Santuario della Madonna della Stella – Porciano di Ferentino (FR)
Cenni Storici
Il Santuario della Madonna della Stella si trova nella borgata di Porciano, frazione del comune di Ferentino, su una collinetta dei monti Ernici all’imbocco della depressione che scendendo dalle Prata di Fiuggi va a formare il lago di Canterno.
Scrive Alessandro De Magistris nella sua Storia di Anagni che una ragazza di Anticoli di Campagna (Fiuggi), Felicetta Colarossi, nel mese di aprile del 1690 avvertiva la presenza della Madonna sotto il monte Porciano, cui guardava la finestra dove soleva pregare.
Due fatti prodigiosi confermarono quella intuizione: il salvataggio della mula di un certo Antonio di Alatri, che rischiava di affogare attraversando il fosso della Morra in piena; e il ritrovamento sotto quel monte da parte del pastore anticolano Sebastiano Ambrosi, dopo aver udito una voce, di un’immagine della Vergine con la scritta “Ave Maris Stella“.
Spinto dal quel prodigio e dalle persone che vi accorrevano il Capitolo dei Canonici di Ferentino, proprietario di quel territorio dalla metà del Quattrocento, nel 1698 vi fece costruire una chiesetta con le offerte raccolte dal canonico Giuseppe Infussi di Fiuggi e con il permesso del vescovo di Anagni.
La chiesetta fu distrutta da una tempesta l’8 dicembre 1772 e allora l’immagine fu segata dalla rupe su cui era dipinta e trasferita in un nuovo tempio, costruito più in basso presso il lago di Canterno e consacrato nel 1777.
Nel 2014 il santuario è stato completamente restaurato e intorno ad esso è stato approntato un giardino alberato e recintato dove accogliere al meglio i pellegrini.
Oggi il luogo sacro, compreso nel territorio di Porciano e quindi nel Comune di Ferentino ma in diocesi di Anagni-Alatri (che di recente è stata unita a Frosinone-Veroli-Ferentino), è officiato dai frati Cappuccini di Fiuggi (in precedenza lo curavano i Frati Minori del convento di S. Giovanni Battista di Piglio); la festa annuale, quella della Natività di Maria, si celebra nella domenica compresa tra l’8 e il 14 settembre, quando accorrono fedeli soprattutto dai paesi vicini: Fiuggi, Trivigliano, Torre Cajetani, Fumone, Acuto, Ferentino, Alatri, Anagni.
Una seconda festa fu istituita nel giorno di Pasquetta (Lunedì dell’Angelo) dall’arciprete di Fiuggi don Pietro Alessandri, per invitare i concittadini a “fare la Pasqua” prima di trascorrere la giornata sui prati e in riva al lago.
Fino al 1960 infatti il territorio di Porciano e quindi il suo santuario ecclesiasticamente faceva parte della chiesa arcipretale di S. Pietro di Fiuggi.
In quell’anno però fu istituita la parrocchia di Cristo Re di Porciano (circa 270 anime, primo parroco don Angelo Pilozzi) e in essa fu compreso anche il santuario.
Le messe vi si celebrano nel pomeriggio dei giorni festivi.
Esterno
Sul muro esterno della costruzione c’è un’altra lapide:
“Maria fulgente stella illumina a noi il sentiero che conduce al tuo Figliuolo divino. L’Azione Cattolica di Anagni a ricordo di questo giorno faustissimo dell’Anno Mariano nel quale l’intera diocesi presso questo rustico santuario si è offerta alla Vergine Immacolata. Domenica XXX Maggio MCMLIV“.
Interno
All’interno del santuario spicca sull’altare il bel quadro della Madonna col Bambino, sovrastato da un fregio con la scritta “Ave Maris Stella“; in alto ai due lati dell’altare due reliquiari e in una nicchia a sinistra una statua della Madonna col Bambino utilizzata per le processioni.
A sinistra dell’ingresso, quasi a livello del pavimento, una lapide informa che:
“Questo mattonato è stato offerto dalla sig.ra Maria Barbera di Palermo quale ringraziamento a Maria SS.ma della Stella per il ritorno incolume del figlio Renzo che nel turbine della guerra inseguito dai nemici quivi sostò implorando protezione e salvezza. Ottobre 1949“.
Percorso nel territorio
Dal Santuario della Madonna della Stella (m. 581) inizia un percorso che, seguendo una mulattiera a mezza costa (Via della Costa, appunto), sale verso est con belle vedute sul lago di Canterno; raggiunto il crinale, entra nella contrada di Porciano (770 m), che richiama l’insediamento medievale omonimo (castrum Porciani).
Il borgo deriva infatti dal castello medievale, i cui ruderi sono sul monte a circa 900 metri d’altezza.
Scrive il prof. Gioacchino Giammaria che:
“Il medioevale castello di Porciano sorge sicuramente attorno al Mille all’interno del processo denominato incastellamento, che ha visto sorgere un sistema di insediamenti che ha caratterizzato il popolamento in Italia e in Europa e i cui tratti ancora sono tipici del paesaggio italiano.
