Torre di Sant’Angelo d’Assino – Gubbio (PG)

Percorrendo la statale di Pian d’Assino al bivio per Pietralunga si nota una torre che svetta in alto sulla collina.

 

Cenni Storici

La torre si eleva su un colle che sovrasta la piana del fiume Assino, solcata dalla strada che da Gubbio porta ad Umbertide, un asse viario transitato dall’antichità e dall’alto medioevo al cui ammodernamento già il Governo Pontificio prestò molta attenzione redigendo un Piano di collegamento dei due mari prevedendo la realizzazione d’un raccordo fra Tiberina e Flaminia.
La struttura classica medievale che prevedeva oltre al mastio di difesa anche una chiesa ed un mulino qui è tipicamente rappresentata, infatti accanto alla torre è affiancata una chiesa e giù a valle un maestoso mulino a palmenti per cereali corredato da un’altra torre di fortificazione con tanto di ballatoio.
La sua posizione di controllo in posizione dominante sul bivio Gubbio-Pietralunga era supportata dalla presenza dell’imponente castello di Carbonana che essendo nel pendio adiacente comunicava a vista con questo.
Il fortilizio era di giurisdizione dell’episcopato eugubino e proprio nella seconda metà del secolo XIII, l’episcopato paventa di subire un violento attacco al suo patrimonio da parte del Comune di Gubbio, pertanto cerca di reagire e di difendersi attraverso l’arma della scomunica; infatti il vescovo, nel 1257 lancia l’anatema, oltre che contro i ladri, i falsari e i peccatori di ogni genere, anche contro coloro che si erano resi colpevoli di aver accettato il capitanato, la signoria o altre cariche nei castelli di Mons Episcopi (Montelovesco), Ana, Agnano, Saxum (attuale Colle Casale), Ploscanum, S. Angelo d’Assino e Monte S. Maria estendendo la scomunica anche a coloro che li avevano eletti e che li obbedivano.
Nel 1282 però la sede vescovile si arrende e, senza alcuna dichiarata contropartita, tramite un accordo, cede al comune la giurisdizione temporale (temporalis iurisdictio) di questi castelli oltreché Colle Casale e Trizanum aggiungendo inoltre le ville di S. Paterniano e Cerqueto.
Il comune di Gubbio quindi con questa concessione comincia a riorganizzare la difesa del suo territorio e nell’ambito della manutenzione delle fortificazioni presenti il Consiglio elegge un certo “Mathiolus Venture” e lo incarica per la custodia e riparazione dei castelli verso Pietralunga: Castrum Carbonane, Nogne, S. Angelo de Assino.
Dal XIV secolo il comune ne affida la custodia ad un capitano e dai documenti troviamo l’8 agosto 1376
un certo Ser Antonius Nicolelli viene eletto capitano dei castelli di Carbonana, Sioli, S. Angelo de Assino lo sostituisce poi nel 1431 Mariotius Nicolai de Eug. che viene nominato capitano “castrorum S. Angeli de Assino et Carbonane“.
Addossato alle mura del castello c’era anche un palazzo nobiliare “Palatium Johannis Marcutii” di cui oggi non ne rimane alcuna traccia, però risulta dai documenti che il 15 aprile 1432 “Johannes Percivallis et Antonius Peri de Burgo” furono messi a guardia del palazzo “iuxta castrum S. Angeli de Assino” quindi adiacente le sue mura.
Il legame fra queste due entità castellari che probabilmente costituivano un blocco unico, è confermato dalla nomina come castellani e capitani dei componenti di questa famiglia; infatti nel 1433 è nominato “Nob. Vir Johanries Marcutii” e negli anni successivi ne è confermato lo stesso “Johannes Marcutii“.
Solo nel 1434 ci fu un vuoto per cui il castello si trovava sprovvisto di custodi e sentendosi in pericolo gli stessi abitanti si proposero di provvedere loro stessi alla guardiania con l’approvazione del Comune di Gubbio che accettò.
 

Aspetto

Dell’antico castello rimane in piedi una torre ancora integra per gran parte della sua altezza, semicoperta però da edere e rovi; il “Palazzo Marcutii” di cui parlano i documenti invece è definitivamente scomparso e non se ne intravede alcuna traccia.
Nella parte ovest il fortilizio era protetto da una ripida scarpata che proseguiva per quasi tre quarti del suo perimetro, mentre nella parte nord-est, quindi nella parte antistante il castello, ora si apre una ampia spianata ed era forse questo il luogo dove sorgeva la parte abitata del castello e il suddetto Palazzo.
Altro rudere di abitazione, ma di epoca più recente, è ancora in piedi ma abbondantemente malconcio e semicrollato e si trova davanti l’ingresso della torre.
Nella parte più ripida quasi a formare un tutt’uno con la torre rimangono tre pareti dell’antica chiesa, mentre i resti del tetto e una parete sono dispersi nella scarpata sottostante.
Davanti alla chiesa e a poca distanza era presente una cisterna per l’approvvigionamento idrico, ad oggi rimane una buca al piano del terreno scarsamente protetta e pericolosa.
 

Chiesa di Sant’Angelo

L’origine della chiesa doveva essere antichissima quasi sicuramente coeva al castello; infatti dalle Rationes Decimarum, risulta che già nel 1295 un certo “dompnus Franciscus” pagava, per quei tempi, una cifra piuttosto cospicua alla Camera apostolica pari a 35 soldi ravennati.
Stessa cosa succede l’anno dopo, 22 giugno 1296, quando viene pagata la stessa cifra ma da una persona diversa, infatti in questo caso si tratta di “Federigello Phylippi” che paga per conto di Francisco che viene definito nel testo “priore S. Angeli de Asino“.
La chiesa era ad una singola navata voltata a botte, e provvista di un fondo sotto al pavimento anch’esso voltato per la sepoltura dei morti.
Secondo lo storico eugubino Menichetti pare che nella parete destra della chiesa, quella attualmente crollata, erano visibili degli affreschi raffiguranti la Madonna in Trono, S. Sebastiano, e un’altra figura protetta da armatura, parzialmente coperta da una mano di imbiancatura (forse l’Arcangelo Gabriele).
Pare che all’epoca (anni 70 del 900) erano ancora ben visibili e descritti come di notevole interesse artistico per la loro finissima fattura, e lo stesso autore all’epoca scriveva che essendo gli stessi in ottime condizioni, era necessaria una sollecita opera di manutenzione a causa delle precarie condizioni della chiesa e che erano opere della fine del XIII secolo forse mano di un artista eugubino contemporaneo al Palmerucci.
Purtroppo la parete di cui ci parla lo storico è effettivamente crollata e ora non sappiamo per certo se gli affreschi sono stati salvati o no prima del crollo; se qualcuno ne conosce il destino, l’informazione è ben gradita, anche se il serio sospetto che abbiamo è che si siano persi definitivamente.
 

Fonti documentative

S. Tiberini – Le Signorie rurali nell’Umbria Settentrionale Perugia e Gubbio, secc. XI-XIII – 1999
Piero Luigi Menichetti – Castelli, Palazzi fortificati, Fortilizi, Torri di Gubbio dal secolo XI al XIV – 1979
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>