Santuario e Convento del Divino Amore – Gualdo Tadino (PG)
Cenni Storici
Il Convento fu costruito nel 1565 a spese del Comune, i cui priori avevano voluto i frati Minori Cappuccini a Gualdo, e con il contributo di private oblazioni e contemporaneamente venne costruita anche Chiesa Claustrale, che poco dopo venne dedicata a San Michele Arcangelo, patrono del paese.
La primitiva chiesa era con copertura a capanna e posteriormente aveva un abside o presbiterio a volta.
Per il modo di come era costruita, si può pensare che l’abside suddetta fosse preesistente alla parte anteriore, cioè che l’edificio sia stato costruito dai Cappuccini sui resti di una piccola antica Cappella di cui avevano prolungato la parte anteriore, per formarne la nuova Chiesa.
Questa supposizione è avvalorata dal fatto che già in precedenza il toponimo del luogo era già Sant’Angelo, per cui è facile credere che in quel luogo esistesse una Cappella dedicata all’Arcangelo S. Michele, che poi diede il nome alla nuova Chiesa e visto la posizione su una montagna, la presenza dell’acqua di una sorgente (rio Rumore) e la presenza di una grotta e la dedicazione a San Michele non è escluso che l’origine dell’edificio sia addirittura Longobardo.
Era, del resto, abitudine dei monaci scegliere per la costruzione dei loro Conventi, posti dove già sorgeva qualche Chiesina o Cappelletta, presso la quale poi fabbricavano le celle.
In origine la chiesa era formata da cinque Altari: l’Altare Maggiore era dedicato a S. Michele Arcangelo e su di esso era presente una tela raffigurante il Titolare con la bilancia in mano (ora esposto nella parete sinistra); il secondo altare era dedicato alla Madonna del Divino Amore; Il terzo Altare, era intitolato a S. Francesco d’Assisi, con una statua di questo Santo; il quarto dedicata a S. Felice da Cantalice, laico Cappuccino, aveva una tela raffigurante il Titolare in atto di ricevere il Divino Infante dalle mani della Vergine; l’altra, intitolata a Sant’Antonio Abate.
La Chiesa fu consacrata da Mons Virgilio Florenzi, vescovo di Nocera.
Apparteneva all’Abazia di S. Benedetto, e con atto notarile del 30 Maggio 1569, l’Abate Commendatario della Badia di S. Benedetto, Card. Giovanni Antonio Serbellon, concedeva in enfiteusi perpetua ai Cappuccini del Convento di Gualdo la vicina Cappella (eremo) del Beato Angelo e alcune terre annesse.
La donazione fu ratificata dal Papa Pio V con Breve del 19 novembre 1569.
Il Convento di Gualdo, di cui fu primo guardiano P. Angelo da Foligno, ebbe un rapido sviluppo ed ottenne frequenti elargizioni sia da parte del Comune che di privati cittadini.
Un primo ampliamento risale al 1618, quando si pensò di portarvi il “Professorio” per giovani aspiranti.
L’ampliamento fu fatto, ma molto modesto per la difficoltà di scavare nello scoglio, e del “Professorio” non si ha più notizia fino dal 1621.
Negli anni 1656-57 si sviluppò nella città di Gualdo e suo territorio una grave pestilenza.
La cittadinanza ricorse ai Cappuccini che si prodigarono in favore dei poveri appestati chiamando anche il Vicario Provinciale, P. Tommaso da Terni, che si era offerto volontario.
P. Tommaso era uomo di tale straordinaria bontà e zelo apostolico che rimase a lungo nel cuore dei gualdesi.
La dedizione espressa dai buoni religiosi nei confronti della gente, meritò loro una ricompensa (un rubbio di grano) da parte del Comune.
Nel 1683 fu deciso di erigere intorno al Convento il muro della clausura, fino ad allora circondato di una semplice siepe.
Dal 1810 al 1815 i frati furono costretti ad abbandonare il Convento, in seguito alla soppressione napoleonica.
I frati tornarono nel Convento nel 1815 con “grande allegrezza dei gualdesi“.
