Tomba Romana – Portaria di Acquasparta (TR)
Cenni Storici
Si trova appena prima del bivio di Portaria, lungo la strada che proviene da Acquasparta, in località Osteriaccia sulla destra; si tratta di un’enigmatica costruzione lungo un tratto stradale che, ricalca quello sull’antica Flaminia.
Quello che a un osservatore non attento potrebbe sembrare un casaletto di campagna in realtà è edificato con grandi blocchi di travertino, di cui alcuni presentano tracce di bugnato, uniti a pietre medievali più piccole.
L’interno, ora non agibile, si articola su tre livelli, uno ipogeo, di dimensioni di metri 4,80 per 2,55, separato dal piano superiore da una volta a botte realizzata in conglomerato misto a scaglie di pietra.
Le pareti, alte circa 1,70 metri fino all’attacco delle volte, sono realizzate con piccoli blocchi di travertino, simili a quelli utilizzati per l’anfiteatro di Carsulae.
Vi si trovano alcune piccole cavità atte a contenere lucerne.
Sulla parete esposta a oriente si trova una nicchia semicilindrica con volta semisferica, che si innesta con grande precisione nella volta a botte.
Alla base della nicchia si trova una grossa pietra semicilindrica lunga un metro e larga 45 centimetri, individuabile come un’urna funeraria, il cui coperchio si trovava fino a qualche tempo fa in un’aia circostante. Potrebbe trattarsi di una tomba di età romana, riciclata in epoca alto medievale per farne un oratorio, in tale ipotesi il piano a livello della Flaminia serviva ad accogliere i fedeli, mentre nell’ambiente soprastante era disposto l’altare.
A sostegno di questa ipotesi è il codice Pelosius, che cita, in Portaria, una “Eccl. S. Gerardi de Porcharia est. libr. 8 fior. 16 est sine cura et Censuaria Dni Episc. In libr. una cere. Ad coll. d. epis.“.
Oggi non esistono nel territorio di Portaria edifici sacri dedicati a San Gerardo.
Ulteriore elemento a sostegno di tale ipotesi è che il casaletto, fino ad epoca relativamente recente risulta essere di proprietà della parrocchia di Portaria, come risulta dalla visita apostolica del vescovo Giacinto Lascaris nel 1712 “casa rurale in località l’Osteria composta da tre vani con porto attorno” e come tale è censito nel Catasto Gregoriano.
Dopo essere stato adibito per molti anni ad annesso agricolo e ricovero di bestiame, ora l’edificio è pericolante, meriterebbe il recupero e un più attento studio.
Fonti documentative
Un edificio problematico: “l’oratorio” dell’Osteriaccia presso Portaria, in “Spoletium”, 29-30(1984-1985),
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Da vedere nella zona
Castello di Portaria
Museo Antonio Dolci
Chiesa della Madonna dell’olivo
Convento di San Pietro