Teatro romano – Ascoli Piceno (AP)
Cenni Storici
Un altro pezzo di storia di Ascoli Piceno. In antico, percorrendo la strada consolare Salaria, chi proveniva da Roma ed entrava ad Asculum attraverso gli archi della porta cittadina, avrebbe subito notato alla sua destra un edificio particolare: il teatro. Adagiato lungo le pendici settentrionali del colle dell’Annunziata, la struttura sfruttava la pendenza del rilievo per sorreggere le gradinate della cavea su cui trovavano posto gli spettatori. In basso, l’orchestra, in cui sedevano i personaggi di rango più elevato, posta proprio di fronte al proscenium, il palcoscenico, luogo in cui si svolgevano le rappresentazioni e recitavano gli attori; sullo sfondo la facciata dell’edificio scenico, in parte inglobata nella medievale chiesa di Santa Croce. Numerose erano le rappresentazioni che vi si svolgevano già all’inizio del I secolo a. C. Ma oltre agli spettacoli forse proprio in questo luogo gli ascolani, riuniti nel corso di celebrazioni pubbliche, trucidano i legati romani, arroganti rappresentanti di una potenza divenuta troppo ingombrante e decisamente invadente. Forse proprio in questo edificio quindi scocca la scintilla che incendiò la penisola, con lo scoppio della guerra sociale tra Roma e la lega italica. Nell’89 a. C. Roma trionfa sugli ascolani e mette a ferro e fuoco la città. La ricostruzione che ne segue interessa sicuramente anche questo edificio: il teatro che abbiamo davanti agli occhi è il frutto di numerose vicende storiche e di una gran quantità di restauri e modificazioni. Ricchissima doveva essere la decorazione architettonica in epoca augustea, con gradinate in travertino e ampio uso di marmo, statue e colonne nella fronte scenica, inserite e modificate nel corso delle ristrutturazioni che si susseguirono per tutta la prima età imperiale. Ma il teatro era destinato, come molti altri edifici pubblici, a subire un’inesorabile decadenza con la fine del potere centrale di Roma: nel medioevo la struttura viene smontata sistematicamente e i conci, le lastre, le statue e le colonne prelevati e riutilizzati altrove come materiali da costruzione o cotti nelle calcare per ottenerne calce. La natura fa il resto e piano piano dalla collina il terreno cede e frana sopra quello che rimane dell’edificio. Le strutture rimangono completamente sepolte fino al 1935, anno in cui prendono il via i lavori per l’apertura di via Ricci. Dell’imponente, splendido antico edificio per spettacoli a noi oggi rimangono solo i muri radiali di sostegno delle gradinate, una grande abside a ovest e qualche basso muretto del palco e della scena. Con gli scavi del 2008 sono stati individuati l’euripo, il canale di deflusso delle acque ai piedi della cavea e la preparazione della pavimentazione dell’orchestra, ma soprattutto è stato possibile ristrutturare il teatro che, tornato a vivere nuovamente, funge da splendida cornice di numerose rappresentazioni.