Santuario Regina della Pace – Monte Scalambra di Serrone (FR)

Dalla cima del monte Scalambra la panoramica sulla valle del Sacco è meravigliosa avvolta com’è dalla catena dei Simbruini-Ernici.

 

Cenni storici

L’E1 è il più antico dei sentieri europei di lunga distanza (“E-paths“) segnati attraverso il continente e
l’unico che attraversa da nord a sud la nostra penisola.
Inaugurato il 2 luglio 1972 a Costanza (Germania), va da Capo Nord in Norvegia a Capo Passero in Sicilia per circa 5000 km.
Ad oggi se ne possono percorrere circa 4000 km, essendo stato completato il tratto da Capo Nord alla Danimarca e quello da Flensburg (Germania) all’Italia; qui esso prosegue da Porto Ceresio sul lago di Lugano fino al Monte Vettore (2476 m) e a Castelluccio di Norcia in Umbria.
Del tratto di E1 da Castelluccio a Capo Passero (Siracusa) esistono alcuni percorsi recentemente segnati, per 71 km in Abruzzo da S. Anatolia a Celano, e per 34 km nel Lazio.
Il tratto laziale attraversa il confine regionale tra Campo Rotondo e Campo Staffi, prosegue per Filettino, Guarcino, Sora, Alvito e s’immette nel tratto molisano tra S. Biagio Saracinisco e Scapoli.
Un’interessante deviazione del tratto breve dell’E1 che unisce Filettino a Guarcino è il percorso montano che attraverso gli altipiani di Arcinazzo collega i borghi medioevali di Serrone, Piglio, Acuto e Fiuggi.
Questo lungo tracciato ripercorre le antiche vie di comunicazione fra i boschi che, tagliando per i monti, accorciavano i lunghi percorsi dalla sottostante valle del Sacco e che periodicamente divenivano vie di transumanza per le greggi che dai pianori montani passavano ai pascoli marini e viceversa.
Tutto il tratto, che traversa i Monti Ernici e si mantiene a una quota costante fra gli 800 e i 1000 metri, è conosciuto in zona come il sentiero di “Quota 1000″.
Con questo si può salire alla vetta monte Scalambra (m. 1420), raggiungibile a piedi anche da Serrone, da Piglio (via convento S. Lorenzo o via Madonna del Monte), dagli Altipiani di Arcinazzo e da Roiate.
C’è poi una strada asfaltata che da La Forma, salendo per circa 12 km attraverso lo scempio edilizio compiuto negli anni ’80 sul versante meridionale della montagna, giunge a un panoramico piazzale asfaltato sull’anticima dello Scalambra, dov’è la statua della Vergine con la Croce (chiamata la Croce del Popolo) e la cappella-santuario della Madonna della pace, appartenente alla parrocchia S. Pietro Apostolo di Serrone e festeggiata la prima domenica di agosto.

La Forma (m. 427) è una frazione di Serrone (FR) sulla SS 155 di Fiuggi, che prende il nome da una fontana con un grande lavatoio circolare eretta nel 1881.
Nella piazzetta, intitolata a Francesco Pais (1835-1924) garibaldino e deputato al Parlamento, si affacciano due chiese del Sacro Cuore di Gesù (patrono della frazione), quella vecchia ora sconsacrata e quella nuova con scioccanti portali d’oro (il padre dell’ex parroco, il cileno don Ramòn Javier Bravo, ne possedeva una miniera in Cile!).
Dalla piazzetta in breve si giunge al bivio per Serrone e alla sua ex stazione ferroviaria (c m 500).

Serrone, aggrappato a mezza costa sul fianco meridionale dello Scalambra, è un paese ad economia basata sull’allevamento e lo sfruttamento degli uliveti e dei boschi della montagna.
Le case del vecchio centro medievale, disposte a forma di nido di vespe, sono piccole, grigie, costruite una sull’altra, separate da vicoli, scalette, portici e stradine.
In epoca preromana Serrone era abitato dagli Ernici, che a difesa della città sacra di Anagni stabilirono un villaggio fortificato in località Lesca.
In località Grotte sono stati trovati numerosi resti di ville rustiche di età imperiale (III secolo).
Il primo nucleo abitato e fortificato sulle falde dello Scalambra sorse nel VI secolo a controllo delle strade che collegavano Roma con Trevi e Subiaco.
Feste: San Quirico martire (luglio); Regina della pace (agosto); S. Michele Arcangelo (settembre); Madonna Addolorata (ottobre).

