San Martino Agelli – Sant’Anatolia di Narco (PG)
Cenni Storici
Il modesto abitato, villa di transito sorta lungo l’antica via per Spoleto attraverso Grotti, non ha mai avuto autonomia amministrativa e ha seguito le sorti del Comune di Sant’Anatolia.
Probabilmente non è mai stato fortificato, però sul soprastante poggio affiorano i resti della Rocca Elsa, citata da un documento del XIV secolo e dove secondo la tradizione si troverebbe una grotta che nasconde al suo interno il mitico tesoro della chioccia e dei dodici pulcini d’oro.
Sempre nei pressi, in località Vallegiana si ergeva una torre di vedetta, detta Ghianetta.
Nelle “Rationes decimarum” del 1333 sono citate ben tre chiese, San Sabino, San Giovanni de Agello, già semidiruta durante la visita del Lascaris nel 1712, e San Martino.
Delle prime due non ne esiste più traccia, sopravvive la terza.
È ricordata nei “Registres de pape Gregoire IX” pontefice dal 1227 al 1241 e non è escluso che la sua origine possa essere ancora più antica.
È citata nel “Codice Pelosius“, trecentesco, come facente parte del Plebato di Narco, col nome di “Eccl. S. Martini de Valle Narci“.
Nel XIV secolo risulta censuaria dell’Abbazia di Sassovivo e tale dipendenza si è protratta fino al XVIII secolo.
Già chiesa parrocchiale, la documentazione d’archivio, conservata presso lo Stato civile del Comune di Sant’Anatolia di Narco, attesta la produzione dei libri dei matrimoni e morti dal 1786 al 1859.
Aspetto esterno
L’esterno è costruito con conci ben rifiniti in filari regolari, nella classica architettura romanica del primo periodo spoletino, a testimonianza della sua antichità.
A destra e al retro sono stati addossati due corpi di fabbrica, probabilmente con funzioni di canonica e sagrestia, la parete sinistra è sorretta da un possente contrafforte.
La facciata è a capanna, priva di ornamenti, sopra il semplice portale si apre un finestrone rettangolare che da luce all’interno: il campanile a vela, a doppio fornice è disposto nella parte posteriore della parete sinistra, sorretta da un possente contrafforte.
Interno
L’interno è a navata unica, intonacato e tinteggiato, privo di arredi di valore.
Sulla parete sinistra, nella zona presbiteriale si aprono due finestre sovrapposte.
La parete d’altare si presenta oggi a terminazione tronca, priva di abside, che pure doveva essere presente nell’originario edificio romanico.
Sotto lo scialbo si intravedono tracce di decorazione a fresco.
Fonti documentative
FABBI A. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FABBI A. Storia dei comuni della Valnerina Abeto (PG), presso l’autore, 1976
GENTILI, GIACCHÈ, RAGNI, TOSCANO, L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Edindustria Roma, 1977
LUIGI FAUSTI – I Castelli e le Ville dell’antico e contado e distretto della città di Spoleto – 1993
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=43470
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.