Santuario della Madonna del Monte – Piglio (FR)

Dopo anni di abbandono e ridotto a stalla ora il Santuario ha riacquistato il primitivo decoro.

 

Cenni Storici

Con la SP 20 (che attraverso Piglio collega la statale 155 di Fiuggi alla Sublacense agli Altipiani di Arcinazzo) si giunge in località Inzuglio, in Comune di Piglio; subito dopo aver fiancheggiato il Laghetto Inzuglio (m 951) si presenta a sinistra il bivio per la chiesa della Madonna del Monte.
Il santuario della Madonna del Monte (m. 970), a est di Piglio e alle falde orientali del monte Scalambra, è citato per la prima volta in un documento del XIV secolo (1328-29) che riguarda il pagamento della “decima annuale corrisposta agli esattori della Curia romana da Berardo Tyberii per l’importo di soldi 5“(Battelli, Rationes decimarum…, Collana Studi e Testi della Biblioteca Apostolica Vaticana, 1946, p. 62).
Compare anche negli Statuti della Terra di Piglio del 1479, che iniziano con l’invocazione “In Dei nomine, et Virginis Mariae de Monte, quae nos custodiat sempre, amen“.
In una fonte posteriore, i “Fondi manoscritti” dell’Archivio Colonna, si parla infatti di un luogo di ristoro presente nei paraggi.
Si notifica che questa Sacra Miracolosa Immagine del Monte “si palesò nell’antica sua Cona (sulla quale poi è stato costruito il santuario) li cinque marzo dell’anno 1756 con gran fama di miracoli, il primo dei quali fu nella persona di una filettinese, Domenica Rosa Pontesilli ossessa, per esser liberata dai Spiriti maligni dalla Virgine che all’apparire di questa Sacra Immagine allora fra gli alberi, vomitò fava, ed un pezzo di mattone“.
L’originale di questa immagine è nell’archivio di Giorgio Alessandro Pacetti, cronista e storico pigliese.
La Madonna del Monte sorge probabilmente lungo un’antica via che conduceva a Trevi attraverso gli Altipiani di Arcinazzo e costituiva una tappa importante per i pellegrini diretti ai monasteri benedettini di Subiaco o al celebre santuario rupestre della SS.ma Trinità di Vallepietra.
Un tempo era custodita da un eremita, che qui si era ritirato in solitudine per attendere alla orazione e alla contemplazione (da un cartellone in loco).
Negli atti della visita pastorale del vescovo di Anagni Filippo Tenderini (1768) troviamo la narrazione della costruzione della chiesa della Madonna del Monte, che si fa partire dall’anno 1756 e fu realizzata con le elemosine dei fedeli del Piglio.
Nella visita del vescovo Cirillo Antonini alla chiesa della Madonna, il 14 aprile 1779, si stabilì che il nuovo amministratore della chiesa fosse il notaio Carlo Locci, che svolse l’incarico fino al 1802.
In un inventario delle prebende delle chiese parrocchiali di S. Maria e S. Lucia, a proposito della Madonna del Monte si legge che intorno al 1820 “i Signori Canonici l’officiano nella sua Festa nella Domenica Ottava dell’Ascensione, che si mantiene colle sue entrate e colla custodia di un Romito, che abita nel suo Romitorio unito e che si mantiene “piis elemosinis“.
Da un documento ritrovato nell’archivio parrocchiale risulta poi che prima dell’ultima guerra il clero e i devoti di Piglio e di Filettino si recavano il 5 marzo di ogni anno in pellegrinaggio alla Madonna del Monte, per ringraziarla degli scampati pericoli legati alla stagione invernale e per auspicare buoni frutti nelle stagioni successive (primavera ed estate), che sono le più produttive per l’agricoltura.
Subito dopo la morte dei tre eremiti che si sono succeduti dal 1941 al 1960 nelle persone di Raffaele Mazzucchi, Nazzareno Germani e Giuseppe Colavecchi (quest’ultimo già eremita nell’altro santuario pigliese della Madonna delle Rose) il Santuario perse progressivamente la sua importanza e fu sempre più trascurato fino agli anni ’60 tanto da diventare un ricovero per capre e maiali.
Fu poi riparato e a sue spese da Pietro Tufi nel 1960 (v. iscrizione nella controfacciata) e dopo l’intervento del giornalista Carlo Picone sulla rubrica “C’è da salvare“, andata in onda su Rai Due il 5 maggio 1985, il Ministero dei Beni Culturali prese l’iniziativa: tramite la Soprintendenza ai Beni Monumentali ed Architettonici del Lazio diede inizio allo studio del progetto di recupero e varò una proposta di finanziamento delle opere insieme alla Civica Amministrazione, chiedendo i contributi necessari alla Cassa Depositi e Prestiti e alla Regione Lazio.
Ora il Santuario della Madonna del Monte, completamente restaurato alcuni anni fa (2006-07 circa) dal Comune di Piglio e tornato finalmente al primitivo splendore, è anche meta degli escursionisti e di amanti della montagna, perché inserito nel tratto laziale del Sentiero Europeo E1.
Il tradizionale pellegrinaggio con i parroci di Piglio e Filettino, protrattosi fino agli anni ’60 e poi dimenticato, è ripreso poi negli ultimi anni (quello del 2013 si è dovuto annullare per il maltempo).
Dopo il restauro il Santuario è stato dato in comodato d’uso dal Comune alla parrocchia di S. Maria.
Il pericolo di un ritorno allo stato di abbandono e di desolazione precedente però è sempre in agguato, perché lungo la strada di accesso dall’Inzuglio al Santuario e nell’area adiacente ad esso mucchi di rovi e di immondizia sono di nuovo tornati a deturpare l’ambiente.
 

Percorso verso la cima dello Scalambra

Dalla Madonna del Monte si ha accesso sia al sentiero che sale sul monte Scalambra, sia a quello che scende nel bosco e, costeggiando prima la recinzione dei Salesiani, poi quella del maneggio degli Altipiani, in 45 minuti giunge a una bianca carrareccia: a sinistra questa come “Sentiero Madonna della Pace” sale dagli Altipiani (fine pista pedonale) alla vetta del monte Scalambra (m. 1420) lungo il suo boscoso fianco settentrionale.
La statua della Madonna della Pace, installata nel 1976 sull’anticima dello Scalambra (m 1422), opera di Fortunato Pirrone, recentemente è stata oggetto di un incontro di preghiera in presenza del veggente Ivan Dragicevic, testimone di numerose apparizioni della Madonna di Medjugorie.
Invece voltando a destra e passando accanto al maneggio, la carrareccia arriva alla statale Sublacense degli Altipiani di Arcinazzo, nei pressi dei ruderi della Villa dell’Imperatore Traiano.
 

Nota

Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Patrizia Magistri; la visita è stata effettuata il 9 novembre 2023.
 

Fonti documentative

Giorgio A.Pacetti, cronista e storico di Piglio, articoli su giornali provinciali e nazionali.
Madonna del Monte – Cartellonistica locale.
 

Mappa

Link alle coordinate: 41.835977 13.170726

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