La salita a piedi allo Scalambra da Serrone può iniziare dalla ex stazione ferroviaria (circa m 500 di quota), o dalla piazza del Plebiscito dov’è la parrocchiale romanica di S. Pietro Apostolo (circa m 600) oppure, salendo con percorso ripido tra vicoli e muri antichi, dalla Rocca dei Colonna (m 738), nella parte più alta dell’abitato, raggiunta anche dalla strada asfaltata che sale dalla Forma.
Incredibile è già da qui la visuale della valle, dei monti Lepini e dei Prenestini da un lato, con scorci insoliti di Olevano e di San Vito Romano.
Proprio dalla Rocca parte una stradina asfaltata e poi sterrata in netta salita, via San Michele, che dopo 20 minuti incontra “Villa Giovalinda” e dopo altri 20 minuti incrocia il “sentiero di Quota Mille” (m 931), che inizia dalla strada asfaltata predetta un paio di chilometri prima con bel percorso in piano e nel bosco di conifere che è parte del sentiero europeo E1.
Diritto sale il sentiero per l’eremo di san Michele, raggiunto con un’altra mezz’ora di cammino nel bosco.
Da un cartellone al bivio della strada asfaltata si legge che l’Eremo di San Michele (m 1105), su un costone del versante meridionale del monte Scalambra, è molto antico: si presume che risalga all’VIII secolo; prima che all’Arcangelo era dedicato a San Benedetto, che secondo la leggenda popolare nel viaggio da Subiaco a Montecassino si fermò sotto il suo dirupo per alcuni giorni in compagnia di tre corvi che gli indicavano la strada.
All’interno è una statuetta dell’Arcangelo ad ali spiegate che schiaccia con il piede il demonio.
Nelle adiacenze della attuale chiesa si notano i resti di mura perimetrali che fanno capire che un tempo doveva sorgervi un fabbricato massiccio che copriva tutta l’area antistante la rupe che sovrasta il luogo.
L’Arcangelo Michele, patrono di Serrone, è festeggiato il 29 settembre.
Dall’eremo, con una mulattiera di circa 1 km (15 minuti a piedi) si può raggiungere la strada asfaltata (9 km dalla Forma) che sale al piazzale della Madonna della pace in 3,3 km di tortuoso e ripido tracciato; oppure si prosegue per la vetta seguendo il sentiero che sale dall’eremo e in 2,2 km e 315 m di dislivello (1 ora circa) attraversa il bosco di lecci e faggi, incontra una prima via sterrata (via delle Muffole), poi giunge al tratto finale di Via delle Costellazioni, dove si trova la gialla e bianca “Casa di San Giuseppe CSSI 2012“, supera un ultimo prato in salita e giunge all’anticima dello Scalambra, dove nel piazzale asfaltato è la cappella-santuario ricavata sotto una collinetta rocciosa sovrastata dalla statua in bronzo della Madonna della pace (Croce del Popolo, m 1404); opera dello scultore Fortunato Pirrone, è stata installata nel 1976 e dedicata ai caduti di tutte le guerre.
Le lapidi ai quattro angoli del basamento raccontano la sua storia:

1) Sua Santità Paolo VI così ha detto il 21/4/1976:
Siamo lieti di accogliere con mons. Vescovo di Palestrina il comitato costituito per le iniziative religiose che saranno prese in quella cara diocesi in occasione della posa di una statua della Madonna della pace sul m. Scalambra. Siamo certi che l’avvenimento, alla cui realizzazione collaborano tante nobili energie, avrà benefici effetti sulla vita spirituale delle vostre operose e forti popolazioni, e facciamo voti che esso contribuisca ad accrescere in esse la devozione, l’amore, la confidenza, l’intimità e il culto della Vergine SS.ma, che giustamente avete voluto indicare con l’appellativo di Madonna della pace“.

2) Ai posteri:
Mamma Santa, Madonna della pace, gli ex Combattenti e Reduci ed Interalleati d’Italia, inginocchiati davanti a Te, depongono i loro stenti, i sacrifici compiuti sui campi di battaglia al fine di dare alla patria Italia pace, libertà e fraternità tra tutti i popoli del mondo, a ricordo ed in memoria dei caduti di tutte le guerre e caduti sul posto di lavoro.
A Ricordo.
La Delegazione Internazionale ANCRI-AICI , Mutilati e Invalidi di guerra, ANMIG. 1° ottobre 1978
“.

3) Preghiera per la pace.
Il Rosario è la preghiera per la pace. All’inizio di un Millennio, che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che “è la nostra pace” avendo fatto “dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia” (Ef 2,14). “Non si può quindi recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno a servizio della pace” (GP II, Rosarium Virginis Mariae, n. 6). 6 agosto 2006 – 30° anniversario della posa della statua della Regina della pace. Il Vescovo Domenico Sigalini, il Parroco-Rettore Don Primo Martinuzzi, i Sacerdoti, le Autorità civili e militari, i Parrocchiani tutti, i Fedeli presenti posero.

