Santuario della Madonna della Civita – Itri (LT)

Il Santuario è posto sulla cima del Monte Fusco o monte della Civita (m. 673), ben visibile dalla città e da molte altre parti per la sua posizione elevata e solitaria nel settore meridionale del Parco degli Aurunci; da li si gode una vista meravigliosa sui monti e sulla costa.
Il luogo nel medioevo era il crocevia di tratturi diretti al golfo di Gaeta, alla Ciociaria e all’Abruzzo.

 

Borgo di Itri

Dopo che fu conquistato dai Romani, il borgo di Itri acquistò grande importanza strategica perché attraversato dalla via Appia, tanto che il suo stesso nome (derivato probabilmente da iter, la via, il cammino) allude alla strada per eccellenza, la Regina Viarum.
Nei secoli medievali e moderni Itri ha dominato la strada, a metà della sua discesa verso Formia, con un suggestivo castello turrito arrampicato su una rupe.
Il castello, simbolo del borgo medievale e tipico esempio di struttura difensiva strettamente legata alla natura del luogo e alle esigenze del controllo territoriale, fu costruito infatti tra il IX e il XII secolo proprio per sorvegliare il traffico della grande via consolare.
Come molte fortezze medievali, anche il castello di Itri ha le sue leggende: una riguarda la sua cilindrica Torre del Coccodrillo, cosiddetta perché si credeva che i condannati a morte gettati al suo interno finissero in pasto a un coccodrillo.
Oltre al castello, a Itri merita una visita la chiesa di San Michele Arcangelo (sec. XI), di stile arabo-normanno a tre navate, con affreschi trecenteschi attribuiti al napoletano Roberto Oderisio e un campanile quadrato posto centralmente a ridosso della facciata e ornato di piatti di maiolica colorati.
Era itrano il brigante Michele Pezza, detto Fra Diavolo (1771-1806), prima ricercato per duplice omicidio, poi arruolato nell’esercito napoletano contro gli invasori francesi; infine da questi catturato e impiccato nella piazza del Mercato a Napoli.
 

Santuario della Madonna della Civita

Patrona principale di Itri (e compatrona dell’arcidiocesi di Gaeta) è la Madonna della Civita, venerata da secoli in uno dei santuari più frequentati del Meridione, posto sulla cima del Monte Fusco o monte della Civita (m. 673), ben visibile dalla città e da molte altre parti per la sua posizione elevata e solitaria nel settore meridionale del Parco degli Aurunci.
L’origine del santuario è legata dalla tradizione popolare alla lotta iconoclasta scatenatasi nell’VIII secolo nell’impero Bizantino.
Due monaci basiliani orientali che cercavano di portare in salvo una bellissima icona lignea furono sorpresi dai soldati, rinchiusi dentro una cassa insieme all’immagine sacra e gettati in mare.
Dopo 54 giorni la cassa galleggiando si arenò a Messina e infine giunse a Gaeta; l’icona mariana fu ritrovata su un leccio del monte Civita da un pastorello sordomuto che cercava una mucca smarrita: la ritrovò inginocchiata davanti all’icona, che miracolosamente fece riacquistare al giovane l’udito e la parola.
Il quadro fu affidato ai Benedettini dell’antico monastero di Felline (Figline), località a circa 3 km dalla cima del m. Civita, sulla strada mulattiera per Fondi (che fu poi distrutto nel Medio Evo).
L’immagine mariana, del genere Odigitria (“Colei che indica la via“, cioè il Figlio Gesù che porta in braccio) e di stile bizantino, la tradizione vuole che sia giunta da Costantinopoli ed è attribuita a San Luca perché alla base ha tre lettere sbiadite L.M.P. (Lucas Me Pinxit).
Durante la II Guerra Mondiale fu salvata dal Rettore del santuario don Lidio Borgese, che portandola sotto il mantello sfuggì ai tedeschi riparando a Cisterna.
Dopo l’icona venerata nel santuario montano, l’immagine più antica della Madonna della Civita è un busto ligneo della Vergine conservato nella chiesa di S. Maria Maggiore di Itri e portato in processione per le vie della città la vigilia della festa.
Il primo documento storico riguardante il santuario, che dal Medioevo è crocevia di sentieri (tratturi) diretti al golfo di Gaeta, alla Ciociaria e all’Abruzzo, si trova a Montecassino e risale al 1174: Gualgano, giudice e notaio del castrum di Itri e sua moglie Sighelgarda donano a Riccardo abate di Felline un piccolo appezzamento in cima al monte per il restauro della chiesetta della Civita, custodita da frate Bartolomeo e dagli altri monaci benedettini.
Nel 1491 il vescovo di Gaeta Francesco Patrizi consacrò la nuova chiesa, dedicandola alla “Santa e Immacolata Vergine Maria“, come disposto dal recente Concilio di Basilea; di quei lavori resta ora il portico.
Dopo il grande miracolo del 21 luglio 1527, quando la Vergine dalla Civita liberò dalla peste tutti gli abitanti dei paesi circostanti, il vescovo Carlo Pergamo fissò la festa a quel giorno.
L’immagine sacra è stata incoronata nel 1777 e nel 1877.
Nel 1820-26 il santuario fu ingrandito dall’ing. De Donatis, che conservò solo il portico, e consacrato nel 1849.
Dal 1985 è curato dai Padri Passionisti, dopo essere stato tenuto dai Benedettini, dal clero diocesano, di Giuseppini e dai Guanelliani.
 

