Rocca Sant’Angelo – Assisi (PG)
Cenni storici
Rocca Sant’Angelo, anche detta la Rocchicciola, è un castello di vetta al centro del sistema collinare che fa da sponda alla Valle Umbra sul lato a tramontana, nel tratto che sale dal massiccio del monte Subasio fino all’ingresso nella valle del fiume Chiascio.
Il percorso del fiume segnava il confine tra le città rivali di Assisi e di Perugia e per difendere il proprio contado, in età medievale ciascuna città fortificò con castelli le vette dei colli sugli opposti spartiacque.
Il versante assisano vede succedersi i castelli di Beviglie, Tordibetto, Palazzo, Sterpeto, Rocca Sant’Angelo e San Gregorio; il versante perugino i castelli di Castel d’Arno, Ripa, Sant’Egidio,
Collestrada.
Non sappiamo quando risalga la costruzione del castello di Rocca Sant’Angelo, compare nei documenti più antichi sotto il nome di “Rocciçola” o anche di “Rocchiçola“.
Il nome di Rocca Sant’Angelo trae origine dal titolo della chiesa parrocchiale all’interno delle mura semidiroccate.
L’intitolazione a San Michele della chiesa farebbe supporre l’origine longobarda della Rocca e borgo abitato, essendo l’arcangelo Michele particolarmente venerato dai Longobardi per le sue virtù guerriere.
Alcuni studiosi hanno identificato Rocca Sant’Angelo nell’antica Roccabrizia, una località nei dintorni di Assisi presso la quale si sarebbe svolto un episodio della vita di san Francesco riferito nello Speculum Perfectionis, quando il poverello riprese un frate che sparlava di un povero.
Il castello assisano è documentato a partire dal 1232 in un elenco delle ville e dei castelli del contado di Assisi tenuti a pagare la tassa del focatico alla città dominante.
Viene infatti citato come una delle 51 balie del comune di Assisi “balia della Rocchicciola” e vi sono censiti 44 fuochi, corrispondenti a una popolazione di circa 250 abitanti.
Essendo un avamposto assisano verso Perugia, subì, proprio per la sua posizione, numerosi assalti da parte dei perugini passando più volte nel corso del ‘300 sotto il capoluogo.
Nel 1380 la località è stata fortificata per meglio difendersi dalle continue guerre.
Quando nel 1438 Assisi stanca dei continui assedi decise di passare sotto Francesco I Sforza iniziò un lungo periodo di instabilità e assedi dai quali anche il piccolo borgo non fu risparmiato.
Per cercare di riconquistare Assisi Papa Eugenio IV assoldo’ il condottiero di ventura Niccolò Piccinino che dopo aver ripreso allo Sforza Città di Castello mosse deciso verso Assisi.
Prima si diresse a Bettona occupando Costano, poi devastò i castelli a Nord di Assisi come San Gregorio, Petrignano, Palazzo e appunto Rocca S. Angelo che cadde nei primi mesi del 1442 sotto gli attacchi di Antonio di Colella (detto il Ciarpellone).
Nel 1479 vennero consolidati molti tratti delle mura e costruito un torrione mentre la fonte pubblica, fatta erigere dal comune di Assisi, è datata 1532.
Purtroppo non ci sono molti dati sul numero di abitanti di questo antico castello nel corso degli anni: l’unica certezza è che tra il 1666 ed il 1712 circa 100 contadini dediti alla coltivazione di vite e ulivo lo abitavano.
Oggi soltanto poche famiglie animano ancora il borgo.
Aspetto
Il paese si sviluppa a partire da un castello con una struttura urbana di grande interesse storico del XIV secolo ed è stato completamente ristrutturato dopo il terremoto del 1997.
Una fortificazione molto ben conservata, la rocca possiede due porte di accesso: una situata a valle, formata da un arco a tutto tondo, e l’altra che guarda verso il monte, una tipologia questa comune alla maggior parte degli insediamenti distribuiti lungo il crinale del colle.
San Francesco alla Rocchicciola dallo Speculum Perfectionis
Andato il beato Francesco a predicare in un luogo dei frati presso Rocca di Brizio, accadde che, nel giorno stesso in cui aveva da predicare, si presentasse a lui un tale, povero e ammalato.
Preso da grande compassione, Francesco cominciò a parlare al suo compagno della povertà e della malattia di costui.
Il compagno però rispose: “Fratello, è vero che costui sembra povero, ma forse in tutta la provincia non esiste un uomo che, nel desiderio, sia più ricco di lui“.
Subito il beato Francesco lo rimproverò duramente, sicché il compagno disse la sua colpa.
E il beato Francesco riprese: “Vuoi fare, riguardo a questo, la penitenza che ti dirò?“.
Replicò il compagno: “La farò volentieri“.
Francesco riprese: “Va’, svesti la tonaca e gettati nudo ai piedi del povero e digli in qual modo hai peccato contro di lui, denigrandolo, e digli che preghi per te“.
Il compagno andò e fece tutto quello che il beato Francesco gli aveva indicato.
Fatto ciò, indossò la tonaca e tornò dal beato Francesco.
E il beato Francesco gli disse: “Vuoi sapere in che modo hai peccato contro costui, anzi contro Gesù? Ebbene, quando vedi un povero pensa a Colui nel nome del quale egli viene, Cristo che prese sopra di sé la nostra povertà e infermità. La povertà e infermità di costui è, infatti, come uno specchio nel quale dobbiamo vedere raffigurate e considerare con sentimento di pietà l’infermità e povertà che il Signore nostro Gesù Cristo portò nel suo corpo per la nostra salvezza“.
Fonti documentative
Castelli, fortezze e Rocche dell’Umbria (Daniele Amoni)
F. Santucci, L’antico convento francescano e la chiesa di S. Maria della Rocchicciola di Assisi, in
“San Francesco patrono d’Italia”, a. LXI (1981), n. 2, pp. 75-78.
Elvio Lunghi – IMMAGINI DEGLI SPIRITUALI Il significato delle immagini nelle chiese francescane di Assisi – Edizioni Il formichiere 2019
https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_Sant%27Angelo