Santuario della Madonna del Giglio – Ischia di Castro (VT)


 

Cenni Storici

Il santuario della Madonna del Giglio, compatrona del paese di Ischia di Castro (VT), è ubicato sopra una sorgente d’acqua salutare.
Si trova nella valle sottostante il centro abitato nei pressi del fosso Cellerano.
Il santuario è immerso in un verde rigoglioso di macchia mediterranea.
La costruzione come si vede oggi è il risultato di molti interventi realizzati nel tempo.
La leggenda narra che un giovane pastorello, mentre cercava una pecorella smarrita, notò in lontananza una bellissima donna che allattava un bambino circondata da gigli bianchi.
Ella, dopo avergli mostrato il luogo ove si trovava la pecorella smarrita gli chiese di far costruire una cappella in suo nome nel luogo ove fosse sbocciato un giglio in pieno inverno.
È incerta la data di costruzione, tuttavia ne risulta documentata l’esistenza nel 1478 in occasione di una visita del Vescovo di Castro.
La chiesetta è anche citata espressamente dal Benedetto Zucchi nella sua relazione sul Ducato di Castro datata 1630.
In origine doveva essere composta solamente da una piccola cappella, ove è affrescata la venerata immagine della Madonna del Giglio nel gesto di allattare il proprio Figlio.
Dalla prima costruzione la cappella iniziale ha subito varie modifiche e ampliamenti fino ad arrivare alla costruzione di una piccola chiesetta accessibile e visibile a tutti grazie al cancello e alla inferriata decorata con gigli in ferro battuto, proveniente dalla basilica del Sacro Cuore di Roma.
Il santuario è orientato verso il Palazzo Ducale, secondo la tradizione lo volle così la Madonna per proteggere i Signori del paese.
È più probabile che la volontà sia stata quella dei Farnese e che la stessa presenza del giglio nella venerata immagine più che al miracolo sia dovuta alla presenza del fiore nello stemma della potente famiglia.
I devoti della Madonna del Giglio si recano al santuario di giorno e di notte in privato e in pubbliche manifestazioni.
Le liturgie sono più frequenti durante il mese di maggio e durante le feste che celebrano la Madre di Dio.
Culminano l’8 settembre di ogni anno, giorno della natività di Maria.
A questa festa sono collegati anche le manifestazioni esterne e popolari perché è compatrona del paese. Sempre più, molte coppie giovani coronano il loro matrimonio davanti alla Madonna del Giglio nel suo santuario.
La grande devozione ha prodotto una infinità di testi poetici musicali e ultimamente il sacerdote cantautore don Giosy Cento ha inciso un disco dedicato totalmente alla “sua” Madonna.
 

Aspetto esterno

La chiesa è recintata da una cancellata in ferro battuto (che ha sostituito la precedente in legno), proveniente dalla Basilica del Sacro Cuore di Roma.
Il grande avancorpo, con il tetto poggiante su arconi ogivali, presenta un ingresso a giorno di vaste dimensioni, tipologia architettonica questa, presente in numerose chiese- santuario del territorio viterbese a cavallo tra il XV-XVI secolo.
 

Interno

L’interno ha un’unica navata con un solo altare.
Come detto non ha la facciata ed è tutta aperta a mo’ di finestra spalancata che guarda l’imponente Palazzo Farnese.
Il tetto a capriate è sostenuto da tre grandi archi in tufo, mentre il presbiterio e l’abside sono ricoperti da una volta a crociera ripartita da vistosi costoloni.
Sulla parete di fondo si trova l’immagine originaria, risalente a circa la metà del XV secolo, rappresentata la Madonna mentre allatta il Bambino e tiene con la mano sinistra un giglio bianco.
Il manto azzurro della Vergine spicca su uno sfondo dorato, il quadro è innalzato da un gruppo di angioletti che venerano la protettrice del paese.
Non si conosce l’autore ma si può avvicinare alle tante immagini di Madonna Lactans realizzate alla fine del XIV secolo nel vicino territorio tosco-senese.
Intorno cherubini sostengono la venerata immagine.
Sull’archivolto, a sinistra, in gran parte persa è la figura di San Francesco, riconoscibile solo dalla presenza delle stimmate ai piedi, a destra Santa Maria Maddalena e un’altra figura non riconoscibile, più in alto San Giovanni.
In alto, sulla parete, in due tondi, è raffigurata un’Annunciazione.
Ancora sopra la cappella un affresco, di scuola umbro-viterbese, raffigura la Crocefissione di Cristo, opera attribuita a Antonio del Massaro da Viterbo detto il Pastura, realizzata tra la fine del ‘400 e i primi del ‘500.
In basso, della stessa mano, Cristo in pietà, sulla parte frontale del sarcofago si scorge dipinta la data di esecuzione ma purtroppo è incompleta dell’ultima cifra e sono visibili solo le prime tre cifre 148 ( 0…9 ).
Alle pareti laterali è presente una moderna Via Crucis e sono disposti numerosi ex voto.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Fonti documentative

https://www.vaticano.com/turismo/scheda_1236_santuario-madonna-del-giglio.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Madonnella_del_Giglio

 

Mappa

Link coordinate: 42.546793 11.755630

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