Il più antico documento che menzioni Porciano è del 1085 e già il paese era dotato di una cinta muraria. Da quei primordi il castrum appartiene alla diocesi di Anagni (come oggi, benché il borgo sia un’esclave della città di Ferentino) e diverse istituzioni ecclesiastiche della città ernica possiedono beni in tale insediamento, come pure la Camera Apostolica e la famiglia Colonna. Non possiamo sapere come fosse l’abitato; l’inventario dei beni comunali di Anagni, che possedeva una proprietà in Porciano, ci parla di una strada con case. Sappiamo però che vi erano autorità pubbliche, fra le quali uno scindico. Nel 1436 Eugenio IV approva l’acquisto del castello, al prezzo di 300 fiorini, da parte di Pietro Viviani, archiatra pontificio, che lo prende spoliatum et combustum, quindi distrutto. Nel 1463 lo stesso medico lascia Porciano alla cattedrale di Ferentino. Nel 1471 Sisto IV concede il castello ai della Rovere, ai quali nel Cinquecento succedono i Caetani della Torre, e il castrum è ancora diruto. Probabilmente il processo di abbandono degli abitanti era cominciato già da tempo, anche se l’attività agricola continuava. Forse per questo, tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, nasce il vicino nuovo borgo“.
Nel 1827 poche famiglie (72 persone) risiedevano in un unico casale e nelle capanne intorno.
Nella località Casale sorse poi la chiesina del patrono S. Erasmo, centro spirituale della “tenuta” di Porciano fino al 1930, quando fu eretta la chiesa di Cristo Re, non ancora parrocchiale.
Con la costruzione della chiesa di S. Erasmo vicino al casale, luogo centrico del grande latifondo di cui i canonici sono proprietari, la nuova realtà insediativa raggiunge il completamento.
Dalla piazza della chiesa parrocchiale proseguendo sulla strada in salita a monte del Borgo, prima cementata e poi sterrata, si incontra un’edicola mariana (m. 830; lapide:”1958, Centenario di Lourdes, i pastori e braccianti“) e poi si giunge a una sella nel bosco, a destra della quale si accede in breve alle rovine di Porciano vecchio (m. 902), un sito abbandonato di cui si possono vedere la conformazione dell’abitato e alcune delle costruzioni principali.
Visitati i ruderi del castello (sec. X-XI), semisommersi dalla vegetazione, si torna alla sella, si continua sulla sterrata verso destra e poi si traccia nel bosco fino alla vetta del monte Porciano o Cisternòla (m. 953), con splendida vista su Anagni e sulla Valle del Sacco.
Sulla via del ritorno, dalla cappelletta mariana si scende con una breve deviazione alla strada provinciale poco prima dell’abitato di Porciano; al bivio, invece di tornare al centro della frazione si prosegue lungo la strada asfaltata molto panoramica verso il lago di Canterno.
In contrada Casale si fa una sosta alla chiesina di Sant’Erasmo (m 600), patrono principale della frazione, affrescato sull’altare.
Eretta alla metà del ‘600 per devozione di un canonico di Ferentino (al capitolo di quella Cattedrale apparteneva fino al secolo scorso il fondo di Porciano, di 1200 ettari), fino al 1955 vi si celebrò la festa patronale annuale (2 giugno) con una messa all’aperto seguita da una processione in mezzo ai campi e dalla distribuzione finale del pane benedetto di S. Erasmo.
Dal 1956 la festa è stata trasferita nella nuova chiesa parrocchiale di Cristo Re, da dove parte la processione con il busto dorato e argentato del santo, inaugurato nel 1956 e portato per le stradine della borgata dalla confraternita della “Madonna della Stella“.
Ai partecipanti ancora si distribuiscono le “Panarde“, più di mille pani di circa 400 grammi preparati in precedenza con la farina offerta dalle famiglie, fatti in casa dai “festaroli” (organizzatori della festa) come vuole la tradizione.
In piena notte una trentina di donne si riuniscono per ammassare il pane, cotto poi per tutta la giornata nei forni familiari.
La sera le pagnottine sono benedette nella sala parrocchiale e distribuite per devozione anche alle famiglie del borgo, che partecipano alle spese della festa.
La sera della vigilia della festa un centinaio di persone si recano ancora a piedi alla chiesina periferica di S. Erasmo, a circa 3 km, accompagnando in processione il busto del Patrono, per la santa messa che inaugura le celebrazioni religiose; celebrata la S. Messa, si rientra sempre a piedi in parrocchia, dove il giorno della festa c’è la messa solenne e un’altra processione; seguono i festeggiamenti civili.
Di fronte alla chiesina di S. Erasmo è il seicentesco Casale; già palazzo di campagna del vescovo di Anagni, è stato da qualche anno trasformato in un agriturismo con una bellissima veduta sul lago e sulla vicina catena dei monti Ernici.
Per prati si raggiunge quindi la provinciale del lago di Canterno (m. 550) e si percorre per 3 km verso Fiuggi, contornando le rive, fino al bivio della Madonna della Stella e al santuario da dove si era partiti.
Nota
Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Patrizia Magistri.
Fonti documentative
A. De Magistris – Istoria della città di Anagni – 1749, ristampa anastatica 2019;
G. Giammaria – Sentiero dei Papi – ISALM Anagni e CAI Colleferro, 2013;
F. Cardinali – Porciano, storia e tradizione – Porciano 1999.
Mappa
Link alle coordinate: 41.765752 13.230928
Link alle coordinate: 41.764983 13.207656 Ruderi del Castello di Porciano