Rotecastello – San Venanzo (TR)

Colpisce, oltre che l’aspetto molto caratteristico del castello, l’ordine e la pulizia che lo rende un vero gioiello del territorio.

 

Cenni Storici

Provenendo da San Venanzo in direzione Marsciano, dopo circa tre chilometri si svolta a destra e dopo altrettanti chilometri si arriva al borgo, medievale di Rotecastello.
Rotecastello, il suo toponimo deriva «da struttura fortificata a ruota o circolare, Rota-Castello.
Si suppone che già durante il periodo Etrusco il luogo fosse abitato poiché un frammento d’iscrizione di quell’epoca è stato trovato murato sulla facciata di una casa del paese, forse rinvenuto non lontano dal luogo in cui è stato murato.
Rotecastello fu dimora signorile dei Bovaccini o Boverini una famiglia di Ghibellini orvietani.
Le cronache del tempo ci parlano già di Rotecastello nell’anno 1240, quando il partito ghibellino, sostenuto da Enrico II in transito per Orvieto, riprese animo, infatti i Conti di Rotecastello assalirono e devastarono S. Vito di parte guelfa.
Orvieto convocò i responsabili per giudicarli “del denaro e delle ingiurie arrecati al Vescovo Ranieri”.
Poiché gli accusati, non si presentarono, il presule pronunciò l’8 febbraio del 1241 una solenne sentenza di scomunica contro i Conti contumaci, rei di aver depredato gli altari, dato fuoco alla chiesa, mutilato gli uomini del castello di San Vito e portato prigionieri l’abate e i chierici.
E perché la pena non fosse soltanto spirituale, il Vescovo sentenziò che, fino a quando sarebbero restati soggetti alla scomunica, tutti gli atti da loro compiuti, anche se legittimamente, non avrebbero avuto alcun valore.
Rotecastello appartenne anche ai Fodivoli, conti di Marsciano (1328), Monaldeschi, conti di Parrano e altre signorie.
A partire dalla fine del sec. XIII rimase sempre legato ad Orvieto che infine gli concesse gli Statuti di cui però non è possibile conoscere la data della compilazione poiché purtroppo sono andati perduti.
L’esistenza degli stessi è però certa, poiché vengono citati ai primi del 1582 nel verbale relativo alla revisione dei conti operata sull’amministrazione da tre esattori delle gabelle del 1607.
Con la riforma di Papa Pio VII passò sotto il Comune di San Venanzo e tale è restato fino ai nostri giorni.
 

Aspetto

Alla fine del sec. XIII Rotecastello insieme a S. Vito e S. Venanzo era difeso da mura, torrioni e fossati mentre gli altri centri del territorio Io saranno a partire dal sec. XIV.
Il castello presentava due ordini perimetrali di mura che sono ancora in parte ben visibili, alcuni corridoi vi correvano dentro permettendo agli arcieri di tirare dardi attraverso le numerose feritoie.
La prima cinta muraria è la più ‘antica e la sua costruzione risale circa all’anno Mille; la seconda cinta muraria distante circa trenta metri dalla prima è del 1200.
La difesa del castello era resa ancora più efficace da una fitta rete di camminamenti sotterranei utilizzati dalle truppe per muoversi con maggiore rapidità.
Rotecastello disponeva inoltre di sei torri di difesa ed avvistamento di cui sono ancora visibili le tracce, di queste rimane solo quella situata al centro del paese, sottoposta ad un restauro nel 1982.
Questa torre, che non ha aperture sui suoi lati di feritoie o finestre, si dice che fosse la prigione del castello (come testimoniano i suoi sotterranei) ed anche il luogo ove si eseguivano le esecuzioni dei condannati a morte facendoli salire in cima alla torre e di lì lanciati al suo interno sul cui fondo vi erano conficcati dei pali acuminati.
 
 
 

Chiesa della Madonna della neve

L’altra chiesa di Rotecastello è la chiesina della Madonna della Neve, così detta per il bellissimo affresco che si trova al suo interno di probabile datazione della fine del 1500.
 

Leggenda della Madonna della neve

Narra la leggenda che alcune donne sognarono la Madonna che loro disse: “Voglio una chiesina tutta per me, vi lascerò un segno che vi indicherà dove si dovrà costruire”.
Le donne raccontarono a tutti del loro sogno.
Un giorno una di loro andò alla fontana per bere l’acqua e trovò li vicino un piccolo appezzamento di terra ricoperto di neve, poiché era il cinque di agosto, capì che quello era il “segno lasciato dalla Madonna”.
Chiamò allora a raccolta gli abitanti di Rotecastello i quali, meravigliati, decisero subito di edificare la chiesa che fu costruita con le pietre che si trovavano nel fiume Calvana, detto Faena di Rotecastello e dedicarono la chiesina alla Madonna della Neve.
In Umbria vi sono altre chiese dedicate alla Madonna della Neve distanti anche parecchi chilometri da Rotecastello e tutte queste chiese sono costruite fuori dalla cinta muraria dei castelli, e in tutte si celebra la festa il 5 agosto, come a Rotecastello.
 

Fonti documentative

P. Caruso – San Venanzo, le sue Frazioni la sua gente ieri e oggi – 1996

https://it.wikipedia.org/

http://www.visitsanvenanzo.it/

http://www.rotecastello.it/

http://www.comune.sanvenanzo.tr.it/

http://siusa.archivi.beniculturali.it/

 

Da vedere nella zona

Chiesa della Madonna dei Monti
Chiesa di San Michele Arcangelo
 

Mappa

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