Interno

La chiesa ha tre navate; sull’altare maggiore, ricco di marmi e intarsi settecenteschi di scuola napoletana, opera di Filippo Pecorella, è il quadro della Vergine, protetto da una lastra di cristallo e chiuso da una bella balaustra.
Le due colonne dell’altare provengono dallo scomparso convento di San Francesco di Itri.
Sulla volta, episodi della storia del santuario, del napoletano Cozzolino (1919).
I due altari delle navate laterali sono dedicati ai genitori della Madonna (San Gioacchino e S. Anna); presso l’altare di S. Gioacchino è una sala delle reliquie, di oggetti preziosi e di paramenti sacri donati al santuario anche da papa Pio IX.
Tra le opere pittoriche c’è una copia su legno della Madonna della Civita di Sebastiano Conca; c’è pure un coro ligneo del Settecento e un organo a canne.
La statua della Madonna sulla chiesa è del barese A. Rollo.
I numerosissimi ex voto che tappezzano tutte le pareti di un salone accanto alla chiesa stanno a testimoniare la sempre grande devozione popolare alla Vergine della Civita, confermata dai visitatori illustri del santuario: santi come Filippo Neri, Paolo della Croce, Gaspare del Bufalo e Maria De Mattias; e i papi Pio IX (10 febbraio 1849) e Giovanni Paolo II (25 giugno 1989), il primo accompagnato dal re di Napoli Ferdinando II, il secondo dal Cardinale Vicario Poletti e dall’arcivescovo di Gaeta Vincenzo Farano.
 

Festa e sentieristica

La Madonna della Civita si festeggia il 21 luglio e l’8 settembre; ogni anno il venerdì prima della domenica delle Palme si tiene la tradizionale “Via Crucis” che da Itri, attraverso un antico “percorso di devozione” montano, sale fino al Santuario.
Il pellegrinaggio più noto però è quello che parte dall’abitato di Itri ogni mattina dei sette sabati antecedenti la festa del 21 luglio, che ricorda una delle sue grazie più famose, la liberazione dalla peste del 21 luglio 1527.
Il pellegrinaggio a piedi parte dalla località Raìno in Valle di Itri (m. 297), segue il versante meridionale del m. Fusco e, superando 370 metri di dislivello e una lunghezza di 3,2 km, giunge alla Madonna della Civita (m. 673); segue il sentiero CAI 949 del Parco dei monti Aurunci che, prevedendo un tempo di salita di 1,30 h, è chiamato “Il santuario in cento minuti“.
E’ lo storico percorso religioso frequentato da tanti pellegrini (quasi mezzo milione ogni anno) che, disdegnando la comoda strada asfaltata borbonica detta Civita Farnese, arrivano a piedi (spesso scalzi) da diversi paesi anche delle regioni vicine, specie per la festa del 21 luglio.
Dal centro di Itri (m. 170) si prende la SS82 della Valle del Liri (che arriva fino ad Avezzano passando per Campodimele, Pico, San Giovanni Incarico, Isola Liri, Sora e la Val Roveto) e dopo 1,7 km a un bivio oltre il Vivaio-Falegnameria del Parco si svolta a sinistra per la località “Raino“.
Si prosegue per 1,1 km e si parcheggia in un’ampia piazzola sulla sinistra, con aiuole, una statua di San Padre Pio, due cappelle (una del volto di Cristo e una della Madonna della Civita) e una croce di ferro su un masso di pietra.
La via vecchia per il Santuario è inizialmente asfaltata e subito sale con un tratto alberato; nella prima parte del tracciato i connotati originari dell’ambiente sono stati stravolti da numerose costruzioni incontrollate o abusive, tanto che la collina verde si sta sempre più trasformando in spazio urbano.
Superato un cancello che delimita un abbeveratoio per bovini, la salita si fa più ripida e faticosa, anche perché mai all’ombra pur tra oliveti curatissimi, profumati cespugli di ginestre e altra macchia mediterranea.
Terminato l’asfalto, il percorso sterrato si articola ora in gradoni di pietra tra ulivi e giardini e inizia a essere fiancheggiato dalle cappellette della Via Crucis, fatte costruire nel 1777 dal vescovo di Gaeta Carlo Pergamo prima di realizzare, il 20 luglio, l’incoronazione dell’immagine mariana e del Bambino.
Il percorso, in parte selvaggio vista l’acclività e l’asperità dell’area, segnata a tratti anche dal fuoco, incontra tra la IX e X stazione il cippo-ricordo di un pellegrino qui deceduto nel luglio 2014, e poco dopo è incrociato trasversalmente dalla sterrata che a sinistra sale al m. Larigno e al m. Grande (m. 767).
Quindi si entra all’ombra del bosco ceduo di leccio (Quercus ilex) e dopo un’ora o un’ora e mezza dalla partenza (secondo il passo) si arriva alla meta.
Il panorama dalla terrazza davanti alla chiesa è vastissimo e dà al luogo l’aspetto di un osservatorio tra i monti Ausoni e Aurunci, con belvedere sul mar Tirreno: verso ovest si apre sul golfo di Gaeta con il m. Orlando, sulla piana e il lago di Fondi, sul promontorio del Circeo; e verso est incontra gli Ausoni-Aurunci, dalla vetta del m. Ruazzo fino al m. Faggeto alle spalle di Campodimele (monti Trina, le Pezze, Le Vele, Orso, Le Rave Fosche, Cefalo, Carbonaro); un vero spettacolo!
 

Fonti documentative

visitaitri.it
Arcidiocesi di Gaeta – Santuario della Madonna della Civita – Itri.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono tratte da visitaitri.it, Arcidiocesi di Gaeta, Wikipedia.
La visita è stata effettuata il 6 maggio 2017.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.331212 13.520183

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