Santuario della Madonna delle Cese – Trisulti di Collepardo (FR)

Il Santuario sorge sotto un grosso sperone di roccia che lo copre per intero.

 

Indicazioni territoriali

Saliti da Collepardo a Trisulti con la strada provinciale (8 km) e attraversata la foresta demaniale chiamata “Selva d’Ecio“, caratterizzata da querce caducifoglie (produttrici di ghiande) e in particolare dal cerro (Quercus cerrus), si giunge allo scoperto sul piazzale di arrivo alla Certosa di Trisulti, segnato sulla destra da una grande croce.
Proprio a destra di questa, rientrando in discesa nel fitto bosco che ricopre tutto questo settore dei monti Ernici, inizia (è indicato anche da cartelli) il sentiero “Trisulti-Madonna delle Cese“.
Oggi è un facile percorso (questa strada fu realizzata alla fine del ‘700 e ci vollero anni di lavoro per superare la scabrosità del luogo) che si prolunga per quasi 2 km al di sotto della vicina Certosa, nel primo tratto del cammino osservabile in tutta la sua grandezza da un’insolita prospettiva.
Continuando la discesa sul sentiero largo e comodo, delimitato a sinistra da una staccionata di legno, s’incontrano sulla destra cinque grandi sculture in bronzo rappresentanti i cinque misteri gaudiosi del rosario; furono collocate nel 1976, in occasione del 50° anniversario dell’incoronazione dell’immagine, quando fu restaurato anche il santuario.
Una croce di ferro traforato indica la fine del sentiero.
Così in 20 minuti (al ritorno qualcosa di più perché in netta salita) si giunge al Santuario della Madonna delle Cese (m 698), piccolo eremo incastrato nella roccia di una suggestiva grotta carsica sotto la quale si sente scrosciare, nascosto dalla fitta vegetazione, il torrente Fiume che nasce un paio di km più su nella Valle, poco oltre il Ponte dei Santi.
Si trova a circa 1500 metri a piedi dalla Certosa, in un vallone sottostante il monastero.
 

