Tempio di Vulcano o Nettuno – Umbertide (PG)

Un edificio di cui non si conosce né la data di edificazione né di preciso il suo scopo, ma è conosciuto oramai come il tempio del Dio Vulcano, di fatto dovrebbe essere il più antico manufatto di Umbertide.

 

Cenni Storici

Sulla sponda sinistra del Tevere un km a monte di Umbertide, lungo l’antica strada che conduceva a Tiferno (Città di Castello), sorge un manufatto su cui sono state avanzate diverse ipotesi e congetture ma nessuna mai supportata da indagini archeologiche; di sicuro però pare che sia uno dei più antichi edifici della zona.
Alcuni documenti, fra cui la Gran Carta dell’antica Etruria, Umbria e Piceno, incisa in Siena nel 1785 dal geografo Geografo D. Bartolomeo Borghi e riportata dal Guerrini nella sua Storia della Terra di Fratta del 1882, afferma che in quest’area sorgeva il Castello di Giulio Umbro (Forum Julii Concubiense) vicino ad un celebre Tempio di Vulcano.
Secondo alcune congetture storiche, si dice che furono i romani, sfuggiti alla strage del Trasimeno (217 a.C.) a formare questo nucleo abitato, fortificandolo; questo potrebbe essere supponibile dal momento che il grosso dei cartaginesi inseguì verso questa zona alcuni superstiti.
In ogni caso, la tradizione, antiche iscrizioni e reperti archeologici rinvenuti nella zona, che si possono assegnare all’epoca romana, sembrano convalidare l’esistenza di Pitulum in questo territorio (cioè pagus romano , distretto territoriale rurale delimitato il cui centro era il vicus, il villaggio) nei primi tempi dell’era cristiana.
Nel corso dei secoli, secondo alcuni autori, assunse diversi appellativi fra cui: Oppidum Saepis, Tusicum (o Tuficum), Forum Bremitii Forum Julii Concubiense, fino a consolidarsi come Fratta Perugina o di Perugia, appellativo che conservò fino al 1862 quando prese definitivamente il nome di Umbertide.
Per tornare al manufatto Donatella Scortecchi la definisce “Un’interessante costruzione a pianta ottagonale in località Petrelle costruita in opera mista con pietre e laterizi legati da malta e conservata per circa per circa tre metri di altezza ora utilizzata come fienile che era usata probabilmente come locale di servizio ad un approdo sul Tevere come rimessa o posto di attracco: potrebbe essere anche un appostamento per il controllo del fiume.
Il suo aspetto denota una natura di età post classica
( dal 527 al 565 d.C.), ma la posizione e e la particolarità della costruzione inducono a ipotizzare che potesse ricalcare un edificio di età precedente“.
Mentre il Porrozzi dice “Tale vetusta costruzione, a pianta ottagonale, fa pensare ad un edificio sacro, destinato al culto pagano ovvero a quello cristiano“.
Di sicuro l’edificio, che nel corso dei secoli ha cambiato innumerevoli destinazioni d’uso (fienile, cantina, magazzino, rimessa attrezzi ecc.) ha anche subito diversi rimaneggiamenti, infatti a parte la facciata con bel portale ad arco, che sembra la parte più antica che si è conservata, il resto presenta murature medievali.
Secondo la testimonianza di un abitante del posto, pare che nella parte alta dell’edificio, c’erano due pietre scolpite con figure equestri, che sono state trafugate dopo che le murature in alto hanno subito un crollo (tuttora visibile).
L’aspetto medievale è supportato da due feritoie che guardano una a monte e una a valle del Tevere.
Questo aspetto lascerebbe supporre che il manufatto, costruito a ridosso della sponda del fiume, avesse uno scopo difensivo, di magazzino o forse di attracco, visto poi che poco più a valle c’era la chiusa sul Tevere che garantiva l’energia per le attività cittadine e il famoso Mulino di Sant’Erasmo, ecco quindi che lo scopo difensivo a questo punto diventa molto probabile.
La cosa strana è la sua forma ottagonale non nuova ad Umbertide in quanto anche il campanile della Badia di Monte Corona presenta un campanile di pari forma forse costruito su una torre di difesa.
Da dove comunque sia nata la storia della dedicazione al Dio Vulcano o Nettuno non è ben chiaro, come non è chiara la sua collocazione temporale, infatti necessiterebbe di un approfondito studio archeologico nonché archivistico per stabilire almeno una datazione costruttiva.
 

Fonti documentative

Giovanna Benni – Incastellamento e signorie rurali nell’ Alta valle del Tevere tra Alto e Basso Medioevo. Il territorio di Umbertide (Perugia, Italia) – 2006
Mario Tabarrini – L’Umbria si racconta Dizionario P-Z – 1982
La Media e l’Alta Valle del Tevere dall’Antichità al Medioevo; Atti della Giornata di Studio (Umbertide, 26 maggio 2012) a cura di Donatella Scortecci
Antonio Guerrini – Storia della Terra di Fratta – 1882
 

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