4) Statua della Regina della pace del Santuario.
In ricordo del 30° anniversario della posa della statua della Regina della pace, e il 15° dell’erezione del Santuario con decreto del Vescovo diocesano S. Ecc.za Mons. Pietro Garlato, su iniziativa di Mons. Mario Proietto primo Parroco-Rettore. Dopo la benedizione del SP Benedetto XVI, il 19 aprile 2006, e la successiva Peregrinatio in
tutte le parrocchie della Diocesi Prenestina, la statua della Regina della pace viene collocata solennemente in questo Santuario, rinnovato, presente S. Ecc.za Mons. Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina, il Parroco-Rettore don Primo Martinuzzi, numerosi sacerdoti, autorità civili e militari e moltissimi fedeli, 6 agosto 2006
.

5) Sulla roccia una targa ricorda infine l’Anno Internazionale della Montagna 2002:
Le Amministrazioni e le Associazioni Pro Loco di Affile, Arcinazzo Romano, Piglio, Roiate, Serrone celebrano l’Anno Internazionale dedicato alla Montagna sul monte Scalambra, “terreno di caccia dell’imperatore Traiano, torre di vedetta della Valle del Sacco e Aniene, terra di pascolo dei nostri avi e oggi regno del volo libero”. Questi luoghi siano sempre tutelati e rispettati.
Serrone, 14 settembre 2002
“.

Dal piazzale si entra ancora nel bosco; il sentiero corre piacevolmente nella faggeta presso la cresta sommitale del monte per altri 20 minuti, fino alla vetta dello Scalambra (m 1421).
E’ bello sostare a lungo sulla vetta al sole e al vento, con la catena dei Simbruini-Ernici dietro e la valle del Sacco in basso.
Il 17 ottobre 1982 la popolazione di Piglio piantò sulla cima una croce di ferro in ricordo di S. Massimiliano Kolbe (1894-1941), il francescano conventuale polacco che nel campo di sterminio nazista di Auschwitz affrontò la morte per fame al posto di un padre di famiglia.
Egli dimorò nel convento di San Lorenzo, alle falde del monte sul versante di Piglio, dal 4 al 6 febbraio 1937 per venerare i luoghi del beato Andrea Conti e per incontrare, dopo molti anni, il confratello p. Quirico Pignalberi (1891-1982) di Serrone, che in quel convento visse per circa 40 anni e fu professore e padre spirituale dei fratini.
I due religiosi erano tra i fondatori della Milizia dell’Immacolata, associazione che oggi ha circa un milione di iscritti nel mondo.
Purtroppo tra il 2003 e il 2008 la croce di ferro è scomparsa (è stata divelta?); una volta la trovai tranciata alla base e rovesciata nel dirupo sottostante; scesi lì sotto, me la caricai sulle spalle e la appoggiai alla staccionata che delimita la roccia sommitale; la volta dopo, il 17 gennaio 2009, era sparita di nuovo e non la ritrovai più.
Resta ora la sua base tranciata, un’altra croce fatta con due rami di faggio e una piccola antenna con due pannelli solari per alimentare non so che cosa.
E’ sempre presente invece, nella sella prativa sottostante, la croce di pietra grigia posta a ricordo di
quattro persone che il 26 giugno 1981 hanno perso la vita quassù in una sciagura aerea (qualche rottame del velivolo è ancora sparso sul prato antistante).
Ecco i nomi incisi ai quattro lati del cippo con le date di nascita delle vittime:
Aurelio Santangeli 22/3/1922; Mario Santangeli 22/5/1955; Domenico Chines 27/7/1943; Nicolò Sozzi 9/7/1953; I- SSCC 26/6/1981“.
Targhe metalliche sulla croce di pietra sono state aggiunte negli anniversari del disastro:
a)”26 giugno 1981 – 26 giugno 2001. Il tempo non potrà mai cancellare la memoria. Gli amici di sempre. Catania 26 giugno 2001“.
b) “Siete sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria. Siamo quelli di sempre. 26 giugno 1981 – 26 giugno 2006“.
c) “Trenta lunghi anni non hanno intaccato il ricordo che abbiamo di voi. Gli amici di sempre. 26 giugno 1981 – 26 giugno 2011″.
Dalla selletta erbosa proseguendo sempre sul filo di cresta e sempre sotto bosco si può arrivare alla Sella Inzuglio, da dove scende a Piglio (convento di S. Lorenzo) o alla Madonna del Monte.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Patrizia Magistri. La visita è stata effettuata il 31 dicembre 2018.
 

Fonti documentative

Don P. Martinuzzi, P. Isola, L. Urso – La Peregrinatio Mariae nella Diocesi di Palestrina con la statua della Madonna della pace – Paliano 2007;
Il Monte Scalambra e i paesi alle sue pendici – opuscolo a cura delle Pro Loco di Affile, Arcinazzo Romano, Piglio, Roiate e Serrone, Tipografia Stamparte Subiaco, Giugno 2000.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.847762 13.114824

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