Negli anni successivi (1818 – 1822) vi funzionò un “Professorio” provinciale.
Nel 1818 in seguito alle frequenti alluvioni causate dalle acque della sorgente di Capodacqua che scaturisce poco sopra il Convento (da ricordare in modo particolare quella del 1827 che aveva lesionato gravemente la Cappella del Beato Angelo) si decise di regolare il corso del rio Rumore, che tuttora scorre a valle, scavando lo scoglio nel cosiddetto “Vallone” e costruendo un ponte a volta in pietra proprio di fronte alla Cappella, sulla strada che porta alla città.
Nel 1867 i nostri religiosi dovettero ancora abbandonare il Convento in seguito alla nuova soppressione decretata dal governo italiano nel 1860.
Riscattato dal grande benefattore gualdese Mons. Roberto Calai che lo fece restaurare a proprie spese tra il 1866 ed il 1867, il 28 settembre 1878, veniva ridato ai Cappuccini, i quali potevano farvi ritorno nel 1880.
Mons. Calai poi cedeva ai frati il Convento con regolare atto del 14 agosto 1894.
Ma ritornati i Frati al loro antico Convento, ed essendo questo cresciuto d’importanza, grazie alla presenza dei giovani del Collegio e l’incremento della devozione alla Madonna del Divino Amore, si senti il bisogno di una Chiesa più ampia e più decorosa.
Si trasformò infatti e si adibì ad usi profani la vecchia Chiesa (contenuta ora nella parte conventuale), ed adiacente alla stessa, il 14 Maggio 1897, si collocò la prima pietra di quella nuova, che fu terminata di fabbricare nel febbraio del 1898, venendo poi consacrata dal Vescovo di Nocera, Mons. Rocco Anselmini ed aperta al culto il 28 ottobre 1901.
In seguito al ritorno dei frati i Superiori Provinciali decisero di aprire, nel Convento di Gualdo, nel marzo del 1880, un Collegio Serafico (seminario) per giovani aspiranti.
L’iniziativa ebbe uno sviluppo incoraggiante tanto che si dovettero ampliare a più riprese (1884 – 1894 -1920 -1924) i locali.
Il Collegio, poi Seminario, ha continuato a funzionare fino al 1978 e per alcuni anni l’ala del seminario è stata affittata al Comune come sede scolastica per le Medie inferiori, quando si è estinto per morte naturale.
Attualmente il Seminario è chiuso ed è in via di ristrutturazione e sarà destinato ad altri scopi.
Intanto si era resa necessaria anche la sostituzione dell’antico acquedotto del 1575, ormai fatiscente, con uno nuovo.
Nel 1904 cominciarono ad intrecciarsi idee e progetti, ma l’acquedotto, in tubi di ghisa, fu terminato solo nel settembre 1907.
Negli anni 1919-1922, sotto la guardiania di P. Agostino da Fossato di Vico fu allargato il piazzale antistante la chiesa e la strada per il vicino borgo di Casale.
Nel 1925 venne ripulita e decorata la chiesa ad opera dell’artista gualdese Prof. Fico Discepoli.
Venne anche sostituito l’antico quadro della Madonna del Divino Amore con una bella statua in legno affidata alla ditta Rosa-Zanasio di Roma ed eseguita dall’artista ecuadoriano Sig. Manoel Roeda.
Nel 1928, con un’altra imponente manifestazione popolare, il vescovo di Nocera Mons. Nicola Cola, benediceva il diadema per l’incoronazione della statua della Vergine.
Nel 1934 si corresse la facciata della Chiesa non in linea con il piazzale e fu costruito il porticato.
Negli anni 1946-47 fu fatta la sala dei pellegrini e nel 1950 l’altare in marmi policromi con urna centrale dove venne collocata la statua della Vergine rimasta fino ad allora in una cappella laterale della Chiesa.
Qualche anno dopo, con decreto della Sacra Congregazione dei riti n. 182 del 24 novembre 1954, la Madonna del Divino Amore veniva dichiarata contitolare della Chiesa, insieme a San Michele Arcangelo.
