tracce seppur minime del fortilizio e pare che anche nella memoria dei residenti non abbia lasciato traccia.
In compenso c’è questa bella fonte che serviva per l’approvvigionamento idrico del bestiame e per le lavandaie del Castello di Petroro da cui ha preso il nome.
 

Fonti documentative

R. Primieri – Duesanti storia, arte e tradizioni di un paese e della sua gente – 2006
 

Mappa

Torre Bontempo Link coordinate: 42.820617 12.427396
Torre di Rio Borgo Link coordinate: 42.820670 12.437865
Torre Fontana di Petroro Link coordinate: 42.820066 12.463561

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