Torre Vecchia – Pian San Martino di Todi (PG)
Cenni Storici
Posta sulla strada che conduce a Torre Piera, subito fuori l’abitato di Pian di San Martino, è una tipica costruzione medievale a corte interna, in cui l’antico ingresso corrisponde a quello attuale.
Un tempo la torre era chiamata Torre di Pacifico e fu trasformata in Villa dallo scrittore todino Ciro Alvi e alla fine del XVIII secolo fu adibita a casa colonica.
La zona fu interessata dalla colonizzazione romana e dove sorge la torre alcuni anni indietro sono stati ritrovati alcuni resti di un edificio termale.
Sull’arco d’ingesso è infissa un’epigrafecon la seguente scritta:
MAIORUM BONA
FIDELITATE CONSERVARE
PROBITATE VITAE ONESTA
AUGERE DICITE FILII
“Per elevare i vostri figli parlate dei buoni principi, di conservare la fedeltà, rettitudine e la vita onesta“.
Il piccolo cortile é dominato da un scalinata che conduce alle stanze di abitazione.
La storia di questo edificio ci informa che “già comprata fin dal 1489 da Andrea Uffreduccioli, dal 1527 passa a Pacifico Enrigucci diventato maggiorenne.
Passò poi alla contessa Anna Francesca Valeri sposa Prosperi che la comprò dal conte degli Atti con i denari della propria dote“.
Nel 1765 era sia proprietà degli Alvi, testimonianza di ciò é la presenza di un’arma araldica, posta al centro dell’arco che sovrasta il portone, raffigurante un leone rampante rivolto a destra.
La torre, che domina tutta la costruzione, concepita secondo i canoni ghibellini, é composta da pietre tipiche di questi luoghi.
La parete opposta a quella di entrata è occupata nella parte superiore da finestre modernamente concepite, mentre al piano terra immette in un passaggio coperto.
Questo conduce nella parte più irrimediabilmente compromessa di tutta la costruzione, perché ristruttura con avancorpi moderni senza tener conto dei canoni antichi.
Sulla sinistra di questo passaggio si apre una porta che conduce in quello che fu lo studiolo un’accogliente stanza il cui soffitto pur restaurato è ancora quello originale.
Gli antichi canoni architettonici sono invece stati mantenuti nei tre quarti delle facciate esterne dell’edificio.
Soprattutto sul fronte stradale è possibile notare ancora gran parte di quello che era l’antemurale di difesa e che un tempo circondava tutto l’edificio.
Fonti documentative
Diocesi Orvieto-Todi Commissione Arte Sacra e Beni Culturali – Colligite Fragmenta; Bollettino storico della Diocesi di Orvieto-Todi – II 2010