Il 25 maggio 1955 fu inaugurato il nuovo campanile.
Per assicurarsi la concessione dell’acqua e dotare il Convento-Santuario di energia elettrica propria, i frati vollero costruire sul rio Rumore, a valle, di fronte alla Cappella del Beato Angelo, una diga con relativa centrale elettrica (1955-1956) e si riuscì, così, a porre fine (24 giugno 1958) all’annosa questione delle sorgenti del Rio Rumore tra i Padri Cappuccini, il Sig. Depretis, il Comune e le frazioni circonvicine; ora per ragioni economiche la centralina è in disuso.
Negli anni 1957-60 fu ampliato ulteriormente il piazzale antistante la chiesa e con il materiale asportato venne colmato il “Vallone“.
Gli anni 1961-65 vedono il rinnovo quasi totale del Convento e del Seminario.
Nel 1977 viene costruito l’attuale altare rivolto al popolo con nuova sistemazione della nicchia per la statua della Madonna.
Nel 1992 viene rifatto il tetto della Chiesa, nel 1994 viene sistemato il piazzale esterno alla Chiesa, e rifatta l’illuminazione interna ed esterna.
Mentre la Cappella delle confessioni, la Cappella invernale e la nuova sacrestia vengono alla luce negli anni 1995- 1996.
Il Santuario situato in un luogo incantevole e silenzioso, dotato di acqua freschissima e di un artistico presepio (90 mq.), è meta continua di pellegrini e di devoti.
Aspetto esterno
Il Santuario è anticipato da un ampio piazzale ed un loggiato con archi e colonne e all’interno dello stesso sono affisse lapidi con i nomi dei benefattori che hanno contribuito alla realizzazione dello stesso; la facciata in mattoni della chiesa è intramezzata da tre ampie finestre di marmo bianco ognuna scandita da trifore con colonnine e nella parte altra campeggiano tre statue, due nelle paraste laterali prolungate con pinnacoli a forma di edicola ed una sotto il colmo centrale del tetto in esse viene rappresentato San Michele Arcangelo a sinistra, San Francesco al centro e San Facondino a destra.
Sempre a destra della facciata si eleva il campanile cuspidato.
Nella parte retrostante la chiesa si sviluppa l’ambiente conventuale.
Interno
L’interno è a navata unica a botte con volte a crociera e paraste che dividono la navata in campate.
Entrando e destra troviamo due lapidi sepolcrali ad una nobile terziaria francescana natia di Sigillo e di Enrico Calai Marioni; salendo nella parete destra nella prima campata troviamo una tela con Santa Chiara d’Assisi e subito dopo nella successiva c’è la cappella dedicata a San Francesco con la statua del Titolare affiancata da due dipinti di San Ludovico re di Francia a destra e Santa Elisabetta regina d’Ungheria a sinistra; il soffitto nelle vele contiene lo stemma dei francescani con le rappresentazioni della Povertà, Obbedienza e Castità.
Nella campata successiva prossima al presbiterio una tela con la Vergine che porge il Bambino a S. Felice da Cantalice, laico Cappuccino.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e contiene l’altare maggiore dove campeggia la statua della Madonna con Bambino.
Scendendo nella parete sinistra nella prima campata si trova la tela di San Michele Arcangelo nell’atto di trafiggere il demonio e nella campata successiva c’è la cappella di Sant’Antonio da Padova con la statua del Titolare e nella parete destra della cappella una lapide a memoria di Mons. Roberto Calai mentre nella parete sinistra due confessionali sovrastati da altrettante lapidi a memoria di altri due figure della famiglia Calai.
Nell’ultima campata prima della porta una tela con Santa Chiara d’Assisi con l’ostensorio.
In controfacciata la lapide di Francesco Calai Marioni e di Geronimo Calai.
Fonti documentative
Ruggero Guerrieri – Storia Civile ed Ecclesiastica del Comune di Gualdo Tadino – 1933
Depliant del Convento
http://www.fraticappucciniassisi.it/conventi/gualdo-tadino.html