Sorgenti dell’Esino – Esanatoglia (MC)
Cenni Storici
Uscendo da Porta Panicale dove si notano l’antica Cartiera e una delle prime concerie dell’era industriale, testimoni dello spirito operoso della gente del luogo, si parte per l’escursione naturalistica alle Sorgenti dell’Esino. L’itinerario, adatto a tutti, vuole avvicinare il benessere fisico alle passeggiate nella natura rigogliosa. Si procede parallelamente al fiume percorrendo tutta la Valle San Pietro. Ci si muove come una tranquillissima passeggiata. Per un buon tratto si può fruire di un percorso di benessere attrezzato immerso nel verde tipico della macchia mediterranea. Ogni tanto è bene fermarsi per ammirare il panorama, per scattare delle foto, per osservare qualche pianta o animale particolare, per ritrovare, in definitiva, quel contatto con la natura che troppo spesso è trascurato.
La valle racchiude un complesso ecosistema ricco di specie di fauna e flora, che rappresentano le peculiarità naturali e paesaggistiche del territorio. Tra l’armoniosa vegetazione, i colori della natura, il dolce suono del corso d’acqua e del vento contro le foglie, la presenza silenziosa, quasi invisibile, degli animali selvatici, si raggiunge una spettacolare profonda forra nascosta da estesi boschi di leccio alternati a carpino nero. Sul culmine della gola, alle pendici del monte Cafaggio, una piccola cascatella ci avverte che a poche decine di metri più in alto la sorgente ci attende. Al rientro da questa escursione vale la pena di far sosta presso l’impianto di acquacoltura, per la produzione di trote con l’annesso laghetto di pesca sportiva.
L’Esino nasce in provincia di Macerata, dalle falde del monte Cafaggio, a circa 1.000 m s.l.m. Scorre inizialmente ripido bagnando i centri di Esanatoglia, Matelica, dove riceve l’affluente rio Imbrigno, e Cerreto d’Esi; entra così in Provincia di Ancona, attraversando anche le famose zone di produzione del noto vino Verdicchio.
Nei pressi di Borgo Tufico (frazione di Fabriano) riceve da sinistra il torrente Giano, apprestandosi ad entrare, alcuni km più a valle nella suggestiva e selvaggia Gola della Rossa scorrendo impetuoso tra le alte pareti rocciose.
All’ingresso della Gola incrementa la propria portata grazie al contributo del Sentino, suo maggior tributario di sinistra, che incontra l’Esino dopo aver attraversato la Gola di Frasassi, nella quale si trova il complesso ipogeo delle omonime grotte.
Terminato il tratto ingolato presso il territorio di Serra San Quirico, il fiume allarga notevolmente il proprio letto rallentando la sua corsa. In questo tratto bagna i comuni di Maiolati Spontini, Castelplanio. costeggiando per un ampio tratto la strada statale 76 per Ancona, giungendo in breve a Jesi, della quale lambisce la periferia sud.
Il fiume prosegue ampio attraversando la cittadina di Chiaravalle per giungere infine in prossimità di Falconara Marittima dove sfocia con un estuario nel Mar Adriatico, dopo un percorso di circa 90 km.
Il suo bacino interessa svariati territori provinciali marchigiani quali la provincia di Ancona, la provincia di Macerata e la provincia di Pesaro e Urbino e anche una piccola porzione di Umbria in provincia di Perugia.
L’Esino nel corso della Storia a volte servì come confine. L’espansione dei Galli Senoni si fermò proprio sull’Esino, anche se non in maniera assoluta; in seguito a questa invasione il territorio a nord del fiume abitato dai Piceni, subì l’influsso celtico e, quando l’imperatore Augusto divise l’Italia in regioni, il Piceno a nord dell’Esino venne unito all’Umbria formando la regione Umbria et Ager Gallicus mentre a sud del fiume venne formata la regione Picenum.
Il fiume fu anche per lungo tempo il confine tra l’Italia propriamente detta e la Gallia Cisalpina, sin quando Silla non spostò (attorno all’81 a.C.) questo confine più a nord sul fiume Rubicone. Successive ripartizioni territoriali, sempre durante l’Impero Romano, riunirono le terre a nord e a sud dell’Esino, che smise dunque la sua funzione di confine.
Nel Medioevo il fiume tornò ad essere un elemento di delimitazione territoriale, in quanto la Repubblica di Ancona ebbe come confine di nord-ovest proprio la parte terminale dell’Esino, difesa da ben cinque dei circa venti castelli di Ancona: Falconara, Rocca Priora o Fiumesino, Monte San Vito, Camerata, Cassero.