Cenni storici e descrittivi

Secondo un’antica tradizione popolare, nella prima metà del VI secolo un pio eremita si sarebbe ritirato nella grotta delle Cese, dove gli apparve la Madonna che lasciò impressa sulla pietra la sua immagine.
Negli anni altri eremiti sarebbero venuti nella stessa grotta e in quelle lungo il fiume sottostante.
Nella seconda metà del sec. XII il cardinale Lotario di Segni, che possedeva una villa di famiglia nel territorio di Collepardo, si recava a volte nella grotta delle Cese per parlare con il santo eremita che l’abitava e una volta lo trovò in estasi.
Egli raccontò poi al cardinale di aver visto salire al cielo un vescovo, un priore certosino e una vedova romana; collaboratori del cardinale accertarono che nello stesso istante in cui l’eremita aveva avuto la visione, le tre persone indicate erano veramente morte in concetto di santità.
Colpito dal fatto, Lotario avrebbe promesso di fondare una certosa nei suoi possedimenti.
Divenuto nel 1198 papa Innocenzo III, non dimenticò la promessa fatta e nel 1204 diede inizio ai lavori di costruzione di una cappella nel luogo dell’apparizione e di una nuova certosa, nelle adiacenze del suo palazzo (quello degli edifici della certosa in stile romanico-gotico, che ancora è chiamato “palazzo di Innocenzo III” e che oggi è sede di una Biblioteca statale).
Il 17 luglio di sette anni dopo (1211) papa Innocenzo si recò di persona a consacrare solennemente la certosa e la sua chiesa; e dopo la sua morte a Perugia nel luglio 1216, egli apparve alla beata Radegonda (Lutgarda?) e disse di dovere alla Vergine delle Cese il trionfo del suo pontificato e la sua salvezza eterna.
Al di là di questo racconto che sembra una leggenda, si deve rilevare che al tempo di Innocenzo III (1198-1216) e di Gregorio IX (1227-1241) non esisteva ancora nella grotta delle Cese un oratorio dedicato alla Madonna.
Le prime notizie certe della Madonna delle Cese, celeste patrona di Collepardo, risalgono al 14 maggio 1274, quando un uomo di Collepardo fece un’offerta di 12 denari alla Vergine delle Cese, la cui immagine in affresco era venerata in una cappelletta sita in una località rocciosa chiamata “Petra Mala“; offerte simili, sempre da parte di abitanti di Collepardo e sempre di 12 denari, sono registrate anche nel 1300, 1302 e 1306, e questo fa pensare che il primo oratorio mariano sia stato costruito dai certosini qualche decennio dopo il loro ingresso a Trisulti.
La cappella già esisteva nel 1319, quando un sacerdote di Collepardo, Raimonio, offrì se stesso a Dio nelle mani del priore di Trisulti, Don Giovanni di Vico, “presso l’altare della cappella di S. Maria delle Cese“.
La cappella fu ampliata in lunghezza alla fine del ‘600; si dovette perciò demolire la parete su cui era affrescata l’immagine: prima però la porzione di roccia raffigurante il viso della Madonna fu staccata e portata alla Certosa, dove è custodita ancora oggi.
Nel 1769 accanto ad essa fu costruito un locale per l’eremita o il custode e alla fine dello stesso secolo si ottenne lo slargo davanti al santuario, con un alto terrapieno contenuto da una solida muraglia.
Sull’altare delle Cese, rinnovato nel 1909, fu collocata una tela a olio della Madonna del Carmelo, protettrice degli asceti tra i quali si contano i Certosini, che per secoli hanno abitato Trisulti e custodito il santuario rupestre mariano.
La tela, forse realizzata a fine ‘600 o inizio ‘700, è ritenuta opera di frate Francesco David, monaco certosino di origine spagnola che in quel periodo lavorò molto nella certosa.
E’ stata restaurata nel primo decennio del ‘900 e ancora nel 1976 nella festa del 50° della sua incoronazione, avvenuta l’8 agosto 1926 da parte del Card. Camillo Laurenti, incaricato dal Ven. Capitolo Vaticano e che è ricordata anche da una lapide all’ingresso del paese antico, voluta dal parroco e propagatore del culto della Madonna don Alessandro Galli (m. il 13 dicembre 1962) l’8 agosto 1956, 30° anniversario dell’incoronazione.
La festa è il 16 luglio, Madonna del Carmine.
L’anniversario dell’Incoronazione dell’immagine della Madonna delle Cese si celebra l’8 agosto.
Degli anni intorno al 1930 è un’immaginetta della Madonna delle Cese che ricorda l’incoronazione con una data errata: VIII Agosto MCDXXVI (1426!?, n. d. R.) ma con nel retro una bella preghiera scritta da “Marius Episcopus“, che abbiamo scoperto essere Mario Toccabelli (1889-1961) Vescovo di Alatri dal 16 settembre 1930 al 1° aprile 1935, poi Arcivescovo di Siena.
La preghiera, alla quale è associata un’indulgenza di 50 giorni per ogni Ave Maria, è questa:
Vergine Santissima io Vi saluto nella Grotta delle Cese, che voi avete santificata colla Vostra presenza e dove Voi avete innalzato il trono delle Vostre grazie. I monaci vi ànno avuto prima loro guida ai tempi di S. Benedetto e di S. Domenico Abati; l’immortale Innocenzo III ebbe da voi il celeste messaggio; l’inclito Ordine Certosino e particolarmente la Certosa di Trisulti vi onorò sempre come sua augusta Patrona; le genti vicine e lontane sanno le meraviglie del Vostro materno amore.
O Vergine benedetta, asilo delle anime pure, rifugio dei peccatori, consolazione degli afflitti, speranza dei cristiani, io Vi saluto e vorrei avere la lingua di tutti i Santi, l’amore dei Serafini per esaltare il Vostro Nome così dolce e potente, terrore dell’inferno, nostra speranza sulla terra e nostra gloria in Cielo.
Voi accettate i sentimenti di omaggio che io Vi offro e benigna vogliate accogliere ed esaudire l’umile preghiera che io vi presento.
Tre Ave Maria
“.
Don Ignazio Rossi, cistercense, è stato l’ultimo padre priore della Certosa di Trisulti e l’ultimo monaco a lasciarla nel mese di dicembre 2019; ora è presidente dell’Associazione Cese, che si occuperà per conto della diocesi di Anagni-Alatri e della parrocchia di Collepardo del santuario della Madonna delle Cese.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Francesco Fioramonti.
La foto dell’Eremo rupestre è tratta dal sito: https://www.madonnadellaneve.frosinone.it/itinerario_cese_trisulti.htm
Il volto originale della Madonna delle Cese conservato presso la Certosa di Trisulti ed il quadro della Madonna del Carmelo esposto in chiesa è tratto dal sito: http://www.collepardo.it/certosa.htm
 

Fonti documentative

G. Sanità – Collepardo nella sua storia e nelle sue memorie – Roma 1972;
Atanasio Tagliente – La Certosa di Trisulti – 1987, ristampa Edizioni d’arte Marconi, Genova 2002.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.776761 13.395158

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