Rocca Tervi – Cascia (PG)
Cenni Storici
Si trova su un aspro colle lungo la strada per Cerasola, Piandoli, Forca Vespia dove raggiunge la via Nursina per Spoletium, così come citato da Svetonio.
Il nome deriva dal latino “tresviae“, si trovava infatti all’intersezione degli antichi percorsi per Cascia, transitando per Poggioprimocaso, per Ponte, attraverso Vespiae per Norcia, attraverso Cerasola, Serravalle.
Il valico di Vespia, nel Medioevo, era controllato dal castrum Vespio, oggi Colle Purìa che si rapportava con la torre di Tervi, mentre nel preromano, il colle/castelliere era collegato con i castellieri di Colle Pizzuto, Colle Puro, monte Pagliaro e Lo Stiglio, che sovrasta Ponte, importante nodo stradale della Valnerina.
L’insediamento è frequentato sin dall’antichità, dalla chiesa di Santa Maria di Rocca Tervi proviene un grosso frammento di frontone funerario con raffigurata un’ascia e un’epigrafe con l’iscrizione:
——]s Pappi l(ibertus) Papia / [—]a Q(uinti) l(iberta) Epidora / [— pa]rentib(us) suis fec(it).
L’antico castello è documentato nel 1080, nei registri farfensi; nelle cronache del 1560 è citato tal Giulio di Cicco mercante proveniente da Rocca Tervi, pertanto in tale anno il luogo era ancora abitato; nel 1599 fu distrutto e vi morirono 20 persone, fu abbandonato poi con il terremoto del 1703, con altrettanti deceduti.
Aspetto
Del castello, di forma triangolare, restano i ruderi e un angolo della torre di avvistamento, mentre del ponte levatoio non restano tracce.
Nei pressi, più in basso, sorgeva l’antica chiesa di Santa Maria di Rocca Tervi, anch’essa ridotta a rudere.
Nei pressi sono stati effettuati vari rinvenimenti di iscrizioni romane e monete antiche.
La chiesa è di origini antiche, come mostrato da ampi tratto di muratura in filaretti di concio ben connessi, ma è stata più volte rimaneggiata, i resti delle colonne in pietra rossa locale, sembrano essere cinquecenteschi.
Da quel che si può leggere, esaminando i ruderi, la chiesa, di dimensioni insolitamente grandi per la tipologia montana, era a due navate e a due campate, forse con la facciata preceduta da un piccolo pronao e con due portali, analogamente ad altre chiese della zona.
L’abside è a terminazione piatta.
La zona presbiteriale era separata da un doppio arco trionfale, di cui rimangono le imposte e parte del pilastro, sulla parete di fondo sinistra si apre una nicchia che, probabilmente conteneva una statua lignea della Madonna.
Si intravedono tracce di affresco, che fanno presumere una decorazione estesa all’intera chiesa.
Nelle vicinanze della chiesa si trovano un casaletto agricolo a due piani e un vecchio mulino.
Fonti documentative
CORDELLA ROMANO – CRINITI NICOLA Iscrizioni latine di Norcia e dintorni, Spoleto 1982;
EMILI EGIDIO, Carta archeologica dal Paleolitico al Medio Evo, 2018
FABBI ANSANO Storia e arte nel comune di Cascia Arti Grafiche Panetto & Petrelli Spoleto, 1975
FAUSTI LUIGI, Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
Nota
Foto e testi di Egidio Emili, Francesco Raggetti e Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia l’amico Franco di Sant’Anatolia di Cascia, perfetto conoscitore del territorio e valida guida per la chiesa.
Da vedere nella zona
Cerasola
Chiesa di San Benedetto